Atto XVI

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Violet's Pov
Da piccola amavo fantasticare. Immaginavo di indossare abiti fiabeschi e di vivere una vita magica, proprio come quella che leggevo nei libri. Mi sbagliavo. Se sulle prime due cose potevo essermi un minimo avvicinata, sull'ultima avevo proprio fallito.

La vita nei libri che leggevo non si concludeva mai con un finale nettamente triste. Tutti avevano il proprio finale felice dopo aver vissuto un'amore travagliato. Decisamente la mia vita non era un libro, soprattutto romantico.

Percorsi il corridoio e attesi un secondo prima che la porta della grotta si aprisse per entrare nella sala da pranzo.

Allungai il collo mentre la parete della grotta si apriva in modo lento. Sbirciai dallo spazio aperto e guardai la sala da pranzo essenziale. Appoggiati sui muri, nei lati opposti, c'erano due mobili marroni. Al centro era disposto un grande tavolo quadrato anch'esso marrone e spoglio, con tante sedie poste intorno. Sparsi sulle pareti c'erano dei candelabri che illuminavano la stanza in modo fiocco.

Quando la parete si aprì del tutto, il mio sguardo intercettò prima gli occhi verdi di Hunter. Era seduto a capo tavolo sulla parte sinistra. Aveva i gomiti appoggiati sopra il legno, sorseggiava un liquido rosso, mentre lanciava occhiate di fuoco a Wyatt, seduto dall'altra parte del tavolo. Quest'ultimo era molto più rilassato di Hunter, infatti sorrideva divertito dalla reazione di quest'ultimo.

Appena capirono che ero arrivata nella stanza, entrambi si voltarono verso di me, puntando i loro occhi prima sul vestito che indossavo e poi sul mio viso. Per un attimo mi sentì in soggezione a causa dei loro sguardi, soprattutto per colpa di quello di Hunter che bruciava sui punti scoperti della mia pelle.

"Il nero ti dona" prese parola per primo Wyatt, facendomi voltare verso di lui.

Guardai i suoi occhi bianchi per brevi istanti, rimanendo in silenzio per poi schiudere le labbra per parlare, "grazie" finsi un sorriso imbarazzato portandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

Dovevo attenermi al piano di Hunter e fare la finta imbarazzata per un complimento del tutto falso da parte del mago.

"Accomodati pure" disse Wyatt invitandomi a sedere nella sedia alla sua destra.

Fissai la sedia vuota per alcuni secondi, pensando che non ero così sciocca da accogliere quell'invito.

Senza seguire le indicazioni di Wyatt presi posto sulla sinistra, proprio nella sedia centrale tra Hunter e il mago. Wyatt non fu sorpreso della mia scelta, riuscì a scorgere sul suo viso la consapevolezza che non avrei fatto quello che mi aveva ordinato.

"Ricordavo che i militari usassero il verde" parlò nuovamente, per poi far apparire sopra il tavolo, con uno schiocco delle dita, cibo di ogni genere.

"Rosso per i maghi. Nero per le brigate nere. Verde per i militari. Blu e bianco per i marinai e colorato per i normali" elencò le vari classi sociali presenti prima Della Grande Società.

"Nei tuoi tempi. Non siamo più nella preistoria" disse Hunter con tono freddo.

"I colori si usavano per distinguere le classi sociali già nella metà nel Novecento" continuò, ignorando completamente l'intervento di Harris.

"Almeno sai in che anno siamo?" lo provocò nuovamente il ragazzo seduto a capo tavola.

"23 marzo 2457" puntò i suoi occhi su di lui per un secondo, freddandolo con lo sguardo.

"Come fai a tenere il conto?" chiesi incuriosita.

In effetti la data era giusta e mi sembrava difficile che Wyatt tenesse il conto senza nessun calendario o senza alcun appunto.

SOLDATI DI CRISTALLO.                          IL LABIRINTO DI HEGROVE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora