Damon's pov
Se ne era andata. Così come era venuta, se ne era andata. Doveva raggiungerla. Ma come poteva?
- Mi dispiace, professore.
Damon fece lo zaino e uscì dalla classe. Sarebbe stato rimandato, forse, in scienze, ma non gli importava.
Camminò lungo il corridoio fino ad arrivare ai bagni. Sarà di sicuro lì.
Adesso devo entrare nel bagno delle ragazze. Non mi interessa la popolarità, mi considereranno uno sfigato che ha sbagliato il bagno delle ragazze con quello dei ragazzi, ma non mi interessa.
Aprì la porta, notando che tutti i WC erano liberi tranne uno. Era quello infondo, quasi nascosto. Lo sapeva perché anche i bagni maschili erano fatti allo stesso modo. Così con grandi passi si avviò verso quella porta. Così apparentemente lontana, ma realmente molto vicina.
Helena's pov
I passi si avvicinavano sempre di più.
Chi era quella disgraziata che andava nel WC più sporco e isolato di tutti?
La porta era chiusa a chiave, quindi avrebbe semplicemente risposto "occupato" ma le lacrime non smettevano di scendere. Piangeva e piangeva, i singhiozzi non cessavano e i passi avevano quasi raggiunto la porta.
Sentì bussare, una volta, due volte, tre volte, al quarto colpo Helena si asciugò frettolosamente le lacrime, si risistemo alla meno peggio i capelli e aprì la porta. Tenne lo sguardo basso per non far vedere il mascara spanto su tutto il suo volto.
Notò solo le scarpe, oltretutto da uomo, prima di scappare via correndo.
Damon's pov
Se ne era andata. Di nuovo. Doveva correrle dietro, assolutamente. Uscì dal bagno delle donne, corse verso l'uscita della scuola, ma si rese conto solo dopo, che la porta di uscita principale era sorvegliata dai custodi e chiusa a chiave. Fece retro front e corse verso l'uscita secondaria, quella che forse anche i professori usavano per scappare.
Corse fuori in giardino, e la trovò lì, accovacciata su una panchina con lo sguardo fisso in terra. Era come pietrificata. Non si muoveva, anche se le lacrime continuavano a scenderle a gocce enormi.
Era bella anche così, col mascara colato sul viso e gli occhi tutti rossi. Gli piaceva, ne era innamorato, non poteva negarlo.
Si avvicinò con cautela cercando di fare il minimo rumore possibile. Si sedette accanto a lei. Piano, sembrava che tutto accadesse a rallentatore, tutto e tutti si muovevano pianissimo, oppure stavano immobili. Solo i pensieri continuavano a contorcersi nella mente di Damon. Non davano segno di voler smettere. Correvano avanti e indietro nel cervello di lui.
Anche Damon, come lei, non disse una parola. Stette zitto e osservò l'erba che cresceva nel prato della scuola. Quei frammenti di cuori infranti si sarebbero riattaccati insieme solo col silenzio. Non dovevano dire nulla, ne lei, ne lui.
E così fecero, stettero zitti, a fissare il prato, per circa un ora. La gente passava, gli guardavano, gli criticano, un ragazzo aveva lanciato loro un mazzo d'erba appena strappato, facendo finta che erano delle statue. Ma a loro non interessava, sarebbero stati i loro pensieri a parlare, non di certo le loro bocche. I loro cuori avevano bisogno di un po' di tempo per assemblare, di nuovo, i pezzi mancanti. Quindi, sì, passarono un ora in silenzio, sotto il sole, seduti sulle panchine fuori dalla scuola. I pensieri di Damon, continuavano ad affluire. Ma uno troneggiava, era la felicità. Era felice. Felice di stare lì seduto, accanto alla ragazza che amava, accanto ad un angelo che emanava felicità. Perché, sì, era triste, soffriva, ma era felice. Damon riusciva a vedere un briciolo di felicità, imprigionata nelle segrete di un castello, chiamato cuore. Quel sentimento era lì nascosto e pretendeva di uscire. Ma non ci riusciva da solo. Aveva bisogno di qualcuno. E quel qualcuno sarebbe stato Helena.
Dopo un ora e mezzo, qualcuno interruppe la monotonia a rallentatore che aveva caratterizzato l'ora precedente. Ma non qualcuno di sconosciuto, qualcuno, che Damon conosceva bene. Qualcuno accanto a lui.
Helena alzò lo sguardo dal prato per la prima volta da quando Damon era arrivato nel giardino scolastico. Lo guardò, uno sguardo intenso dipinto sul viso di Helena fece alzare il volto anche di Damon. Si fissarono con occhi che esprimevano dolore, paura, rabbia e, forse, amore.
L'ultimo gesto che Helena fece prima di scappare per l'ennesima volta, fu un abbraccio. Chiuse gli occhi e abbracciò Damon, con leggerezza e semplicità, ma allo stesso tempo con una forza d'animo che Damon non aveva mai provato. Lui ricambiò quel gesto, pieno di affetto. Lui la strinse a se con tale forza da attaccare i frammenti di cuore, precedentemente rotti, insieme per sempre.
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Salve a tutti!!
Ecco a voi questo nuovo capitolo!Helena si sta sfogando con Damon anche se non vuole ammetterlo. Si stanno avvicinando sempre di più. Piano piano si apriranno tutte le porte.
Cosa ne pensate di come ha reagito Damon nei confronti di Helena?
Spero, come sempre che il capitolo vi sia piaciuto. A presto
Aggiorno appena posso! 💕
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At The Sunset
RomanceLui, Damon Salvatore, un ragazzo pieno di problemi, madre in coma e padre alcolizzato, ha solo un desiderio. Un desiderio semplice, ma che lo incasinerà ancor più di prima. Un desiderio che lo metterà di fronte a mille ostacoli, ma che alla fine lo...