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Damon's pov

Sognai di essere sdraiato su un divano, cercando di dormire, mentre un signore, che probabilmente doveva essere un uomo che conoscevo perché era in casa mia, puliva il casino che mio padre faceva puntualmente ogni giorno tornato dal suo "lavoro". Ma c'era qualcosa di strano. Dove era mio padre? Cosa ci faceva quell'uomo in casa mia? Ma, soprattutto, perché mi permetteva di restarmene sdraiato mentre lui faceva il lavoro grosso? Nessuno mi aveva mai trattato così, forse mamma, ma adesso era in coma. Cercai di alzarmi, mi stupii di potermi muovere dato che ero in un sogno, ma lo feci. mentre camminavo dietro l'uomo che stava spazzando, qualcosa mi fece girare la testa in modo assurdo. Tutto divenne bianco intorno a me e non riuscii a stare in piedi. Era come se fossi in una barca in mezzo ad una tempesta. Mi sdrai in terra. Mi ricordo solo di aver battuto forte la testa e di essermi reso, troppo tardi, conto che non era un sogno.

William's pov

Sentii un gran tonfo accanto a me, e, quando mi girai vidi Damon sdraiato a terra. Notai che era caduto con un gomito su un cumulo di vetri rotti che avevo appena raccolto. Era in una posizione anormale, si era rotto di sicuro l'osso del braccio. Notai anche un piccolo taglio che gli correva lungo una tempia. Sono sempre stato bravo a osservare i particolari di una persona a prima vista. Quindi fu facile capire che Damon non era messo molto bene.

Non osai alzarlo o spostargli un dito, la prima cosa che ti insegnano ad un corso di pronto soccorso è di non spostare il ferito dopo una caduta che potrebbe avergli causato problemi alla spina dorsale. E lui era uno di quelli. Chiamai il 911. Fu molto difficile tenere il cellulare ben stretto in mano e digitare i numeri. Avevo sempre creduto che una volta che fosse successo veramente qualcosa sarei riuscito a essere pronto e lucido. Ma non era per niente vero. Non riuscivo a stare nemmeno in piedi. Damon era caduto molto male, non era riuscito a mettere davanti le mani e attenuare il colpo e così la testa aveva preso una bella botta proprio sulla nuca. Il 991 rispose. Gli dissi la via dove Damon abitava e che la situazione era grave. Una volta riattaccato, iniziai a piangere. Perché si era alzato? Forse era sonnambulo. L'unica cosa che mi rincuorava era di aver arrestato quel maleducato di Bob. Era talmente ubriaco che non mi aveva nemmeno riconosciuto. "hey, sono William. Il tuo vecchio capo" gli avrei voluto dire. Eravamo diventati amici, molto amici. Lui aveva 25 anni. Io 20 ma ero già un suo superiore. All'epoca aveva appena conosciuto Khaterine. Stavano progettando un imminente matrimonio e dopo 3 mesi io feci il testimone. La mia fidanzata, che dopo sette anni diventò mia moglie, fece la damigella di onore. Loro erano una famiglia perfetta, e anche io e mia moglie lo eravamo. Dopodiché, un tumore e un incidente in macchina rovinarono la vita ad entrambi.

- Buongiorno.

Un medico sputò quelle parole correndo verso Damon. Altri due infermieri tenevano la barella accanto al corpo. Posizionarono un laccio che impediva al collo di Dam di muoversi. Una volta sulla barella corsero verso l'ambulanza ed io salii con loro lasciando persino la porta di casa aperta.

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Jackson's pov

Era così bella quella ragazza. Sono stato solo uno stupido e sfacciato ad andare da lei mentre c'era il suo probabile fidanzato. Purtroppo avevo origliato prima di entrare, quindi sapevo che si chiamava Helena, mentre il ragazzo Damon. Che razza di nome è Damon? Mah...

Avrei voluto tanto tornare in quella camera, ma il mio cerca-persone vibrò nella mia tasca. C'era scritto "trauma cranico, frattura ossea gomito dx, ROSSO" .

Mi misi a correre verso il pronto soccorso, scansando infermiere e altri dottori. Appena vidi l'uomo che era disteso, con una benda al gomito e in testa, mi fermai di colpo. Era il ragazzo di Helena. Damon. Per quanto avessi potuto odiarlo, forse a causa della gelosia, iniziai anche io a spingere la barella accanto ad un lettino. Una volta sul lettino, uscii per lasciare alle infermiere il compito di spogliarlo e mettergli il camicie da operazione. Corsi a prendere una cartella vuota e iniziai a compilarla. Al cognome lasciai uno spazio vuoto, dato che non lo sapevo. Appena finii di elencare le fratture che avevo letto sul cerca-persone consegnai la cartella ad un mio superiore/neurochirurgo. Appena la diede un' occhiata mi disse che non c'era molto da fare, doveva andare subito in sala operatoria. Io dovevo andare a trovare i suoi familiari e raccontargli l'accaduto. La prima cosa che mi venne in mente fu quella di andare da Helena al piano superiore.

Bussai alla porta, chiamandola piano. Nessuna risposta. Riprovai. Niente. Bussai più forte e entrai. La vidi mentre si affacciava, un po' troppo, dalla finestra. Era in piedi su un mobilino, intenta a buttarsi di sotto.

- Helena.

Urlai. Lei si girò verso di me e iniziò a piangere. Non, che non lo avesse gia fatto, aveva tutti gli occhi rossi e le labbra morsicate. La afferrai al volo mentre cadeva all'indietro. Non potevo assolutamente dirle, in questo momento, cosa era successo a Damon. Da quanto avevo capito, Damon era un gran duro e avrebbe resistito. Sarebbe sopravvissuto.

- Perché hai fatto questo? Cosa ti è saltato in mente?

Per un istante pensai che fosse svenuta ancora, invece, aprì gli occhi e con voce strozzata e piena di dolore, disse:

- Non ho più nessuno. E se non c'è nessuno che tiene a te non esisti veramente. Non posso vivere in solitudine per sempre. Ho perso troppo. Non ce la faccio.

Le misi un dito sulla bocca per farla tacere, doveva rilassarsi.

- Hey, io tengo a te.

Helena si addormentò tra le mie braccia.

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Ciao a tutte.

In questo capitolo ho fatto anche William e Jackson pov. Spero vi sia piaciuta l'idea.

Votate e commentate in tante se volete scoprire il destino di Damon e di Helena.

Un bacio.

Aggiorno appena posso. 

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