Damon
Era stupenda, come al solito. I capelli castani erano sciolti sulle spalle e il tocco di mascara che si adagiava sulle sue ciglia le rendevano il viso più definito. Non si truccava molto, a scuola lo aveva notato, ma quando lo faceva era perfetta - non che non lo fosse struccata.
- Ehi, tutto bene?
Will mise una mano sulla spalla di Helena, rassicurandola. Un sorriso soddisfatto era dipinto sul suo viso. Era divertente vederlo così.
- Si, mi scusi. Mi dia 10 minuti, arrivo a casa prendo i soldi e...
Helena aveva le guance rossissime e si toccava la tasta dei jeans con fare nervoso. Era eccessivamente nervosa. Ma a chi importava? Damon amava il suo carattere, un po' lunatico, dolce con tutti, anche troppo, nei suoi "giorni no" aveva notato che diventava nervosa ma non si lamentava mai, insomma, era perfetta.
- Non ti preoccupare - la interruppe Will - mi offrirai una pizza un giorno.
Helena guardò di scatto in terra e fece un risolino nervoso. In quei giorni erano successe talmente tante cose che Damon non riusciva più a ragionare lucidamente. Tutte le volte che si era ripetuto che Helena non era per lui e che se fossero stati insieme lui l'avrebbe solo fatta stare male erano riuscite a convincerlo, ma quando se l'era trovata davanti tutte quelle convinzioni, fondate sul niente, erano svanite, e il bacio ne diede la conferma.
- Grazie ancora!
- Non ti preoccupare, comunque...- disse Will guardando l'orologio al polso - ormai inizio ad essere un vecchietto e sono gia le 11 di sera. Sono stanco penso di tornare a casa. Divertitevi voi due e.. - si girò a guardare Damon - ricorda cosa ti ho detto.
______
Damon e Helena passeggiavano per stradine tortuose da circa 10 minuti in silenzio. L'imbarazzo era palpabile. Di solito erano gli altri a parlare per primi, Damon era sempre stato il ragazzo timido ma stavolta fu lui a rompere il silenzio. Le pose una domanda quasi ovvia, sapendo, gia, forse la risposta.
- Con chi eri a cena?
Helena si bloccò di insisto. Si guardò le mani ed iniziò a sfregarle nervosamente. Lo sguardo rimase basso quando rispose.
- Matt.
Damon lo sapeva, lo sapeva eccome e la rabbia prese possesso del suo corpo.
Ma guarda che stronzo, prima me la porta via, poi la tratta di merda? Io lo uccido.
I suoi pensieri però rimasero rinchiusi nella sua mente.
- Perché?
Il suo tono era quasi esasperato. Helena riprese a camminare, svoltando per un altra stradina nei piccoli quartieri di Yale. I lampioni erano accessi ma non ammettevano abbastanza luce per vedere oltre 50 metri dai suoi piedi.
- Gli ho detto che non lo amo, amo te.
Ora fu Damon a fermarsi di colpo. Cosa era successo alla timida Helena? Non si aspettava che lo affermasse così, senza preavviso, senza incertezze, come se ordinasse un frullato da Starbucks. Anche lui però cercò di non dare a vedere la sua meraviglia e rispose prontamente con la frase più semplice.
- Anche io.
Helena sorrise. Damon si fece coraggio e la prese per mano e insieme continuarono a camminare stato attenti a non inciampare nei ciottoli.
Sembrava un sogno. Damon non si stava ancora rendendo conto che la persona accanto a lui fosse Helena. La sua Helena. Helena, che lo aveva colpito fin dal primo giorno di scuola, che aveva riempito dozzine di pagine del suo diario, che lo aveva fatto sorridere ma anche star male. Era Helena, la persona che amava più al mondo.
- Ti amo.
Ripeté ad alta voce, come un pensiero sfuggito al recinto delle labbra.
Continuando a sorridere Helena gli prese anche l'altra mano e si posizionò davanti a lui, bloccandogli il passaggio. Gli baciò l'angolo della bocca, alzandosi in punta dei piedi, e Damon trasalì dal piacere.
- Ho un idea.
Annunciò lei. Damon sorrise a sua volta.
- Tutto quello che vuoi.
Helena gli diede una spinta sul petto e rise. Una risata spontanea, perfetta.
Iniziò a correre ancora tenendo stretta la mano di Damon. Lui le corse dietro senza esitare e insieme corsero, corsero ridendo, corsero amandosi, corsero vivendo.
Ad un certo punto Helena si fermò di colpo. Si girò ancora ridendo verso Damon.
Lui riconosceva vagamente il luogo in cui si trovavano. Era vicino al liceo ma non sapeva bene la via come si chiamasse e sicuramente non sapeva come tornare a casa. Lei però non gli diede molto tempo per pensare e gli coprì immediatamente gli occhi con le sue esili e delicate mani.
Damon rise più forte e fece il solletico ad Helena per cercare di distrarla. Ma lei mantenne la visuale di Damon oscurata.
- Adesso devi stare in silenzio e fidarti di me.
Helena parlò piano piano, quasi sussurrando.
- Non ne sono molto sicuro ma... ok!
Helena si mosse un pò intorno a lui posizionandosi dietro e spingendolo con il corpo in avanti. Camminarono così per circa cento metri fino a che Helena non lo fermò e rise piano piano. Si rimise davanti a lui.
- Tieni gli occhi chiusi. Promettimelo altrimenti non ti perdonerò più.
Helena emise un mugolio, simile a quello che fanno i bambini quando fanno il broncio.
Piano piano spostò le mani dagli occhi ai fianchi di Damon. Lui tenne gli occhi chiusi, seguendo l'ordine di lei. Lo spinse altrettanto piano in avanti per pochi passi, poi gli prese una gamba e la fece passare sopra ad un cancello e fece lo stesso con l'altra. Lo lasciò per un momento e fece lo stesso movimento anche lei. Lo riprese per mano e lo trascinò di corsa tra l'erba fino ad arrivare ad un sentiero battuto.
Helena gli lasciò le mani e si mise accanto a lui parlando piano.
- Adesso puoi aprire gli occhi.
"" "" "" "" "" "" "" "" "" "" "" "" "" "" "" "" "" ""
Ciaoo,
Lo so, non ho scuse, non sono per niente attiva, ma non ho mai tempo. Spero che però l'attesa sia valsa qualcosa, spero che il capitolo vi piaccia! Un bacione a tutte e a presto!!

STAI LEGGENDO
At The Sunset
RomansaLui, Damon Salvatore, un ragazzo pieno di problemi, madre in coma e padre alcolizzato, ha solo un desiderio. Un desiderio semplice, ma che lo incasinerà ancor più di prima. Un desiderio che lo metterà di fronte a mille ostacoli, ma che alla fine lo...