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3 settimane dopo

Helena's pov

Finalmente tornai alla routine settimanale. E dire "finalmente" quando devi andare a scuola, vuol dire che sei stato veramente male quando non ci sei andata alias sei impazzito.

Tornai a camminare nei corridoi della scuola sentendomi osservata da tutti. Tornai ad annoiarmi alle lezioni di matematica. Tornai ad abbracciare Izzy ogni volta che avevamo lezioni separate. Tornai a fare sogni, aspirazioni sul futuro, cercando di dimenticare le settimane precedenti. Era molto difficile, ma ci riuscii. Mi trasferii a casa di Izzy momentaneamente, facevamo sempre i compiti insieme, o meglio, lei li faceva e io li copiavo. Sua madre era stata molto gentile a ospitarmi a casa loro. Ci preparava sempre qualcosa di buono e quando me ne andavo via la mattina mi costringeva a non rifare il letto. Diceva che gli ospiti dovevano essere trattati come tali anche se io e Izzy eravamo quasi sorelle. Mi dimenticai di Damon, dei suoi problemi, cercai di lasciarmi tutto alle spalle. Notai che a scuola non veniva più, almeno così sembrava. Qualche volta pensavo che avesse cambiato totalmente i corsi e quindi io non riuscissi mai a vederlo. Forse voleva voltare pagina anche lui.

Nella mia vita c'erano anche lati negativi, naturalmente. Non passavo più i pomeriggi in ospedale a chiacchierare con mamma, che, anche se può sembrare strano, era piacevole. Le raccontavo tutto quello che mi era successo durante il giorno e mi confidavo con lei. Non passavo più i sabato sera a giocare alla playstation con Matt. Non uscivamo più a sbronzarci per poi la mattina dopo avere la nausea e vomitare di continuo. Non mi innamoravo più facilmente delle persone. Mi rintanavo in camera di Izzy, quando lei non c'era, e io piangevo. Sì, lo so. Ho appena detto di aver superato la cosa. Ma in realtà lo davo solo a vedere. Non avevo superato un bel niente. Mamma mi mancava da impazzire. Ogni volta che mi addormentavo ripensavo alla visione che avevo avuto prima di svenire, in cui c'era mia madre e mio padre e insieme camminavamo verso l'infinito. Mi mancava Matt. Mi mancava le sue risatine trattenute, ogni volta che andavo a dormire a casa sua (non per fare quello che pensate, era semplicemente un amico) e mi svegliavo con la faccia tutta rossa e senza trucco. Mi mancava litigare con lui per chi dovesse avere il joystick numero 1. Mi mancava correre con lui di notte senza andare in un posto preciso, ma solo per sentirci liberi, anche solo un attimo. Mi mancava, persino, Damon. Mi mancavano i suoi silenzi, le sue semplici parole, che ne racchiudevano migliaia. Mi mancavano le sue mani nelle mie, e il suo sguardo penetrante che non lasciava sfuggire nemmeno un'emozione. Mi mancava avere 17 anni. Mi mancava vivere la mia vita come avrei voluto.

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Damon's pov

Mentre tornavo a casa, con la macchina di William, mi chiesi che cosa stessi facendo della mia vita. Ero caduto malissimo e avevo rischiato di morire. In realtà non mi importava molto dato che non sarei mancato a nessuno. Non credevo che dopo la morte ci fosse una vita, pensavo che ci fosse solo un lungo, lungo sonno. Come quando dormi, ma non sogni. Non ti rendi conto che stai dormendo. Dormi e basta. Io pensavo questo. La mia vita si era ribaltata in poco tempo, in quella che non avrei mai voluto vivere. Mamma in coma, da ormai più di 3 mesi. I medici insistevano a doverle staccare la spina e, che avevo perso solo tempo ed era colpa mia se i bambini che avevano bisogno di un trapianto di organi morissero, dato che gli organi di mia mamma erano deceduti dopo pochi giorni che lei cadde in coma. Mi ritrovai a dover far visita a papà mentre lui era in prigione. Gli diedero 8 anni di carcere. Gli raccontavo quello che avevo fatto durante il giorno anche se lui non mi ascoltava. Si rifiutava di accendere l'audio dalla sua parte, dato che eravamo separati da un vetro molto spesso (che non tralasciava passare suoni) alto fino al muro. Mi fissava e mimava insulti con le labbra. Dava gli occhi al cielo e supplicava gli agenti di lasciarlo ritornare in cella. Devo dire la verità, per me era veramente dura fargli visita due volte a settimana. Per me era dura vederlo in quello stato. Per me era dura vederlo odiare così tanto la vita e buttarla in un cassonetto. Era dura vedere il mio papà in quelle condizioni. Molto dura. Ed ogni volta quando tornavo a casa mi immaginavo papà che cingeva da dietro mamma che intanto stava cucinando qualcosa di buono ai fornelli. Mi immaginavo sempre di salutarli con un bacio svelto e di correre in camera a giocare alla playstation come un normale diciassettenne faceva. Ma io non ero un normale diciassettenne.

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Helena's pov

"Nuovo messaggio da Harvey"

Sbloccai lo schermo del cellulare e lessi il messaggio stando attenta a non farmi vedere dal prof di latino.

"Buongiorno amore, mi sono svegliato ora. Ieri ho fatto il turno di notte. Immagino che sei a scuola, non ti voglio disturbare. Volevo soltanto farti sapere che sei il mio primo pensiero appena mi sveglio."

Digitai velocemente le lettere sulla tastiera non guardarmela nemmeno.

"Immagino CHE TU SIA a scuola. La grammatica, dottore."

Rimisi il cellulare in tasca, non facendo caso che continuava a vibrare. Ogni volta ci cascavo. Forse Damon mi aveva scritto di nuovo. Forse Matt voleva fare pace. Ma tutte le volte rimanevo delusa. Voi vi chiederete perché non fossi io a scrivergli, ma come si dice.. sempre prima gli uomini! E, nonostante tutto, se loro non mi scrivevano voleva dire che non gli interessavo più e che ero diventata acqua passata. Non che abbia da biasimarli...

Quando la lezione finì, mi diressi verso l'uscita. Aspettai Izzy e insieme tornammo verso casa a piedi. Era distante circa 3 chilometri dalla scuola, ma lei sapeva che c'era qualcosa che non andava in me, così evitammo di prendere l'autobus. Le raccontai tutto quello che mi era successo nei giorni precedenti. Non gliene avevo parlato prima, perché non trovavo l'occasione giusta, ma quel giorno ero particolarmente giù di morale.

Le raccontai di Jackson e dei suoi flirt. Le raccontai della litigata con Damon e dell'allontanamento reciproco. Le raccontai dei messaggini che mi scriveva Harvey. Le raccontai di Matt, e di quanto mi mancasse. Le raccontai le mie perdite e le mie tristezze e lei non mi interruppe nemmeno per un secondo. Solo alla fine disse solamente tre parole "Bel casino, Hel"

Quando tornammo a casa mi sdraiai sul letto e Izzy accanto a me. Ci addormentammo accanto alle due del pomeriggio. Volevo dormire e basta. Solo dormire a lungo. A lungo e senza pensare. Dormire per sempre.

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Ecco un nuovo capitolo!!

Spero vi piaccia!

(Sono sempre in campeggio e questo spiega perché pubblico capitoli un po' a caso, e non ogni tre giorni come facevo prima). Non ho molto tempo per scrivere e come ho già detto la connessione va e viene. Mi dispiace. Ma spero sempre che il capitolo vi si piaciuto!

Commentate e votate in tante!

Ci sentiamo al prossimo capitolo!

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