Capitolo 22

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Tiffany

Oggi è l'ultimo giorno di scuola, non ho programmi per questa estate, ma spero solo comprenda Nate. Questo pomeriggio ci sarà la prima e unica vera partita che giocherò. Dobbiamo mostrare cosa abbiamo imparato ai vari corsi. Dato che però, non abbiamo una squadra con cui contendere la vittoria, al preside è venuta in mente un'idea al quanto particolare, ci sfideremo con una squadra esterna, non una squadra esterna qualsiasi, ma proprio contro quella di Nate, essendo stato il nostro allenatore. Giocare contro la squadra di Nate sarà strano, ma sono molto curiosa di scoprire chi delle due sarà la vincitrice.
"Sei pronta?" mi chiede Jenna a bordo campo.
"Si"
"Fagli vedere chi sei" dice con aria di sfida Victoria. Vengo richiamata dalla voce del preside che sta annunciando le due squadre e mentre mi dirigo verso il centro del campo la mia attenzione viene catturata da una chioma castana a bordo campo e mi rendo subito conto che si tratta di Charlotte. Sicuramente sarà venuta a sostenere Den, ma quando quest'ultimo entra in campo non la degna nemmeno di uno sguardo. Ma che sta succedendo tra quei due? Decido di farmi gli affari miei e concentrarmi sulla partita che sta per iniziare. Quando alzo lo sguardo di fronte a me trovo gli occhi color smeraldo di Nate che mi fissano con un sorriso sulle labbra. Incurvo le labbra in un sorriso di rimando e ricevo un occhiolino da parte sua prima che il preside dia inizio alla partita con un fischio. Subito mi torna in mente la prima volta che ho visto Nate in campo. Anche allora mi aveva fatto un occhiolino e al momento lo avevo trovato disgustoso, mentre ora provoca in me un Miliardo di farfalle nello stomaco. Come cambiano in fretta le cose, penso tra me e me mentre cerco di sfilare la palla a un ragazzo di colore che è il quadruplo di me. Fallisco miseramente beccandomi solo una forte spallata che mi fa dondolare su me stessa.
"Forza Tiffany" mi incoraggia Victoria dagli spalti.
"Hey tutto bene?" mi domanda Den affiancandomi.
"Si, tranquillo" lo rassicuro.
"Amico vacci piano con lei" sento Nate rimproverare il ragazzo che dopo aver fatto canestro se lo ritrova davanti.
"Scusami non l'ho fatto apposta, siamo qui per giocare stai tranquillo" alza le mani in segno di resa.
"Tranquillo un cazzo, ti tengo d'occhio" lo liquida prima di correre nella direzione di un avversario.
La partita passa più in fretta di quanto mi aspettassi, siamo pari, ci rimane solo un punto per vincere e meno di cinque minuti al termine. Una mia compagna di squadra è in possesso della palla e cerca di evitare gli avversari, ma tutto d'un tratto la palla le viene sfilata dalle mani da Ray che come un fulmine corre spedito verso il canestro, ma all'ultimo viene placato da un mio compagno di squadra che riesce a rubagli la sfera arancione e dirigersi verso il canestro avversario. Tutto d'un tratto si trova circondato dagli avversari, sono la giocatrice più vicina di conseguenza con un gesto rapido mi passa la palla, approfitto della distrazione di tutti per portare a casa la vittoria, manca meno di un minuto, ho calcolato ogni singolo particolare tranne quello di nome Nate. Me lo ritrovo di fronte a pochi passi dal canestro, ce la posso fare, ce la devo fare, mi guarda con aria di sfida.
"Forza mostrami quello che ti ho insegnato gioiellino" ricambio l'occhiataccia e ci metto tutta me stessa per fare il canestro che ne vale della nostra vittoria. Riesco a evitarlo e, anche se con un lancio mediocre, la palla arriva al canestro, rotea attorno a quest'ultimo. Restiamo tutti col fiato sospeso fino a quando allo scadere del tempo la palla entra nella rete annunciando la nostra vittoria. Un boato di voci esultanti si leva dalla parte sinistra del campo e le mie amiche sono quelle a urlare maggiormente ovviamente.
"Hai visto? L'allieva ha superato il maestro" lo provoco.
"Complimenti gioiellino sapevo che ce l'avresti fatta" mi sorride prima di posarmi un caldo bacio. Quando ci stacchiamo noto gli occhi di Charlotte su di noi prima di uscire con un'aria cupa. Ma che le prende? Dopo che le mie amiche ci hanno raggiunto per festeggiare mi dirigo verso gli spogliatoi per darmi una sistemata prima di uscire a cena tutti insieme.
"Sei stata grande" si complimenta Victoria con me per l'ennesima volta.
"Me lo hai già detto" rido uscendo dagli spogliatoi.
"Sei stata brava" una voce famigliare attira l'attenzione mia e delle mie amiche.
"E tu che ci fai qui" Victoria fulmina Charlotte con lo sguardo incrociando le braccia al petto.
"Volevo solo complimentarmi con Tiffany per la vittoria tutto qui"
"Tranquilla V è tutto a posto" la rassicuro.
"Dio portatemi via prima che la strozzi con le mie stesse mani"
"Forza andiamo" la incoraggia Jenna.
"Vi raggiungo subito" dico a Sophie che guarda entrambe dubitante.
"Va bene" si arrende prima di lasciarmi sola con Charlotte.
"Grazie"
"Di nulla, senti volevo chiederti una cosa" da quando è così gentile con me?
"Certo dimmi pure" non ho motivo di avercela con lei, quindi cerco di mantenere il più possibile la calma nonostante mi risulti molto difficile di fronte a tanta falsità.
"Nate, insomma come sta?" si lascia sfuggire esitante.
"Meglio, molto meglio"
"Okay, beh insomma mi fa piacere" questa non è la Charlotte che mi aveva intimidato di stare lontano a Nate tempo prima.
"Tu invece? Come stai? Quella "cosa" tra te e Den come procede?" azzardo.
"Oh non lo sai?" sapere cosa? Scuoto il capo confusa.
"Ci siamo lasciati da un po'"
"Oh mi spiace non lo sapevo" resto spiazzata.
"L'ho lasciato io, mi sono accorta che avevo fatto una cazzata con Nate, ma nell'ultimo periodo era distante e io avevo bisogno di attenzioni che però ho cercato altrove commettendo un grosso errore. Avrei dovuto parlargli, così facendo forse non lo avrei perso" leggo nei sui occhi della pura sincerità, non avrei mai pensato di dirlo, ma sto seriamente provando compassione per Charlotte Benson, quella Charlotte Benson.
"Io lo amavo Tiffany, davvero" una lacrima le percorre il viso e il cuore mi si spezza in mille pezzi. Ma perché si sta confidando con me?
"Certe volte se si ama davvero qualcuno bisogna saperlo lasciar andare"
"Lo so, spero che tu lo sappia amare meglio di come lo sto facendo io"
"Te lo prometto" le dico con un filo di voce.
"Grazie" sussurra lei.
"Scusami, ma ora devo andare" mi informa asciugandosi gli occhi bagnati di dolore e se ne va lasciandomi al centro del corridoio deserto. Cosa è appena successo?

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