Capitolo 27

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Sophie

Sono stata una stupida, Nate ha ragione, come ho potuto dare la colpa a Tiffany di tutto questo? È solo colpa mia, non di Tiffany o di Nate e ne tanto meno di Ray. È colpa mia. Quando Ray ha cominciato a comportarsi così nei miei confronti, proprio come facevano Trevor e mia madre, avrei dovuto allontanarlo. Ma cos'è l'amore? Mi chiedo se io lo abbia mai conosciuto davvero. Delle mani che ti tengono ferme i polsi fino a stringerli così forte da farti male non è amore, una spinta non è amore, uno schiaffo non è amore, le botte non sono amore. Allora cos'è questo amore? È realmente quello che si vede nei film? Un mazzo di rose, una lettera, cucinare insieme, comportarsi come due bambini e dormire abbracciati? Esiste davvero tutto questo?
"Tiffany" la chiamo piano entrando in salotto dove la trovo intenta a guardare una serie tv sdraiata sul divano.
"Sophie" dice con voce piena di amore spegnendo il televisore e ricomponendosi come se l'avessi beccata a fare qualcosa che non doveva.
"Ti posso parlare?" mi avvicino a lei ed esitante mi siedo al suo fianco.
"Certo che puoi, dimmi tutto quello che vuoi, sono qui" mi afferra una mano e la stringe nelle sue per mostrarmi che quello che sta dicendo è la verità.
"Scusami, scusami perché me la sono presa con te quando l'unica persona con la quale dovrei avercela sono io"
"Non mi devi chiedere scusa di niente Sophie hai capito? E smettila di darti la colpa, tu non c'entri assolutamente nulla, sei una vittima di quello che ti è successo non il colpevole"
"Lo so, ma sono stata ingenua, potevo evitarlo, dovevo allontanarmi subito o quantomeno cercare aiuto e non l'ho fatto"
"Se la metti su questo piano allora anche io potevo accorgermene prima o per lo meno dare più peso a quelle cose che stavano cominciando a risultarmi strane, avrei dovuto venire a parlarti subito e non rimandare la cosa come invece ho fatto"
"Non è colpa tua"
"E neanche tua" mi accarezza una guancia dolcemente.
"Mi perdoni?"
"Non hai niente di cui farti perdonare" la guardo dritta negli occhi, e ci leggo sincerità, non ce l'ha con me. La stringo forte e non vorrei mai lasciarla andare. Passiamo ancora un po' di tempo assieme e dopo una chiacchiera e l'altra decido che è arrivato il momento di andare a dormire quindi la saluto e mi dirigo verso la mia stanza.

Tiffany

"Gioiellino ho una sorpresa per te" la voce di Nate mi risveglia dal sonno profondo in cui ero.
"Buongiorno anche a te" lo saluto con la bocca ancora impastata.
"Ti aspetto giù entro dieci minuti"
"Che vuoi fare?" chiedo confusa.
"Lo scoprirai" sorride prima di lasciarmi sola. Questo ragazzo è totalmente impazzito. Una volta pronta mi accerto che Sophie stia bene, mi rassicura dicendomi che passerà la giornata con Victoria, Jenna e Alexia, dice di non preoccuparmi e di assecondare qualsiasi pazza idea abbia suo fratello.
"Mi raccomando per qualunque cose scrivimi o meglio ancora chiamami" le raccomando.
"Stai tranquilla, sono in ottime mani non c'è nulla di cui preoccuparsi, ora va" mi incoraggia sorridendo. Scendo in fretta le scale e raggiungo Nate che mi sta già aspettando e alle sue spalle noto un camper bianco e azzurro.
"E quello cos'è?" chiedo confusa.
"È un camper, non ne hai mai visto uno?" domanda come se non fosse già abbastanza chiaro.
"Si, ma cosa ci intendi fare?"
"Che giorno è oggi Tif?" sono sempre più confusa. Prendo il mio cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e lo accendo per controllare. Oh mio dio come ho fatto a dimenticarmene. Ora capisco perché Sophie insisteva così tanto.
"Sono sei mesi che stiamo insieme"
"Proprio così e ho pensato di portarti a fare un giro con questo gioiellino che ho noleggiato per oggi"
"Gioiellino? Potrei offendermi" scherzo.
"Il mio unico gioiellino rimarrai sempre tu" dice stringendomi a lui e posandomi un tenero bacio sulle labbra.
"Forza andiamo ora"
Una volta al suo interno sembra di aver appena varcato la soglia di un piccolo appartamento. Non ero mai salita su un veicolo simile è bellissimo.
"Dove siamo diretti?"
"Ammiriamo un po' i paesaggi e poi ci fermiamo a fare un picnic cosa ne dici?"
"Dico che è un'idea splendida" sorrido. Passiamo qualche oretta a girovagare per le strade immerse nel verde fino a quando decidiamo di fermarci in un posto abbastanza isolato per sgranocchiare qualcosa.
"Mh guarda" dice Nate posando la bottiglia dalla quale ha appena bevuto un po' d'acqua.
"Ma quanti sono?" chiedo scioccata vedendo una distesa immensa di ciliegi.
"Ti piacciono le ciliegie?"
"Penso siano uno dei miei frutti preferiti in assoluto"
"Allora vieni" annuncia alzandosi di scatto e scendendo dal camper.
"Dove? Nate aspetta" lo raggiungo.
"Dai farza sali" si abbassa invitandomi a salire sulle sue spalle.
"Che fai, è proprietà privata"
"Dai non fare la guastafeste, le prendiamo solo in prestito"
"E va bene" mi arrendo assecondandolo.
"Non farmi cadere però" lo avverto guardandolo dall'alto.
"Stai tranquilla" ci dirigiamo verso la piantagione e come due bambini che rubano le caramelle ci divertiamo a staccare una quantità enorme di ciliegie.
"Guarda non mi stanno bene?" rido appoggiandole sulle mie orecchie come fossero orecchini una volta che riesco a toccare nuovamente terra.
"Sei bellissima" rimango senza parole. I suoi complimenti, anche quelli più semplici hanno sempre lo stesso effetto su di me e penso che questo non cambierà mai.
"Che state facendo?" Urla una voce alle nostre spalle. Un signore con tanto di bastone tra le mani si sta avvicinando con aria minacciosa verso la nostra direzione. Beccati.
"Corri" urla Nate divertito. Reggo tra le mani il cestino pieno di ciliegie che abbiamo appena raccolto e cerco di correre il più veloce possibile stando attenta a non rovesciarlo. Appena raggiungiamo il camper Nate aziona il motore e come due ladri che hanno appena commesso uno dei furti più epici della storia sfrecciamo via.
"È stato divertente" scoppio a ridere.
"Sì molto" concorda lui senza smettere di sorridere. È tutto così perfetto, tante volte mi chiedo come io possa meritarmi tutto questo. Forse no, non me lo merito, ma fin che ne avrò la possibilità cercherò di godermi tutto ciò fino in fondo.

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