Seven

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Inutile dire che vinse lui. Lo stronzo scelse il film più pauroso che potesse esistere. Stavo morendo di paura.
Cercavo di pensare a qualcosa di divertente, ma niente. Jen era abbracciata a Niall.
Quei due da soli sarebbero durati poco, solo insieme, potevano stare bene.
Il sorriso di Niall mentre Jen lo abbracciava era qualcosa di meraviglioso.
Forse vedere questo film, aiuterà a sistemare i loro rapporti, soffrire questa tortura, magari servirà qualcosa.
Nonostante non avrei dormito per minimo un mese, in cuor mio speravo che questo film, li avesse aiutati.
Justin rideva.
«Guarda che se vuoi, mi puoi abbracciare»
«Preferisco morire di paura.»
«Non sai quello che ti perdi.»
«E non lo voglio sapere.»
Mi rigirai verso la televisione. Presi il cuscino e lo misi davanti alla mia faccia.
Non potevo vedere, ora, il bambino sarebbe morto. Chiusi gli occhi.
Strillai come una matta quando sentì qualcuno sussurarmi «tu morirai.»
Ovviamente non poteva che essere lo stronzo. L'odiavo.
Quando finalmente il film finii, Jen e Niall andarono via.
L'unica persona che volevo se ne andasse era Justin, ma ahimè lui non se ne andò.
«Sel ha chiamato papà,ha detto che stasera fa tardi quindi non torna per cena.»
Mi girai verso mia sorella. «Okay, allora mangiamo noi due.»
«E Justin?» chiese innocentamente.
«Lui non mangia con noi» sorrisi malefica.
«Si invece» rispose Justin.
«Io non ti voglio.»
«Cosa vuoi per cena?» si rivolse a mia sorella ignorandomi del tutto.
«Pizza» gridò come una matta.
La pizza era il suo cibo preferito, l'amava, non importava cosa tu ci mettessi dentro, se era pizza a lei piaceva.
«Pizza sia» disse Justin l'insopportabile.
Prese il telefono e ordinò una telia di pizza margherita.
«Sei un maleducato» gli dissi appena chiuse la telefonata .
«Cosa ho fatto, adesso?»
Sembrava quasi una persona gentile, ma come ho già detto prima, sembrava.
«Magari la pizza margherita non mi piace...»
«Non ti piace?»
«No, mi piace ma..»
Non mi fece finire di parlare «allora il problema non esiste.»
Mi fece l'occhiolino e se ne andò, lasciandomi li come una stupida per la seconda volta in una giornata.

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La mattina seguente mi alzai tardi. Dovevo ancora vestirmi, lavarmi, fare colazione ed arrivare a scuola e tutto questo in quindici minuti.
Ci volevano quindici minuti solo per arrivare a scuola. Come avrei fatto? Non lo sapevo.
Iniziai a correre come una deficente per casa, sembravo pazza.
In dieci minuti riuscì a sistemarmi rendendomi presentabile, iniziai a correre verso scuola.Dovevo farcela.
Ovviamente non c'è la feci:arrivai con sette minuti di ritardo.
Cosa sono sette minuti di ritardo? Niente, ma per quella di spagnolo tutto.
Mi aveva urlato contro che ero una maleducata nei suoi confronti e in quelli dei miei compagni perché loro avevano dovuto svegliarsi presto mentre io arrivavo con sette minuti di ritardo.
Alla fine tra strilli e frecciatine mi fece entrare ed ovviamente mi interrogò.
Appena suonò la campanella scappai da quella classe infernale.
Era ufficiale odiavo la professoressa di spagnolo.
Le altre ore passarono tranquille, all'ora di pranzo cercai Jen, la vidi correrermi incontro tutta agitata.
«Non so cosa fare.» mi disse.
Come se io magicamente sapessi di cosa stava parlando. Poi continuò «cosa dovrei fare?»
Ero sempre più confusa. «Jen ma di cosa stai parlando?»
«Niall. Niall. È sempre Niall»
Sbuffai, in questo momento sembrava Justin due la vendetta, odiavo quando la gente non andava dritto al punto.
«Okay, cosa ha fatto?»
Sperai con tutto il cuore che mi spiegasse una volta per tutte cosa fosse successo.
La fortuna sembrava girare dalla mia parte, dopo questa mattina, era il minimo.
«Ha detto "proviamoci" capito proviamoci? P R O V I A M O C I, proviamoci ad essere quello che eravamo» sospirò.
«Non sei felice?» la guardai negli occhi per cercare di trapelare qualche emozione, ma niente, solo frustazione.
«Sì, cioè non lo so. La verità è che ho paura, tanta paura, non voglio fare la fine di mia madre.»
«Ma tu non sei tua madre, Jen. Datti una chance, dagli una chance,lui ti ama.»
«Se-secondo t-te lui mi ama?»
Sembrava piccola e indifesa, la guardai e la rassicurai «anche un cieco se ne sarebbe accorto.»
«Oh grazie Sel,vado subito a parlarci.»
«Corri» le sorrisi.

L'amore è quaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora