Dopo un'ora, in cui mi sentivo ancora scossa, per quel maledetto bacio. Salutai tutti dicendo che ero stanca e che mi sentivo poco bene. Avevo bisogno di stare sola.
Salii al piano di sopra e andai nella camera che mi era stata assegnata. Presi il pigiama e me lo misi, una volta essermi cambiata, mi buttai sul letto.
Dopo cinque minuti la mia porta venne spalancata, davanti a me c'era Justin, che chiuse la porta ed entrò come se questa fosse la camera che gli era stata assegnata.
Ci sono voluti quindici minuti prima che passasse la morsa allo stomaco di prima, e ora, ero da capo a dodici.
Mi ripetei in mente almeno venti volte che l'odiavo e che la morsa allo stomaco era colpa della fame.
«Ti rendi conto che potevo essere nuda?»
«Ma non lo sei.»
«Ma potevo esserlo.»
«E a me non sarebbe dispiaciuto. Non vedo quale sia il problema» disse sorridendo maliziosamente
«Con te fare un discorso serio, è impossibile. Quindi, cosa vuoi?»
«Sei vergine?»
Ma cosa? Ero tutta rossa in viso.
Parlarne prima era un conto, adesso con lui nella mia camera era un'altro.
Iniziai a sentire caldo. Tanto caldo.
«Mi pare di averlo già detto prima o sbaglio?»
«Okay, allora vado dritto al punto.
«Finalmente, sarebbe la prima volta che lo faresti, da quanto ti conosco.»
Bevvi un bicchiere d'acqua che avevo posato sul comodino aspettando che l'individuo davanti a me andasse dritto al punto.
«Vuoi scopare?»
Mi strozzai. Come cavolo gli era venuto in mente una cosa del genere? "
«Tu sei completamente pazzo.»
«Mi hanno detto di peggio»
sorrise poi continuò «non mi hai risposto, allora?»
«NO, N-O.»
«Era solo una proposta, stai calma.»
«Sei venuto per questa stronzata?» chiesi acida.
«No.»
«E allora?» chiesi
«Volevo vederti. Dopo quel bacio..»
si mise una mano nei capelli, poi continuò
«non lo so mi sento strano.»
«Anche io» ammisi.
«Ora me ne vado ti lascio riposare» mi diede un bacio sulla fronte e se ne andò.
Bipolare sussurrai ma lui era già andato via. Non volevo pensarci. Non volevo pensare a quanto fosse strano, a quella morsa nello stomaco e alle sue parole
«volevo vederti.»
Cosi chiusi gli occhi e caddi nelle braccia di morfeo.
La mattina seguente quando mi svegliai Harry non c'era, al suo posto c'era un bigliettino con scritto «siamo andati a fare la spesa dormivi così bene che non ti ho voluta svegliare. Ci vediamo dopo, un bacio xx»
Scesi in cucina alla ricerca di qualcosa da mangiare. Stranamente questa mattina avevo fame, e io non ho mai fame la mattina, questa casa mi faceva sembrare strana. Non sembravo quasi io.
Dopo aver fatto colazione, andai in camera, misi il costume e decisi di andarmi a fare un bel bagno al mare.
La casa di Niall si trovava su una spiaggia privata. Quindi sarei stata in completa solitudine.
Al mare non ero sola, lì in bella vista a prendere il sole, c'era Lorenzo. Quando lo vidi mi sentii ancora più strana di questa mattina.
«Buongiorno dormigliona.»
«La mattina è fatta per dormire» ricordai la mia tesi.
«Questo chi lo dice?»
«Io?» risi
«Ovviamente» disse scoppiando a ridere anche lui.
«Amore mi sei mancato. Ho voglia di te.»
Come ciliegina sulla torta, aveva fatto la sua comparsa, la biondina antipatica, detta anche Cara.
Justin non parlava si limitava a guardare lei e poi me.
Cara iniziò a strusciarsi su Justin, mi veniva voglia di vomitare, che schifo pensai.
Quando si accorse che lo sguardo di Justin era su di me, si girò e mi guardò «ah ci sei anche tu» fece una smorfia.
«Non ti preoccupare me ne stavo andando.»
«Fai bene, solo guardandoci perderesti la tua innocenza, da vergine puritana» sogghinò, poi mise la sua mano sul gioiellino di Justin.
Così decisi che forse era meglio andarmene. Non perché non avessi mai visto queste scene, ma perché vedere lì Justin mentre si faceva toccare da lei, mi dava un senso di nausea e delle fitte vicino allo stomaco.
Mi dovetti ricordare altre cinquanta volte quando odiassi Justin per calmarmi.

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L'amore è qua
Hayran Kurgu[Storia completa, in revisione.] «Tu sei il mio ikagi.» disse tutto a d'un fiato. «Cos'è un ikigai?» chiesi «Ikigai è una parola giapponese. E' il motivo che ci fa alzare la mattina, lo scopo della nostra esistenza. Tu sei il mio ikigai, Selena.»