[Epilogo]

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Eravamo tutte nella mia camera insieme a noi c'era Elena la personal shopper della casa nonché una grande donna.
«Quindi andrete a New York?» chiese Cara.
«Sì» risposi.
Volevo far conoscere a Justin mia madre. Volevo dirle quanto lo amassi e quanto mi avesse reso felice.
Mia madre era una parte fondamentale della mia vita, Justin anche, volevo che si conoscessero al più presto.
Questa estate saremmo partiti per due settimane per il Messico io, Justin e tutti i nostri amici.
Eravamo diventati una famiglia. Una grande famiglia. Eravamo pazzi ma ci volevamo bene.
Mi guardai allo specchio il vestito di questa sera era bellissimo, aveva una scollatura che scendeva giù per la schiena, era aderente ma non troppo, il risultato con i tacchi del medesimo colore, neri,era fantastico.
A i miei capelli ci pensò Jen, mi fece dei boccoli che scendevano giù per la spalle e per la schiena nuda.
Per il trucco decisi di optare per qualcosa di tranquillo misi solo la matita nera con rimmel e il rossetto rosso che illuminava il mio viso.
Hanna per questa occasione speciale mi aveva regalato una collana, elegante e chic, se qualcuno mi avesse detto cosa avrei indossato in questo momento, un anno fa, gli sarei come minimo scoppiata a ridere in faccia.
Ero pronta. Il ballo di fine anno ci aspettava.
I ragazzi presero una limousine, la quale,ci avrebbe scortato a scuola.
Per una volta l'euforica del gruppo non era solo Jen, anche io e Cara lo eravamo.
Volevamo divertirci e goderci questa serata nei migliori dei modi.
Quando scendemmo le scale, i ragazzi erano lì, in giacca e cravatta con tutta la loro bellezza.
Il mio ragazzo era bellissimo, anche se la parola bellissimo, non spiega esattamente com'era, forse perfetto gli si addiceva di più.
Mi guardava. Lo guardavo. Mi amava. Lo amavo.
«Mia regina» sussurrò
«Mio cavaliere.»
«Sei bellissima amore mio.»
E mi baciò. Uno di quei suoi baci che mi facevano venire i brividi su tutta la pelle e che facevano accelerare il mio cuore in meno di un secondo facendolo arrivare ad un ritmo irregolare.
«Ti amo.»
«Ti amo anche io» rispose.

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Il giro in limousine fino alla scuola era trascorso in tranquillità.
Appena entrammo vidi qual'erano i professori che avevano il compito di stare all'entrata per controllare noi alunni: erano il professore di geografia e la professoressa di spagnolo.
«Selena Gomez per una volta vedo che sei puntuale.»
«E bene si» risposi
«Lo sa,professor Renold questa ragazza è un impertinente e maleducata nei confronti miei e dei suoi compagni. Sette minuti di ritardo nella mia ora, lo capisce?»
Non la sopportavo più. Sette minuti d ritardo non sono niente, santo cielo.
«Mi scusi, ma le ho già chiesto scusa non mi sembra il caso di continuare questa storia a tutti può capitare di svegliarsi tardi» cercai di essere il più educata possibile «siamo umani. E come tali commettiamo degli errori. Ora vado a godermi il mio ballo con il mio fantastico ragazzo il quale non si arrabbia per sette minuti di ritardo. Arrivederci.»
Presi Justin e me ne andai. Fanculo l'educazione. Fanculo quella di spagnolo. Fanculo tutto.
Justin scoppiò a ridere «ti odia proprio» sbuffai.
«Mi concede questo ballo mia regina?»
«Certo my lord.»
E andammo a ballare scatenandoci sulle note di shake it off.
La serata venne percorsa nei migliori dei modi quando tornammo a casa, andammo nella mia camera e facemmo l'amore,si perchè era proprio amore vero,era quell'amore che ti rompe l'anima,quell'amore che toglie il respiro di cui non puoi farne a meno.
E credetemi, non c'era cosa più bella che sentire il suo corpo accanto al mio, quasi fossimo una persona sola.

FINE.
Non credevo di poterlo dire ma questa storia è conclusa..

L'amore è quaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora