Six

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«Ripetimi ancora perché vivi qui?»
«Jem, santo cielo» sbuffai «è la cinquantesima volta che te lo dico, James è mio padre, e Justin è il mio quasi fratellastro. Ora entriamo? Perché non c'è la faccio più a stare in questa macchina.»
Mi guardò allibita «sembra che per te, avere come quasi fratellastro, Justin, non sia una cosa di vitale importanza anzi che non l'abbia proprio. Ti rendi conto? Il ragazzo più polare della ghi insieme a Niall è un tuo parente.»
Sembrava euforica. Io non ci vedevo niente di così fantastico.
«Okay, ora scendiamo?»
«Petunia non ti piace?»
«Chi è Petunia ora?» mi stava facendo diventare matta.
«La mia macchina.» 
Scoppiai a ridere come una matta.
«Sul serio hai dato un nome alla tua macchina?» chiesi mordendomi il labbro per non riniziare a ridere come una matta.
«Ti sembro una che scherza?»
«No.»
Aprii lo sportello e scese dalla macchina
«dai ti muovi? Sono ore che ti dico di andare, ho capito che ti sei affezionata a Petunia ma tesoro a lei interessano,  uomini con i motori, non credo che tu faccia a caso suo.»
Non avevo parole, era impossibile, la bipolarità in questa città era a livelli assurdi.
«Uomini con i motori? Questa poi.»
Scoppiammo a ridere, quando entrammo dentro, Betthy corse ad abbracciarmi.
«Oggi mi sono fatta tanti nuovi amichetti a scuola» disse saltando per l'emozione
Quando si accorse che non ero sola mi chiese chi fosse la ragazza con me.
«La mia nuova amichetta» risposi sorridendo.
«Che bello Sel sono felice di essere venuta qui.»
«Lo so amore, lo so.»
Mi abbracciò per la seconda volta e poi si dileguo' dicendo che doveva fare i compiti.
«Tua sorella è bellissima» mi girai verso Jen e le sorrisi.
«È tutta la mia vita.»
«Me ne sono accorta.»
«Parlando di cose belle, che gusto lo vuoi il gelato?»
«Crema» strillo' come una bambina al parco divertimenti.
«Anche io, lo vado a prendere, tu intanto vai insalotto, e guarda se c'è qualche bel film.»
«Sel?» mi chiamò.
«Dimmi»
«Dov'è il salotto?» chiese.
«Oddio che stupida, dritto a destra.»
Presi il gelato e riempì due coppette riempiendole al massimo. Poi tornai in salotto.
«A noi il gelato?» a parlare era stato Justin, vicino a lui c'era Niall.
«Ve lo andate a prendere.»
Guardai Jen, e con il labiale le chiesi scusa, l'avevo invitata per cercare di non farla pensare a Niall e invece avevo finito per far peggio.
«L'hai detto a James che al solo primo giorno di scuola ti hanno mandato in presidenza» rise.
«Stai zitto.»
«No.»
«Sì.»
Justin aveva quel potere di farmi irritare in meno di due secondi.
«Non ti sopporto.»
«Non ti sopporto» ripeté facendo la voce stridula.
«Io non ho quella voce.»
«Sì invece.»
«A titolo informativo, sono finita in presidenza per colpa della tua fidanzata.»
«Cara?» rise
« O anche detta bionda antipatica.»
Scoppiammo a ridere. Poi tornò serio
«Nonè la mia fidanzata. Siamo solo amici di letto, tra noi c'è un accordo e..»
Non lo feci finire di parlare «non mi importa.»
«Si invece.»
«No e finiscila.»
«Finiscila tu.»
«No ragazzi finitela tutti e due» a parlare era stata Jen.
«Sembrate cane e gatto. Ora ci guardiamo un film, in santa pace.» continuò Niall.
Quei due erano fatti per stare insieme. Si notava a chilometri.
«Va bene» mi arressi «ma il film lo scelgo io.»
«No io.»
Ma non poteva stare una volta zitto?
Mi faceva diventare matta, era assurdo ed insopportabile.
«L'ho detto prima io, attaccati» gli feci la linguaccia, sembravo una bambina di cinque anni. Questo era l'effetto che mi faceva Justin mi faceva passare dall'essere normale al diventare stupida.
«Attaccati tu. C'eravamo prima noi, in salotto, quindi il film lo scelgo io.»
«Lalalalala» mi tappai le orecchie.
«BASTA» urlò Jen «sembrate due bambini piccoli ve ne rendete conto?»
«È lei la bambina qua» rispose lo stronzo.
«Ha parlato il neonato, ma falla finita che è meglio»
Era insopportabile. Se qualcuno mi avesse chiesto ora al gioco della banana americana chi avessi buttato sul letto delle spine, avrei risposto lui, solo lui.
 «Facciamo così» disse Niall «pari o dispari?» mi chiese.
«Dispari.»
«Okay, tu Justin sarai pari.»
«Perché ha dovuto scegliere prima lei?»
«Hai paura di perdere?» lo sfidai.
«Io perdere? Ancora non mi conosci.»
Jen ci guardò mordendosi il labbro per non ridere.
«Allora chi vince sceglie il film, okay?»
«Okay» rispondemmo in coro.

L'amore è quaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora