Prefazione

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Questa è la storia di una fiaba nera.

Una fiaba oscura e tormentata da incubi e notti folli.

Questa è la fiaba di colui che non poteva essere amato.

È la storia di un bambino diventato uomo e di un uomo che, nel profondo, resterà per sempre bambino.

Resterà per sempre "quel bambino".

Quel bambino che, tremante, ha brandito quel coltello. Quel bambino sulle cui giovani mani sono colati rivoli di sangue.

Rosso.

Scuro.

Sangue del proprio sangue.

E tornerà a quella sera mille notti ancora.

E tornerà a quegli occhi sbarrati, morti, mille sogni ancora.

E tornerà a quell'attimo di pace. Fugace, effimero, bugiardo e beffardo.

Vano e illusorio.

E tornerà alla fine di tutto.

A quell'appartamento in fiamme, al volto di colei che lo ha messo al mondo ormai privo di vita.

A quel corpo appeso.

Pesante.

Ingombrante.
E a quelle rose rosse, simbolo di pace, d'amore.

A quelle rose rosse che, a fuoco, divennero nere.

Per sempre.

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