Capitolo 4 - Ciao, bambolina!

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Kayla

In mensa, col vassoio tra le mani, mi guardo attorno in cerca di un posto dove stare.

Non voglio gente che mi rompa le scatole e Dio solo sa con quanta fatica sono riuscita a schivare gli assillanti inviti di Jordan, che più volte mi ha chiesto di pranzare assieme a lui e ai suoi amici.

Osservo le persone che mi circondano e, finalmente, individuo un posto che sembra fare al caso mio.

A un tavolo non troppo grande è seduta una ragazza che sembra avere origini ispaniche.
Ha i capelli lunghi e neri, occhiali vistosi e mangia controvoglia quello che, da qui, sembra essere un piatto di riso al sugo.

Mi incammino verso il suo tavolo con il vassoio tra le mani e, arrivata da lei, mi schiarisco la voce.

«Ehm... Posso?» chiedo, indicando le sedie vuote.

La ragazza alza svogliatamente il capo e fa un cenno d'assenso.

Mi siedo e, audace, allungo una mano per presentarmi.

«Kayla Butler.»

La ragazza mi guarda. Tituba. Ma poi, alla fine, stringe la mia mano.

«Amira Padilla.»

Le sorrido e lei ricambia.

«Matricola anche tu?» chiede, continuando a mangiare svogliatamente il suo piatto di riso.

Annuisco e bevo un sorso veloce dalla mia bottiglietta d'acqua.

Quando la poso, parlo per intavolare una conversazione con questa ragazza che, a primo acchito, mi sembra una tipa a posto.

«Sì. Mi sono trasferita, in realtà. Non sono di Miami. Ma questo college mi è sembrato perfetto per me» dico, senza lasciar trapelare le mie origini e sperando che non me le chieda.

Ma anche se lo facesse, potrei rifilarle una bugia!

«Capito. Spero ci troveremo bene, qui. Non voglio rotture di palle! Il liceo è stato un inferno, per me» confessa e sembra arrossire, come se si vergognasse. Come se si fosse pentita di averlo detto.

«Il liceo non è mai un periodo facile» dico, pensando ai miei, di guai. Più duri e violenti di quanto una persona potrebbe immaginare.

«Già. Hai già conosciuto qualcuno?» chiede, sorseggiando la sua cola.

«Un ragazzo. È qui con un gruppo di amici. Si chiama Jordan, sembra a posto. Anche se... non sono interessata ai ragazzi, ma solo a studiare» dico decisa.

In parte è vero. Il mio futuro è la mia priorità, ma dall'altra parte...

Il mio passato mi ha segnata profondamente. Fidarmi di un ragazzo mi sembra un'utopia. Eppure, nonostante le mie paure, ho una voglia matta di vivere appieno la mia vita, divertirmi, frequentare qualcuno...

Innamorarmi.

Quando mi vengono certi pensieri cerco di affossarli bene dentro di me. Cerco di seppellirli, fin nel profondo.

La mia parte spaventata mi urla che sono una pazza, che nessun uomo mi toccherà più.

Che l'amore non esiste e io sono un'illusa se penso che ci possano essere bravi ragazzi.

«Per me è lo stesso» dice Amira, interrompendo i miei pensieri. «Gli uomini sono tutti coglioni!»

Ridacchia e io la seguo a ruota.

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