Capitolo 14 - Aiuto

157 29 8
                                    

Kayla

In biblioteca, rileggo silenziosamente gli appunti dell'ultima lezione di economia aziendale e provo a rimanere concentrata, cercando di non distrarmi e lottando con tutte le mie forze contro un'irresistibile e potente attrazione che, da più di dieci minuti, mi urla in testa di alzarmi, raccogliere tutte le mie cose, abbandonare la mia postazione e raggiungere lui, l'ultimo ragazzo al mondo a cui dovrei pensare in un certo modo: Ocean Emerson.

È seduto poco distante da me, accanto a un enorme e pesante tavolo in mogano di legno massello.

L'aurea austera che gravita attorno alla biblioteca della facoltà di architettura contrasta col look punk/rock di Ocean: tatuaggi ovunque, shirt scura, jeans sdruciti e giacca di pelle.

Si rigira tra le mani una sigaretta spenta e legge un libro impolverato. Mi chiedo cosa, esattamente.

Sbuffo, alzando gli occhi al cielo.

C'è qualcosa di strano che mi calamita verso questo ragazzo. Il ragazzaccio della The U, come lo chiamo io, o, semplicemente, il giovane spezzato con gli occhi chiari e una corazza a mascherare il suo vero io.

Perché forse sarà presunzione la mia, ma sento che è così, che Ocean è molto più di quello che vuole far credere. E non so se quella che sono, dopo il terribile passato che ho vissuto, soffre semplicemente della sindrome della crocerossina, però... però desidero passare sempre più tempo in sua compagnia.

È già successo. Insomma, a causa dell'influenza di Tanner che lo ha costretto una settimana a letto, Ocean mi ha fatto da tutor al suo posto per sette giorni e, così, ho avuto l'occasione per conoscerlo meglio, anche se di pochissimo.

Inoltre, talvolta, insieme al suo amico Dan, ha gravitato attorno al mio gruppo di amiche, gironzolando un po' troppo spesso, in maniera fintamente casuale, nei nostri paraggi.

Ecco che, quindi, le occasioni per passare del tempo insieme non sono mancate.

Forse è per questo che, ora, muoio dalla voglia di cambiare tavolo e sedermi accanto a lui?

Sarà l'abitudine?

«Al diavolo!» dico tra me e me, maledicendomi da sola.

Mi alzo di scatto, recupero le mie cose e, in silenzio, raggiungo Ocean, schiarendomi la voce prima di parlare.

«Ciao. Posso?» chiedo, indicando con un cenno una delle sedie vuote accanto a lui.

«La biblioteca non è mia, Kayla, non c'è alcun divieto. Non devi chiedermi il permesso» dice con aria svogliata. Poi, come niente fosse, ritorna con lo sguardo al suo libro, ignorandomi.

Con un'audacia che mi è sconosciuta, glielo frego dalle mani e lo richiudo, posandolo sul tavolo a debita distanza da lui.

«Se quel divieto ci fosse, però...» Chino piano il mio viso accanto al suo, provocatoria.

Non so che cazzo sto facendo, ma se che non riesco a fermarmi.

«Mi faresti sedere lo stesso?»

Ocean deglutisce forte, guarda la mia bocca, fa un leggero sorriso e poi si passa la lingua sulle labbra.

«Sì, bambolina» sussurra.

Mi rischiaro di nuovo la voce e mi accomodo, aprendo i miei appunti.

Con la coda dell'occhio osservo Ocean che mi studia, seguendo ogni mio movimento.

Alzo gli occhi dagli appunti e gli sorrido, puntellando il gomito e posando una mano sotto al mento. Lo guardo.

«Cosa leggevi?»

Unloved Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora