FRAGILE
POV. VALENTINA
Mi chiamo Valentina, ho 17 anni e vivo a San Basilio, un quartiere di Roma. La mia famiglia è benestante e vorrebbero per me solo il meglio, ma io non ho intenzione di dipendere da nessuno. Proprio per questo mi sono fidanzata con un ragazzo, Niccolò, che sogna di cantare e che è già stato bocciato due volte.
Ovviamente non posso dirlo ai miei genitori perché sicuramente farebbero una tragedia, ma Niccolò sta iniziando ad essere stufo di tutto ciò.
Proprio stamattina abbiamo avuto l'ennesima litigata a causa di questa pessima situazione. E la cosa peggiore è che ho detto cose bruttissime che ovviamente non penso, ma ora so come risolvere il problema. É l'unico modo.
-FLASHBACK-
"Quando hai intenzione di parlare di noi ai tuoi genitori?"
"Nic, lo sai che è complicato e che non capirebbero"
"Si certo, sempre la solita scusa, sai benissimo che così non possiamo andare avanti"
"Niccolò, non so come altro dirtelo, ai miei non andrà molto a genio questo stupido sogno di cantare"
"Stupido... capisco"
"No Nic, non era quello che intendevo dire"
Ma Niccolò aveva voltato le spalle ed era corso via e Vale non era riuscita a stargli dietro.
-FINE FLASHBACK-
POV. NICCOLÒ
Sono appena tornato a casa. Non ho nemmeno pranzato e mi sono lasciato scivolare lungo la porta. Ho afferrato la mia stupida agenda e ho iniziato a buttare fuori tutto quello che provo. Nessuno crede in me, nemmeno la mia ragazza.
Fosse l'ultima cosa che faccio ma dimostrerò a tutti loro che si sbagliano e che io posso farcela.
Scrivo senza sosta senza nemmeno rendermene conto. In meno di dieci minuti ho composto una canzone che devo assolutamente far sentire ad Adriano, il mio migliore amico. Lui e i miei amici, i Miserabili, sono gli unici a credere sempre in me. E poi si sa, se una canzone piace ad Adriano allora conquisterà sicuramente tutti.
Manca solo il titolo. Ci penso per un po', picchiettando la penna sul foglio zeppo di parole e cancellature finché non mi viene un lampo di genio. La chiamerò "Fragile", che è esattamente come mi sento io in questo momento. Non faccio in tempo a finire di scrivere che sento il campanello suonare, la porta aprirsi e dei passi delicati nel corridoio. Qualche istante dopo qualcuno bussa piano alla mia porta. Mi alzo da terra, poso l'agenda sulla scrivania e apro. Valentina mi guarda e lentamente mi sposto per farla entrare in camera.
"Che vuoi? Rinfacciarmi ancora che i miei sogni sono stupidi?", domando velenoso.
"Assolutamente no. I tuoi sogni non sono stupidi Nic, lo sai che amo sentirti suonare e cantare, ero solo arrabbiata e non ho pensato prima di parlare"
La osservo silenzioso mentre cammina per la mia stanza e subito mi ricordo di ciò che ho scritto di lei nella canzone, di quanto anche lei sia fragile come la neve.
"Per farmi perdonare sono corsa a casa e ho raccontato tutto ai miei genitori, come sospettavo non sono entusiasti però sono disposti a conoscerti se lo vorrai"
Immediatamente sento la rabbia scemare e d'istinto l'afferro per i fianchi e la attiro a me. Valentina mi getta le braccia al collo e io ne approfitto per unire le nostre labbra in un bacio famelico. Lei ricambia e in men che non si dica ci ritroviamo stesi sul letto a condividere ed unire le nostre fragilità
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One shot di UltimoPeterPan
FanfictionOne shot dedicate agli album di Ultimo Ogni canzone ha la sua storia