I Giorni passarono e la mancanza era troppa, era come se mi avessero strappato un pezzo di cuore. Joseph cercava di farmi mangiare, ma io non volevo.
Era da giorni ormai che stavo nel letto, migliaia di persone muoiono e io dormo in un letto.
Finalmente Joseph tornò,
-Amore mio, finalmente ti sei alzata. Ho una brutta notizia.
-Ho deciso di reagire Joseph, non posso stare sempre nel letto. Devo farlo per mia mamma, devo trovare mio padre.
-Brava amore mio, vieni qui.
Mi abbracciò un abbraccio che mi faceva capire quanto amavo questo uomo. Lui è semplicemente la mia vita.
-Che dovevi dirmi?
-Il comandante, quello superiore a me. Vuole che ognuno di noi, smetta di avere donne ebree in casa. Devi andare nelle baracche come tutte le altre, già da domani. Ti ho portato un pigiama pulito, e dei calzoni molto pesanti. Così non sentirai freddo, ti verrò a trovare tutte le volte che posso amore mio. Dovrai stare sempre nella baracca. Ti proteggero io.
Inizia a piangere, non volevo andare in quei posti. Non c'è la faccio.
Lo abbraccia forte forte, non volevo separarmi da lui. Ma non potevamo fare insospettire la gente.
Beh fu la notte più bella della mia vita, mi regalò del cioccolato. E fare tutta la notte l'amore con lui, spero un giorno di sposarlo e di avere dei figli con lui.
Se anche lui muore, beh la mia vita davvero finisce definitivamente.
La mattinata arrivò, mi misi il pigiama a righe e andai nella baracca. Dove mi aveva detto lui, quella baracca puzzava. Molte persone erano magrissime, erano ormai mesi che stavano li dentro
Mi in una specie di letto di legno, e mi addormentai. Stanca della notte passata. Mi svegliai con le urla di una ragazza, che mi diceva che quel posto era suo. Mi alzai e la guardai in faccia, rimasi incredula. Era Rachele.-Rachele?
-Anne
Ci abbracciammo, la mia migliore amica. Quanto la volevo bene.
-Rachele, hai notizia degli altri?
Qualche settimana fa ho visto otto, ma lui non mi ha vista.-Anne, vale è morta qualche tempo fa. Mia madre, mia sorella, mio padre sono morti tutti.
-Rachele è morta anche mia madre, mio padre non so che fine ha fatto.
-Anne lo visto, oggi dietro il recinto.
-Davvero?
-Si Anne, lo vedo ogni giorno di sera prima di venire qua.
-Grazie Rachele, domani andrò a vederlo.
Ci abbracciammo di nuovo, gli raccontai tutta la fortuna che avevo avuto. Per la prima volta parlavo con qualcuno di Joseph. Di sera come promesso, mi portò del cibo. Che divisi con Rachele, non riuscivo a dormire. Il letto era scomodissimo, iniziai a pensare. Era ormai giorni che aspettavo il mio ciclo, ma non arrivava. Una volta mamma mi disse, che se avevi ritardi. Voleva dire che eri in gravidanza.
No, non poteva essere.
Non può capitare a me, non qui dentro. No. Non riuscivo a dormire, decisi di rischiare. Dovevo parlare con Joseph, la casa non era molto lontana da qui. Dovevo parlare con lui di questa cosa, se davvero ero incinta. Dovevamo scappare da quel posto, e se lui non era disposto. Sarei fuggita da sola ho sentito di persone che c'è l'hanno fatta a superare la barriera.Non voglio abortire, e non voglio che mio figlio nasca in questi posti.
Perchè non ci ho pensato prima, è ormai due mesi che non ho ciclo. Non ho mai avuto ritardi. Ho paura, adesso vorrei solo avere qui la mia mamma.
Mi alzai dal letto molto lentamente, per non svegliare nessuno. Per fortuna non c'erano guardie, andai dritta nella casa. Stavo attenta a non farmi vedere dalla luce che c'era in alto che girava. Se no sparavano direttamente .
Alzai la piantina, dove Joseph teneva il secondo mazzo di chiavi. Aprì lentamente, e andai nella sua stanza, non vedevo niente era notte fonda.
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~La mia salvezza
Historical FictionQuesta storia è ambientata ai tempi della seconda guerra mondiale, tra le mura fredde di Berlino. Parla di Anne una ragazza di 17 anni, ebrea. Tanto bella quanto testarda. Che con la sua semplicità e trasparenza riuscirà a far innamorare il suo aguz...