~Capitolo 16

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Dopo le parole di Joseph, tutti si diedero una calmata. Tutto tornò come prima. E io mi ero letteralmente innamorato dell'ultima arrivata, la piccola Eleonor. Era una bimba dolcissima di pochi mesi, e non vedevo l'ora di avere anche il mio di bimbo fra le mie braccia.

Aspettavamo a Giusi, la donna che ogni giorno porta il cibo. Ma non arrivava, era già in ritardo di due ore. E da quando è iniziata la guerra, era sempre stata in orario con gli appuntamenti. Avevano pochissimo scorte, per quella sera potevamo cenare con quel cibo. Ma l'indomani, come avremmo fatto se Giusi non sarebbe arrivata? come avremmo mangiato?  Dopo che ci siamo resi conto che Giusi non sarebbe venuta, iniziammo a pelare le patate. Per cena avremmo mangiato solo quello. C'è n'erano molte, ma troppe persone. Solo per quella sera sarebbero bastate. Dopo aver mangiato, un altro giorno era passato e tutti a letto.

Mi sveglia come ogni mattina, con le urla dei bimbi. Aspettavamo Giusi ma non arrivava, e la colazione la saltammo! I bimbi avevano fame, e anche io molta.

L'uomo che ci accolse qui dentro iniziò a parlare,

-Ragazzi, Giusi non verrà!
È sempre stata puntuale. Gli sarà successo qualcosa. Dobbiamo uscire noi, e prendere più mangiare possibile. Questo è il mio piano.

Iniziò a parlare, volevano uscire andare al mercato e comprare il cibo. Facendo finta di essere tedeschi. Ma dovevano mascherarsi, per non essere riconosciuti.
Tutti i miei sogni si frantumarono in un minuto, non potevano uscire specialmente Joseph. Se li avrebbero scoperti? Come avremmo dato da mangiare hai bambini? Lasciare noi donne sole non era per niente una buona idea. Ma dovevano farlo, i bambini dovevano mangiare. Anche noi. Se non sarebbero tornati, allora toccava a me uscire. Qui non mi conosceva nessuno, e con il pancino ormai in vista nessuno avrebbe sospettato. Se avrebbero scoperto anche me, allora dovevano uscire. Restare qui voleva dire morire, andando nei campi avrebbero avuto una possibilità. Ho provato a fargli cambiare idea, ma niente da fare. Iniziarono a vestirsi, per fortuna avevano un completo sistemato. E ne prestarono uno a Joseph.
Erano tutti pronti, ed era arrivato il momento dei saluti. Potevo non rivederlo mai più, lo abbraccia forte e lo bacia. Non volevo lasciarlo andare!
Joseph diede un bacio al pancino, mi rivolse un sorriso che non dimenticherò mai. Prima di uscire. Non volevo piangere, lui sarebbe tornato. Abbiamo affrontato tante cose assieme, non potevamo perdere adesso.

Passò un'ora, e ancora non era arrivato nessuno. Eppure il mercato non era molto lontano.

Due ore, Tre ore, Quattro ore.
Nessuno traccia.
L'ansia iniziava a salire, perché tutto questo tempo?
No, non potevano averli scoperti.
Assomigliavano a dei semplici tedeschi, che andavano a fare la spesa. Avevamo perso le speranze, era notte fonda e ancora nessuno si era fatto vivo. Non potevo neanche immaginarlo di perderlo, ma

Finalmente la porta si aprì, e entrò Mauro, aveva uno zaino alle spalle e un braccio che sanguinava. Poi entrò Joy, che non aveva niente e teneva Joseph che non riusciva a camminare, e aveva un buco nella coscia. E infine il signor Alessio, la persona che ci salvò. Non riuscivo a capire cosa era successo, ognuno di loro aveva uno zaino alle spalle. Da dove avevano preso tutte quelle cose, appena vidi Joseph corsi subito da lui.

-Ma che avete combinato?
Ero preoccupata, presi subito le forbici e gli tagliai il pantalone dopo averlo messo nel letto. Il signor Alessio iniziò a preparare le cose per levare la pallottola, per fortuna ha le cosce belle grosse e la pallottola non ha toccato l'osso. Mi misi accanto a lui, presi un panno e lo misi in bocca. Gli stringevo la mano, ma non bastava per alleviare il dolore.
Il signor Alessio prese delle pinze e levò il proiettile, disinfettò con cura tutto e dopo ri cucì tutto. Gli avvolsi la garza, dovevamo disinfettarlo tre volte al giorno per evitare infezioni.

-Cosa è successo Joseph?

-Quello zuccone di Mauro ha perso i soldi, allora è rimasto nel bagno del negozio finché non ha chiuso. Quando tutti se ne sono andati, ci è venuto ad aprire e abbiamo preso più cose possibili. Ma il proprietario ci ha sentiti, e quando siamo usciti ha iniziato a sparare. E ha preso me, e lui.

-Ho temuto di averti perso per sempre brutto stronzo.

L'abbraccia, e lo strinsi forte a me. Il mio Joseph.

Il signor Alessio, levò la pallottola anche a Mauro. E dopo tante urla, in piena notte iniziammo a mangiare. C'erano un mare di cose. Frutta, pane, latte biscotti marmellate pasta patate. Tantissime cose, per un po di tempo sarebbero bastati per tutti. Dopo aver mangiato tantissimo, andammo tutti a letto.

Finalmente il mio Joseph era qui con me.

~La mia salvezzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora