~Capitolo 10

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Mi alzai dal letto molto lentamente, per non svegliare nessuno. Per fortuna non c'erano guardie, andai dritta nella casa. Stavo attenta a non farmi vedere dalla luce che c'era in alto che girava. Se no sparavano direttamente.

Alzai la piantina, dove Joseph teneva il secondo mazzo di chiavi. Apri lentamente, e andai nella sua stanza, non vedevo niente era notte fonda.

Trovai lui sveglio, che fissava il soffitto. Allora non sono l'unica a non dormire.

-Joseph

Lui si alzò al volo, era incredulo.

-Che ci fai qua? Stai bene? Ti hanno fatto qualcosa?

-Stai tranquillo sto bene

Lui si alzò, e corse subito da me. Mi prese in braccio, mi levò quello stupido pigiama. E mi baciò, un bacio pieno di desiderio. Grazie a quel bacio riuscivo a respirare, era come ossigeno per me. E anche per lui, tutti e due avevamo bisogno ognuno dell'altro. Per respirare e per restare in vita.

-Joseph, devo parlarti.

-Dimmi amore mio

-Quando ero nella baracca, ho iniziato a pensare.

-Pensare cosa?

-Ha da due mesi che non ho il mio ciclo, e il mio è sempre puntuale.

Rimase li fermo, con un espressione a O! Cercava di parlare, ma le parole non uscivano. Avevo paura, e se mi lascia?

-Quindi vuoi dire che, che sei incinta?

-Non ne sono sicura, ma credo di si.

-Questo vuol dire.. Un bambino, la pancia che cresce. Ehh come facciamo? Se qualcuno vede il pancione? Ehh tu sei un ebrea. No, no non può essere.

Si alzò dal letto, e si allontanò.

Mi alzai, nuda e lo seguì.

-Joseph ho paura.

Mi misi davanti lo specchio, e nella mia pancia piatta. Si vedeva propio, era tonda. Dentro di me c'era un bambino.

Joseph si avvicinò, e poggio la sua mano nella mia pancia.

-Qui c'è nostro figlio, nostro figlio Anne.

-Si

Mi prese molto delicatamente, e mi poggio nel letto.

Tutta la notte a parlare, parlare di questo bambino. Dal nome da mettere se fosse maschio, o femmina. Dovevamo scappare, non potevamo stare li per molto tempo. La pancia sarebbe cresciuta, e qualcuno poteva scoprirlo. E quel momento sarebbe stato fatale per tutti e tre.

L'indomani mattina, tornai nella mia baracca. Non avevo ancora informato Joseph che sarei andato da mio padre quel pomeriggio. Dovevo vederlo, e sapere che stava bene.

Prima che tutti si alzavano, io ero già nella mia baracca. Finalmente la sera arrivò, Rachele mi aveva detto dove andare e a che ora. Non avevo detto niente del bambino, non ne avevo il coraggio. Finalmente vedevo degli uomini uscire, lo visto papà. È sempre il più bello il mio papà, molto dimagrito. Ma sempre bellissimo rimane. Sicuramente non sa niente di mamma, ma io non voglio dargli questo dispiacere.

-Papà, Papà

incomincia ad urlare, quando mi vide i suoi occhi iniziarono a brillare. Corse verso di me, ma c'era sempre il recinto che ci divideva.

-Amore mio, per fortuna stai bene.

-Papà mi manchi un sacco.

-Amore tranquilla, molto presto finisce tutto.

-Papà hai del cibo?

-Si amore, dove siamo noi lo passano e tu? Vuoi non domani ti porti qualcosa?

-No papà va tutto bene, anche da me lo passano.

-Mamma? Hai visto mamma?

Abbassai subito lo sguardo, papà avrebbe capito.

-Amore mamma..

-Si papà

Si accasciò a terra, papà amava mamma. E lei è morta per colpa mia.

Un soldato veniva verso di noi

-No papà Ascoltami, un soldato sta venendo a prenderti. Devi alzarti, devi continuare va bene ? Papà fallo per me, alzati. Ho bisogno di te. Papà tra un po è il mio diciottesimo compleanno. E tu devi essere con me va bene papà? Non lasciarmi sola.

A quelle parole si alzò, e il soldato lo prese e lo portò con gli altri. Io mi misi a correre e tornai nella mia baracca.

Aspettavo Joseph che mi portava il mangiare, ancora non era arrivato. Avevo molta fame, negli ultimi giorni vomitato solo, e avevo nausea ogni momento. Spero solo che tutto questo sia normale, e che il mio bimbo stia bene. Ero sola nella baracca, la porta si aprì. Mi sembrava Joseph, invece era l'uomo che aveva cercato di violentami, e l'uomo che aveva ucciso mia madre.

~La mia salvezzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora