La vita della camera di un morto

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"Ti preghiamo Nostro Signore, Dio onnipotente ed eterno. In questo momento di preghiera siamo qui riuniti per ringraziarti di tutto ciò che hai sempre fatto per noi, e che fai tutti i giorni. Invitiamo lo Spirito Santo nel nostro cuore perché ci benedica con la Sua fiamma e ci dia la forza per andare avanti nella nostra vita. Gesù, Ti preghiamo per ciò che stiamo passando. Ti preghiamo affinché possiamo trovare la via giusta e in pace con Te. Siamo confusi Gesù, siamo persi e solo Tu ci puoi guidare, perché sei il buon pastore. Gesù, più di ogni altra cosa Ti preghiamo per il riposo del nostro fratello Jacopo che hai chiamato a Te, che ora lui possa essere in Paradiso e riposare in pace. Ti preghiamo affinché ci ascolti Cristo, Padre mio, perché noi uomini senza di Te chi siamo? Tu sei la Via, la Verità e la Vita e noi abbiamo fede in questo. Qualunque cosa Tu ci indicherai, noi faremo, infatti sappiamo che solo Tu sei al corrente di ciò che è giusto fare. Alla fine di questa preghiera vogliamo ancora una volta ringraziarTi e chiedere perdono dei nostri peccati. Ti amiamo Gesù, e sappiamo che Tu ami noi. Amen."

Così pregava Don Giovanni ed Elia con lui. Non ero contraria a ciò, era il loro modo di affrontare le situazioni più complesse, ed io dovevo rispettarlo. Ero tornata nuovamente in oratorio poiché Don Giovanni mi aveva chiamata dicendomi che c'erano novità. La grande novità era chiedere aiuto a Dio per trovare la prossima mossa, così, con Elia, si erano messi in cappella a pregare, ed io li avevo seguiti. Ero seduta sulla panca dietro di loro quand'ecco che Don Giovanni da che era in ginocchio, è repentinamente scattato in piedi sussurrando tra sé e sé con un tono quasi udibile: "so cosa dobbiamo fare" ha guardato il crocifisso sorridendo e mimando con le labbra un "grazie" , dopodiché si è girato verso di me ed ha esclamato: "Andiamo ragazzi!"

Eravamo nella mia cucina, non era cambiato assolutamente nulla da quando mio fratello era morto, tutto era rimasto nello stesso identico posto. Don Giovanni camminava lentamente avanti e indietro osservando ogni minima cosa: ogni crepa nel muro, ogni volto nelle foto sulle mensole, ogni stoviglia, ogni fornello, guardava tutto come se stesse cercando l'ago in un pagliaio e volesse trovarlo a tutti i costi.

"Don Giovanni" ho sospirato: "ma si può sapere che cosa sta cercando?" il sacerdote si è lentamente girato verso di me: "tuo fratello" mi ha risposto come se fosse la cosa più ovvia del mondo. La mia espressione accigliata e confusa faceva capire che pensavo avesse detto un' eresia, perciò ha cominciato a spiegare, senza smettere di camminare avanti e indietro, avanti e indietro...

"Sai, io penso che la vita di una persona si veda nelle sue cose. Non sto parlando di soldi. Parlo di come sono messe. Ad esempio se a te piace tantissimo un libro, quello rimarrà intatto oppure sarà rovinato per quante volte l'hai aperto e magari letto e riletto?"

"Rovinato" ho risposto con fare ovvio: "ecco" ha continuato: "io da questa cucina ho visto la morte di tuo fratello. Ho visto delle foto che lo ricordano, delle foto che vi ritraggono, ma ho visto solo la sua morte qua. Ora desidererei vedere la sua vita. Si può entrare in camera sua?"

A potere si poteva, ma non avevo la minima intenzione di farli entrare lì dentro. In quella camera c'era mio fratello. Io mi ci rifugiavo quando mi mancava talmente tanto da togliermi il respiro. E non potevo far entrare nessuno, nemmeno loro.

"Rachele. Fidati." Don Giovanni ha espresso queste parole nei miei occhi e io non volevo, ma una forza soprannaturale ha mosso le mie labbra nel dire: "seguitemi"

La camera di mio fratello era viva, nonostante lui non lo fosse, le sue cose lo erano e lo dimostravano. Mi prendevo cura io di pulirla ogni settimana, di far sì che tutto rimanesse dove era sempre stato. I miei genitori volevano regalare le sue cose ai bisognosi, ma io mi sono opposta talmente tanto che alla fine l'ho avuta vinta.

Don Giovanni ha cominciato a fare la stessa cosa, avanti e indietro, osservando stavolta più attentamente ciò che aveva intorno.

"Non sembra la camera di un morto" ha affermato poco dopo. Ho ridacchiato. Elia sembrava colpito dalle parole del don, infatti l'ha ripreso facendo una faccia che diceva: "delicatezza, per favore!". Don Giovanni ha riso e ha detto: "Rachele, perché è tutto messo in ordine come se tuo fratello fosse ancora vivo?"

Le carte della vita: esiste conversione nella morte dell'anima?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora