"Signorina!" Mi ha svegliata una donna. Ero ancora sull'autobus, eravamo fermi ed ero rimasta l'unica insieme a quella signora ad esserci ancora sopra.
"Scusi, penso di essermi addormentata..."
Lei ha ridacchiato soavemente: "non ti preoccupare cara, anche a me succede sempre."
Le ho sorriso, e dopo averla ringraziata, sono scesa. Era arrivato il momento. Avevo paura? Sì, moltissima. Mi sarei fermata? Assolutamente no. Ho digitato il nome della basilica e mi sono avviata, con il cuore in gola, lo stomaco intorpidito e il sudore freddo. Il display del mio telefono si è illuminato con su scritto un nome: "Don Giovanni", non ho risposto. In quel momento però, ho pensato una cosa: qual era la prima persona che volevo sapesse della mia morte? Ho messo Don Giovanni nei contatti di emergenza, sarebbe stato lui ad avvertire tutti di ciò che era accaduto.
Dopo più o meno 10 minuti di camminata ho visto un'insegna luminosa raffigurante un gelato. Il gelato era da sempre stato la mia zona di comfort, ogni volta che stavo male, bastava il gelato per tirarmi un pochino su, e prima di morire volevo mangiarlo un ultima volta.
Ho preso un cono grandissimo tutto alla stracciatella, mi sono seduta su una panchina e l'ho gustato piano piano, assaporandone ogni atomo. Mentre lo mangiavo accanto a me si è seduta una signora, mi sono girata a guardarla: era la stessa donna che poco prima mi aveva svegliata sul pullman.
"Ancora tu cara? Beh, forse la provvidenza mi vuole dire qualche cosa."
"La pro...?"
"La provvidenza, è come il destino, ma visto come azione divina."
Ho annuito.
"Come ti chiami?" Mi ha domandato: "Rachele, e lei?"
"Maria" ci sono stati alcuni secondi di silenzio e poi lei ha ricominciato ad interrogarmi: "dove stai andando?"
"Alla basilica di Santa Rita."
"Pellegrina?"
"Assassina" ho sussurrato: "cosa?" Menomale che non mi aveva sentita: "sì, esatto, sono una pellegrina."
"Ah, bene, sono contenta. Allora sicuramente conoscerai la storia di Santa Rita."
Ho fatto una faccia stranita e cenno di no con la testa: "è molto affascinante. Rita è una giovane italiana di piccola borghesia che si sposa con un uomo, un ghibellino pentito, e da lui ha due figli. Sono innamorati e felici finché il marito muore ucciso da un attacco guelfo. Lei rimane da sola con i due figli che, una volta cresciuti, vogliono vendicarsi della morte del padre uccidendo i suoi assassini. La madre scopre del piano di vendetta e prega Dio affinché gli stessi figli muoiano piuttosto che commettere un'azione simile."
"E cosa succede dopo?"
"Che i figli muoiono. E lei decide che ciò che Dio voleva da lei era la vita da nubile e prende i voti da suora. La chiamano "Santa dei casi disperati" forse è per questo che le sono così affezionata."
Prega per la morte dei figli... vendetta... casi disperati...
"Non lo dica a me. Se c'è un caso disperato qua sono io" il mio tono era sarcastico e amaro allo stesso tempo: "perché dici così?" Sembrava preoccupata: "nessun motivo in particolare" sono rimasta vaga io: "a volte la nostra vita ci pare disperata, ma tu prova a guardarla con gli occhi di Dio, e ti parrà fantastica."
"Lei crede che la vendetta sia la cosa migliore? O avrebbe fatto come Santa Rita?"
"Io credo che Dio vede, e Dio sa e Dio provvede" avevo finito il gelato, la mia pausa era finita.
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Le carte della vita: esiste conversione nella morte dell'anima?
Misterio / SuspensoQuesta è la storia di Rachele, una giovane donna che, dopo la tragica morte del fratello Jacopo, intraprende un viaggio di scoperta e redenzione. Con l'aiuto di Don Giovanni, un sacerdote che diventa il suo mentore spirituale, e di Elia, un amico fi...