Capitolo 9

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3 Ottobre

Quando mi svegliai mi accorsi che erano le 9:15.
Non potevo crederci, non mi era mai successo di svegliarmi in ritardo.
Uscii dalla mia stanza e andai in cucina.
«Finalmente ti sei svegliata» disse mia madre quando mi vide.
«Ieri mi sono addormentata tardi» risposi.
«Come mai? È successo qualcosa?» chiese lei preoccupata.
«No, nulla. Ho parlato tutta la notte con Alice» mentii.
La verità era che avevo pensato tutto il tempo ad Alex e a ciò che stava per succedere tra noi.
Tornai in camera mia e presi il telefono.
Trovai 3 messaggi di Alice.
“Lily, dove seii???”
“Stai arrivando?”
“Lilyyyy”
Anche Alex mi scrisse.
“Lily, sono davanti casa tua”
“Perché non scendi?”
“Sei già a scuola?”
Prima risposi ad Alice.
“Mi sono svegliata adesso. Vieni a casa mia di pomeriggio? Devo parlarti".
Poi ad Alex.
”Mi sono svegliata adesso. Ci vediamo stasera".
Posai il telefono e andai a fare colazione.
Presi il latte, lo misi nella tazza e lo riscaldai nel microonde; poi presi i cereali e li misi nella tazza.
Quando finii, lavai la ciotola e la posai.
Mi andai a fare la doccia e mi vestii; misi un top bianco, un paio di jeans, un giubbotto di pelle nero, le converse ed uscii.
Non sapendo cosa fare, andai al parco e, quando arrivai, vidi James seduto su una panchina.
«Ehi, anche tu qui?» dissi sedendomi vicina a lui.
«Ehi, sei viva allora. Come mai non mi hai scritto?» chiese.
«In questi giorni sono stata molto impegnata» risposi.
Ma la verità era che avevo pensato così tanto ad Alex che, alla fine, avevo dimenticato di farlo.
«Rimedio subito» dissi prendendo il biglietto dalla tasca del jeans.
Memorizzai il suo numero e lo chiamai.
«Adesso anche tu hai il mio».
«Come mai non sei a scuola?» chiesi.
«Volevo stare un po' da solo. Mia nonna non sta bene, sono preoccupato per lei» rispose rivolgendo lo sguardo in un'altra direzione.
«Mi dispiace» dissi poggiando una mano sulla sua spalla.
«Vedrai che si riprenderà» cercai di rassicurarlo.
«È malata da un po' ma adesso sta peggiorando».
Vidi i suoi occhi velarsi di lacrime e i suoi pugni stringersi. Stava cercando di non piangere.
«Non tenerti tutto dentro. Sfogati, ti farà bene» dissi.
«Non posso, devo essere forte. L' ho promesso ai miei genitori» rispose, ma dopo  qualche minuto scoppiò a piangere.
Lo abbracciai.
Quando si calmò, si staccò e disse «grazie, ne avevo bisogno».
Sorrisi.
Sentii squillare il telefono, così lo presi per vedere chi fosse, Alice.
«Lily, dove sei? Sono davanti casa tua» disse.
«Ehi, sono al parco. Tra due minuti arrivo» risposi.
Poi, rivolta a James, dissi «devo andare, ci vediamo».
«Ciao Lily».
Quando arrivai, Alice non mi diede neanche il tempo di entrare che subito cominciò a farmi domande.
«Che succede? C'entra Alex, vero?» disse.
«Si! Saliamo in camera» risposi.
Ci sedemmo sul letto e le raccontai tutto quello che successe la sera precedente.
«Che bellooooo! Sono così felice per te» cominciò ad urlare.
«Sapevo che gli piaci anche tu» disse.
«Penso che fosse solamente preso dal momento, magari se ne sarà anche pentito» pensai ad alta voce.
«Non dire sciocchezze» rispose lei.
Come se avesse sentito che stessimo parlando di lui, Alex mi chiamò.
«È Alex» dissi ad Alice.
«Rispondi» mi incintò.
«Pronto?».
«Ehi, ci vediamo nella casa sull'albero?» chiese.
«Scusa, sono con Alice. Ci vediamo stasera»
«Ah, va bene. A dopo allora».
«A dopo».
«Che ti ha detto?» mi chiese Alice dopo aver chiuso la chiamata.
«Mi ha chiesto se volessi andare nella casa sull'albero, ma gli ho risposto che sono con te e che ci vedremo stasera».
Lei annuii.
Parlammo per parecchie ore, fin quando suo padre la chiamò per dirle di tornare a casa.
La salutai e, una volta uscita, scrissi ad Alex.
“Sto andando nella casa sull'albero. Ti aspetto”.
Uscii di casa e mi andai lì ad aspettarlo.
Dopo qualche minuto sentii qualcuno toccarmi la spalla.
«Ehi» dissi.
Lui mi abbracciò.
«Stai bene? Mi sono preoccupato quando stamattina non ti ho vista» disse.
«Si,ieri ho fatto fatica ad addormentarmi» risposi.
«Come mai?» chiese preoccupato.
Feci un respiro profondo prima di dirglielo.
«Ho pensato tutta la notte a noi e a quello che poteva succedere se tuo padre non fosse entrato nella tua stanza» dissi tutto d'un fiato.
Lui sembrò spiazzato dalla mia affermazione.
«Forse è stato meglio così. Avremmo fatto uno sbaglio» disse dopo qualche secondo,  quasi sussurrando.
Il mio cuore sembrò non battere più.
Non sentii più nulla. Nella mia testa sentivo rimbombare ancora quelle parole.
Forse è stato meglio così. Avremmo fatto uno sbaglio.
Sentii mancarmi il respiro. Volevo scomparire.
«Lily stai bene?» chiese agitato.
Ma io non risposi e me ne andai prima di scoppiare in lacrime.
Tornai a casa e andai di corsa in camera mia, mi misi a letto e scoppiai a piangere.
Avremmo fatto uno sbaglio.









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