Capitolo 12

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9 Ottobre

Quando uscii di casa, per andare a scuola, trovai Alex ad aspettarmi.
«Ehi» dissi, ma capii subito che fosse molto arrabbiato.
«Perché non sei venuta ieri? Sono stato un'ora ad aspettarti».
«James aveva bisogno di me» risposi.
«James? Il ragazzo con cui parlavi alla festa?».
«Si, sua nonna stava male e...» ma non riuscii a terminare la frase perché Alex cominciò ad urlare «quindi hai preferito lui a me? Avevo
capito di averti ferita e sono stato tutto il giorno a preparare una cosa per te. Volevo farmi perdonare, ma hai rovinato tutto».
«Alex, aspetta! Non è come sembra» dissi, ma fu inutile perché si girò e andò via.
Tentai di tenere a freno le lacrime, ma non ci riuscii.
Era tutta colpa mia.
Non potevo andare a scuola, mi avrebbero fatto tante domande.
Rientrai in casa e trovai mia madre davanti la porta.
«Lily, cosa è successo? Ho sentito Alex urlare» chiese preoccupata. Decisi di dirle tutto.
«Ieri dovevamo vederci, ma sono andata a casa di James e l'ho dimenticato. Avevamo litigato e lui voleva farsi perdonare ma io ho rovinato tutto» dissi scoppiando in lacrime.
«Mi dispiace tanto Lily» rispose abbracciandomi.
«Ho bisogno di stare da sola» dissi ed uscii di casa.
Decisi di andare nel posto che più amavo ma che non vedevo da molto tempo.
La nostra casa sull'albero.
Il nostro rifugio.
Entrai e la prima cosa che vidi fu il suo pianoforte; era aperto e sopra c'era un foglio con scritto “you and I like the stars”.
Non riuscii a leggere altro perché il foglio era strappato.
Lo misi in tasca e mi sdraiai sulla coperta ad osservare il cielo; non l'avevo mai osservato di giorno.
Dopo qualche ora, uscii e andai a fare una passeggiata.
Nelle cuffie partì golden hour e mi persi tra i miei pensieri.
Arrivai al parco e vidi James ma, questa volta, non mi fermai; non volevo vedere nessuno.
Mi allontanai ma sentii qualcuno toccarmi la spalla.
«Lily? Tutto bene?».
Mi aveva seguito.
«Ehi James, non proprio. Vorrei stare da sola, scusami» risposi continuando a camminare.
«Cosa è successo? Puoi parlare con me» disse.
Voleva solamente essere gentile, ma non avevo voglia di parlare.
«Ho litigato con Alex ma non ho voglia di parlarne. Ci vediamo» risposi camminando più veloce.
«Aspetta Lily! Tu mi sei stata vicina in questi giorni e vorrei poter ricambiare».
«Ieri dovevo vedere Alex ma poi sono venuta a casa tua e l'ho dimenticato. Voleva farsi perdonare, ma adesso è arrabbiato con me ed è solo colpa mia».
Sentii di nuovo le lacrime pizzicarmi gli occhi ma cercai di trattenerle.
«Scusa Lily, è anche colpa mia. Ti ho invitata io a casa mia» disse.
«No, tu non c'entri nulla. Dovevo essere io a ricordarmi di andare nella casa sull'albero» risposi.
«Adesso che te l'ho detto vorrei stare da sola» dissi.
«Va bene, ciao Lily» rispose e se ne andò.
Continuai a camminare fin quando non arrivai davanti casa di Alice.
Sapevo che fosse a scuola ma decisi di entrare lo stesso e aspettarla. Avevo bisogno di parlare con lei.
Suonai e suo padre mi aprì.
«Buongiorno Lily, come mai qui?» chiese.
«Buongiorno, posso entrare? Alice tra poco tornerà a casa ed io ho bisogno di parlarle» risposi.
«Va bene, accomodati» disse spostandosi per farmi entrare.
«Come mai non sei a scuola?» mi chiese.
«Diciamo che avevo bisogno di prendermi una pausa» risposi.
«Vuoi un biscotto? Li ho usciti poco fa dal forno».
«Si, grazie».
Erano dei biscotti con le gocce di cioccolato, mia madre me li faceva sempre da piccola.
«È buonissimo» dissi quando lo assaggiai.
«Grazie, ho provato una nuova ricetta».
Dopo qualche minuto qualcuno aprì la porta.
«Ciao papà, sono tornata».
Era Alice.
«Lily, che ci fai qui? Come mai non sei venuta oggi?» chiese quando arrivò in cucina.
«Ciao Ali, ti stavo aspettando» dissi.
«Vieni, andiamo in camera mia».
Quando entrammo disse «dimmi tutto».
«Stamattina ho visto Alex. Ieri mi sono dimenticata di andare nella casa sull'albero perché sono rimasta a casa di James e lui si è arrabbiato».
«Come hai fatto a dimenticarlo? Certo che si è arrabbiato» disse.
«Ma James aveva bisogno di me, sua nonna era in ospedale e lui era preoccupato» risposi.
«E poi? Che hai fatto a casa sua per tutta la sera?» chiese lei.
«Il dottore l'ha chiamato per dirgli che sua nonna stava meglio ma dovevano tenerla in osservazione, così abbiamo preso la pizza per festeggiare e abbiamo guardato un film» risposi.
«Potevi tornare a casa dopo cena, potevi andare da Alex. Lui voleva solamente farsi perdonare ma tu non gli hai dato importanza» disse.
«Quindi sei dalla sua parte?».
Stavo litigando anche con lei? Non volevo perderla.
«Lily, non si tratta di essere dalla sua parte o dalla tua. Voglio farti capire che potevi andare nella casa sull'albero ma forse hai preferito rimanere con James» continuò lei.
«Ma cosa dici? Sai bene quanto Alex sia importante per me».
«Ma so anche come ti sei sentita dopo quella notte».
«Ero venuta per parlare con te, pensavo che mi avresti capita ma, a quanto pare, non è così».
Mi alzai per andarmene ma lei mi fermò e disse «Lily, aspetta! Non fare così. Devi capire, però, che Alex ci teneva e tu l'hai ferito».
«Adesso devo andare, ciao» dissi uscendo.
Sapevo che Alice avesse ragione ma mi aspettavo che lei fosse dalla mia parte.
In pochi giorni avevo perso le persone più importanti della mia vita.
Cosa stava succedendo?
Misi le mani in tasca e presi il foglietto che avevo trovato.
You and I like the stars.
Rileggendolo mi venne un'idea; forse potevo fare qualcosa per fare pace con Alex.
Contenta di aver trovato qualcosa in cui credere di nuovo, mi avviai nella casa sull'albero.
Stetti tutto il pomeriggio lì e, alla fine, riuscii a realizzarla.
Adesso dovevo solamente pensare a come dirgli di venire qui.
Tornai a casa soddisfatta di quello che avevo fatto, salii in camera mia, mi sedetti sulla scrivania e presi un foglio per scrivere delle idee su come farlo arrivare nella casa sull'albero.
Dopo mezz'ora avevo fatto una lista lunghissima; dovevo solo scegliere la migliore ma ci avrei pensato più avanti.
Mi alzai dalla scrivania e andai al muro di fronte al letto.
Lì avevo appeso delle foto di quando ero piccola, insieme ad Alice e insieme ad Alex.
Una, in particolare, mi colpì.
Era una delle prime foto che avevo fatto insieme ad Alex.
Eravamo nella casa sull'albero e mi aveva suonato per la prima volta una canzone.
Riguardando quelle foto sorrisi; non vedevo l'ora di far pace con lui.














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