Capitolo 6

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1 Ottobre

«Hai scritto i compiti di matematica?» chiesi ad Alice e lei mi passò il diario.
Erano passate due settimane dalla festa a casa di Sofia, ma non riuscivo a smettere di pensare a James.
Anche se dicevo il  contrario, in realtà mi sarebbe piaciuto rivederlo.
Finita l'ora, misi tutto nello zaino e uscii dalla classe.
Salutai Alice e mi incamminai verso casa.
Sentii arrivare un messaggio, così presi il telefono.
Era mia mamma che mi chiedeva cosa volessi per pranzo.
Non mi accorsi, però, che nella direzione opposta alla mia, c'era un ragazzo e ci scontrammo.
«Scusami» disse.
Riconobbi subito la sua voce.
«James, che ci fai qui?» dissi, non mi aspettavo di vederlo.
«Stavo tornando a casa» rispose.
«Abiti qui vicino?» chiesi non avendolo mai visto da queste parti.
«No, in realtà abito a Roma ma i miei genitori sono fuori per lavoro e adesso abito con mia nonna».
Non sapendo cosa dire, mi limitai ad annuire.
«È stato bello rivederti ma adesso devo proprio andare. Mia nonna mi aspetta per preparare il pranzo insieme» disse James dopo qualche secondo.
«Va bene. Ci vediamo» dissi.
Arrivata a casa, chiamai Alice per raccontarle tutto.
«Non pensavo di rivederlo» dissi riflettendo ad alta voce.
«Dovresti dargli una possibilità, potreste diventare amici» mi suggerì Alice
«Ti farò sapere» le dissi.
La salutai e mi misi a letto.
Pensai che forse Alice aveva ragione. Potevo dargli una possibilità.
Uscii di casa e andai al parco per distrarmi un po'.
La prima cosa che feci fu salire sull'altalena.
Ho sempre amato l'altalena perché, lì, mi sento libera.
Da piccola amavo farmi spingere dai miei genitori e, ogni volta, chiedevo di andare sempre più in alto.
Un tocco sulla spalla mi distolse dai miei pensieri.
Mi girai e vidi James.
«Ehi, che ci fai qui?» chiesi stupita di vederlo per la seconda volta nella stessa giornata.
«Vengo qui spesso per stare da solo» rispose sedendosi sull'altalena accanto alla mia.
«Ho interrotto qualcosa? Ti ho vista pensierosa» disse dopo qualche minuto di silenzio.
Non sapendo cosa rispondere mi limitai a sorridere.
«So che non abbiamo iniziato bene, l'ho capito dal modo in cui mi parlavi, ma possiamo provare ad essere amici» propose.
Ci pensai e, alla fine, annuii.
Lui sorrise ed io ricambiai.
«Sai, anche se qui ho trovato degli amici sento la mancanza di Roma e della mia vita lì; così ogni tanto vengo qui per staccare un po' dai miei pensieri» disse.
Era bello che si confidasse con me, anche se ci conoscevamo da pochissimo tempo.
Così, decisi di fare lo stesso.
«So cosa provi. Quando ho bisogno di tranquillità o di rimanere da sola vengo qui e comincio a pensare» dissi.
Non sapendo come continuare la conversazione, cominciai a dondolarmi.
Si fece sera, così decisi di tornare a casa.
«Vado prima che mia mamma si preoccupi» dissi a James alzandomi dall'altalena.
«Va bene, vuoi che ti accompagni?» mi chiese alzandosi.
«No tranquillo, vado da sola» risposi ma lui, come se non mi avesse sentito, iniziò a seguirmi per fare strada insieme.
«Vengo lo stesso» disse ridendo e risi anche io.
«Grazie» dissi quando arrivammo davanti casa mia.
«Figurati» rispose e, prima di andarsene, mi passò un foglio con il suo numero di telefono.
«Scrivimi quando vuoi» disse e se ne andò.
Salii in camera e scrissi subito ad Alice per raccontarle tutto.
Dopo qualche minuto mi rispose.
“Che carinoo, scrivigli subito".
”Non lo so, vorrei aspettare domani" risposi.
“Dagli una possibilità, vuole soltanto esserti amico”.
“Va bene, lo farò".
Ma la verità era che non sapevo cosa scrivergli. Non sapevo come comportarmi con lui.
In quel momento mi arrivò un messaggio da parte di Alex, così salutai Alice.
”Ehi Lily, ho una sorpresa per te. Ci vediamo nella casa sull'albero tra 5 minuti".
Lessi il messaggio sorridendo e mi affrettai a rispondere.
“Va bene, sto arrivando”.
Presi le chiavi ed uscii di casa.
Quando arrivai, trovai Alex ad aspettarmi.
«Ehi» dissi andando verso di lui.
Lui si alzò e mi abbracciò.
Solo adesso mi resi conto, di quanto mi fosse mancato passare del tempo da sola con lui in questi giorni.
Dopo qualche secondo, si sedette di nuovo sulla coperta, ed io feci lo stesso.
«Ho una cosa per te» disse tirando fuori dalla tasca una scatolina blu.
La presi e la aprii.
All'interno c'era una collana con due ciondoli: uno a forma di orsetto e uno a forma di stella.
«Grazie Alex, è bellissima» dissi sorridendo.
Poi, passandogli la collana, chiesi «potresti mettermela?».
Lui, in risposta, si avvicinò, mi spostò i capelli e me la mise.
Il tocco delle sue mani sulla mia pelle mi provocò un brivido lungo la schiena.
Alex si allontanò lentamente e spostò il suo sguardo verso i miei occhi.
Ed ecco che quella sensazione si ripresentò.
Non sapevo cosa fare. Dissi la prima cosa che mi venne in mente.
«Guardiamo le stelle?».
Lui annuii e ci stendemmo sulla coperta.
Alex cominciò a parlarmi delle stelle ed io, come ogni volta, mi avvicinai poggiando la testa sulla sua spalla.
In quel momento capii che tutto quello che mi bastava per stare bene era questo: Alex, i suoi racconti sulle stelle e la nostra casa sull'albero.
Quella sera mi addormentai lì, nel nostro piccolo posto nel mondo.














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