Capitolo 18

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29 Ottobre

Finalmente arrivò quel giorno.
Ero molto agitata, ma non avrei cambiato idea.
Sistemai la coperta e uscii dalla casa sull'albero per rientrare in casa.
Erano le 7:30 così salii in camera, misi un  jeans ed una maglietta bianca e scesi in cucina.
«Buongiorno mamma, io vado» dissi quando arrivai.
«Va bene, buona giornata» rispose sorridendo.
Le sorrisi ed uscii di casa.
Arrivata, trovai subito Alice ad aspettarmi.
«Ciao» dissi andandole incontro.
«È arrivato il grande giorno» disse ridendo e continuò «non pensavo ti saresti mai decisa».
In riposta mi misi a ridere.
«Allora, come ti senti?» chiese guardandomi negli occhi.
«Agitata ma sono sicura che andrà tutto bene» risposi.
Io e Alex ci conoscevamo da tanti anni, non avrebbe mai ignorato i miei biglietti.
«Lo penso anche io».
Suonò la campana ed entrammo.
Dopo un lungo periodo, ero tornata a sorridere, sapere che io e Alex avremmo fatto pace mi faceva stare bene.
Non vedevo l'ora di abbracciarlo.
Le ore sembrarono passare in fretta e, in un batter d'occhio, mi ritrovai fuori da scuola per tornare a casa.
«Ali, ho bisogno del tuo aiuto» le dissi una volta fuori.
«Dimmi tutto» rispose.
«Quando metterò il biglietto davanti la porta di Alex tu dovrai distrarlo così che lui non mi veda».
«E come faccio a sapere quando sarà il momento giusto?» chiese.
«Verrai a casa mia alle 16 così da pianificare tutto» risposi.
«Va bene» disse.
«Allora ci vediamo dopo».
«A dopo».
***
Quando entrai, vidi mia madre parlare con un ragazzo.
Per qualche secondo pensai che fosse Alex, ma quando si girò vidi che si trattava di James.
«Ciao Lily, guarda chi è venuto a trovarti» disse mia madre quando mi vide.
«Ciao mamma» risposi e, rivolta a James, dissi «ciao, che ci fai qui?».
«Ciao, passavo da queste parti e volevo salutarti» rispose.
«Che pensiero gentile» disse mia madre.
«Vieni, andiamo in camera mia» dissi rivolta a James.
Lui annuì e mi seguì.
«Che bella camera» disse quando entrammo.
«Accomodati dove vuoi» dissi e lui si mise sul letto.
Si avvicinò al muro e cominciò a guardare le foto.
«Chi è quel ragazzo?» chiese indicando una delle prime foto che avevo fatto con Alex.
«Alex. Questa è una delle prime foto che abbiamo fatto insieme. Eravamo a casa sua e suo padre, Massimo, ci scattò questa foto mentre facevamo il nostro primo puzzle. È uno dei ricordi più belli che ho perché quel giorno pioveva e, non potendo uscire fuori, avevamo creato delle stelle da mettere sul soffitto così da poter osservare le stelle anche dalla sua camera».
«Avete costruito molti ricordi» disse osservando le altre foto.
«Si, ho passato molti anni con lui. Mi è stato vicino in momenti difficili ed io ho cercato di fare la stessa cosa con lui. Quando i suoi genitori si sono separati passavo gran parte del mio tempo insieme a lui; non lo lasciavo solo neanche un secondo. È stato proprio in quel periodo che cominciò ad approfondire lo studio della musica» risposi.
«Sei libera stasera?» chiese ad un tratto.
Questa volta non avrei accettato, adesso dovevo pensare ad Alex.
«No, ho preparato una sorpresa per Alex per poter fare pace. Già una volta ho rischiato di perderlo e non farò di nuovo lo stesso errore» risposi.
Lui restò in silenzio così dissi «però possiamo fare un altro giorno».
«Va bene, ti scrivo tra qualche giorno» rispose.
«Perfetto».
«Adesso vado, mia nonna mi aspetta per andare a fare una passeggiata insieme a Max» disse.
«Va bene, ti accompagno giù» risposi uscendo insieme a lui dalla mia camera.
«Già te ne vai?» gli chiese mia madre uscendo dalla cucina.
«Si, mia nonna mi aspetta» rispose.
«È stato un piacere conoscerla» disse rivolto a mia madre e poi continuò «Ciao Lily, buona fortuna!».
«Grazie, e tu divertiti con tua nonna» risposi.
Sorrise ed uscì.
«È un ragazzo molto educato» disse mia madre.
«Si, è molto dolce» risposi.
Poi mi ricordai di aver invitato Alice, così dissi «tra qualche ora verrà Alice, deve darmi una mano per mettere in atto il mio piano».
«Va bene» rispose.

***

Come stabilito, alle 16 Alice suonò alla porta.
«Eccomi! Ho detto a mio padre di fare in fretta perché era una cosa urgente» disse entrando.
«Sei la migliore» risposi.
«Saliamo in camera».
Arrivate, si sedette sul letto ed io presi la scatola con il regalo e il biglietto.
«Questo è tutto quello che mi serve. Gli altri biglietti sono ancora posizionati nei luoghi stabiliti e spero che non li abbia ancora visti» dissi.
«Quello davanti casa tua è ancora qui, sotto la pietra vicino alla porta. Quando ero in macchina ho anche visto quello al parco. L'unico che non ho visto è quello nella casa sull'albero» rispose.
«Fino a stamattina era lì, l'ho controllato stamattina prima di uscire».
«Perfetto» disse.
«Adesso come facciamo a mettere questo?» chiese indicando il biglietto che avevo in mano.
«Hai il suo numero?» chiesi.
«Si, me lo avevi dato qualche anno fa, perché?» chiese non capendo dove volessi arrivare.
«Lo chiamerai e gli chiederai di uscire per chiedergli una cosa e, se ti risponderà dicendo di dirgliela per telefono, dirai che preferisci dirgliela di persona» proposi.
«E se pensa che sia innamorata di lui? Cosa mi invento?» chiese.
«Ottima idea! Fingi di essere innamorata di lui. Prenditi molto tempo e alla fine concludi dicendo che adesso non provi più niente» dissi alla fine.
«Ma tu sei pazza! Vedi cosa mi tocca fare per te» rispose.
«Certo, sei la mia migliore amica. Faresti di tutto per me» dissi abbracciandola.
«Va bene, lo faccio» rispose.
«Allora andiamoo» dissi saltellando.
«Come? Vuoi farlo adesso?» chiese.
«Si, sono le 17:30. Quando vedrà il biglietto saranno le 18 e arriverà nella casa sull'albero più o meno intorno alle 19».
«Vedo che hai già pensato a tutto» disse.
«Si, ieri sera ho pensato a tutto» risposi.
«Andiamo allora» disse alzandosi dal letto.
Prima di uscire andai da mia madre e le dissi «stiamo uscendo, se tutto va bene alle 19 parlerò con Alex».
«Va bene, buona fortuna» rispose abbracciandomi.
«Grazie, ciao mamma».
«Ciao».
Uscimmo e ci nascondemmo dietro un cespuglio.
«Chiamalo» dissi e lei prese il telefono.
«Ciao Alex, puoi uscire?È importante».
Posò il telefono, mi guardò e disse «sta arrivando».
Dopo qualche secondo vidi la porta di casa sua aprirsi ed Alex uscire.
«Vai Ali, sbrigati» dissi spingendola.
Lei annuì e si alzò.
«Ehi Alex» disse avvicinandosi.
«Cosa stavi facendo lì?» chiese Alex guardando nella mia direzione.
«Mi era caduto un bracciale» rispose.
«Allora? Cosa dovevi dirmi di tanto importante?» chiese insospettito.
Era arrivato il mio turno.
Mi alzai e andai nella direzione opposta alla loro, così da non farmi vedere.
Dovevo arrivare dietro la casa di Alex e fare il giro per arrivare alla sua porta.
«Non è facile dirlo ma credo di essermi innamorata di te» disse Alice ma non era per nulla convincente.
«Ti senti bene Ali?» chiese lui.
«Si, benissimo! Volevo dirtelo qualche mese fa ma non trovavo mai il momento giusto» continuò.
Ero così attenta ad ascoltarli che inciampai sul marciapiede.
«Cosa è stato?» chiese Alex girandosi.
Alice, capendo che fossi stata io, si mise davanti a lui, lo abbracciò e disse «io non ho sentito niente».
Per un momento avevo pensato che Alex mi avesse vista, per fortuna avevo portato Alice con me.
Mi alzai e continuai a camminare.
«So che non te lo aspettavi ma è così, provo qualcosa per te» continuò Alice.
«Non credevo di piacerti, in realtà non pensavo neanche che mi considerassi tuo amico. Insomma, non abbiamo mai parlato a parte qualche saluto» disse Alex passandosi una mano dietro la testa.
Finalmente arrivai davanti la porta di casa sua.
Mi abbassai, posai il biglietto e feci segno ad Alice di andarcene.
«Ma sai cosa? Credo mi sia già passato. In realtà credo di non provare più niente da qualche settimana. Adesso devo proprio andare, ciao Alex» disse Alice andandosene.
«Ciao» la salutò confuso.
«Credevo non finissi più» mi disse Alice quando ci allontanammo.
«Sei stata brava. La prossima volta dovrai essere più convincente» le dissi.
«La prossima volta? Non lo farò mai più, è stato imbarazzante» rispose.
«Ma l'hai fatto per una buona causa. Appena mi vedrà capirà che l'hai fatto per me» le dissi.
«Adesso io torno casa e tu vai nella casa sull'albero ad aspettarlo. Stasera fammi sapere com'è andata» disse quando arrivammo davanti casa mia.
«Va bene» risposi.
«Ciao, grazie per avermi aiutata» le dissi prima che se ne andasse.
«Mi devi un favore» disse ridendo e si allontanò.
Quando se ne andò, salii nella casa sull'albero e aspettai Alex.
Controllai di avere la scatolina e la misi a terra vicino a me.
Erano le 18:25.
Tra mezz'ora sarebbe arrivato e non sapevo ancora cosa dire.
Non avevo preparato un discorso.
Nella mia testa cominciai ad elaborare una conversazione ma sapevo già che fosse inutile perché non sarebbe andata così.
Controllai di nuovo l'orario; le 18:50.
Alex sarebbe arrivato a momenti.
Cercai di rilassarmi e di ripetermi che sarebbe andato tutto bene.
Perché non ci credevo più?
Mi alzai e cominciai a camminare avanti e indietro.
Le 19.
Alex dovrebbe essere già qui.
E se non avesse preso il biglietto? Se lo avesse buttato?
Alle 19.05 non era ancora arrivato.
Perché?
Mi sedetti di nuovo e guardai la scatolina.
Avevo organizzato tutto per niente.
Stavo per andarmene quando sentii qualcuno aprire la porta.
Era venuto.
«Ehi» dissi quando lo vidi entrare.
«Ciao» rispose entrando.
Aveva in mano tutti bigliettini.
«È stato semplice trovarti» disse sorridendo ed io ricambiai.
«Come mai mi hai portato qui?» chiese sedendosi vicino a me.
Era arrivato il mio turno.
«Mi mancavi. Ho sbagliato a non presentarmi quel giorno, so che ci tenevi a spiegarmi tutto ma la verità è che me ne sono dimenticata» dissi.
«Non devi scusarti, lo capisco se preferisci passare del tempo con James» rispose abbassando lo sguardo.
«Non è così Alex. Tu sei il mio migliore amico, in questi giorni hanno tutti notato la mia felicità svanire. Senza di te non c'era nessuno in grado di farmi sorridere» ammisi.
«Oh Lily! Mi sei mancata tanto anche tu» disse guardandomi negli occhi.
Poi mi ricordai del regalo, così presi la scatola e dissi «ah, questo è per te».
Lui la prese e l'aprì.
«Grazie, è bellissimo» rispose mettendolo.
«Ah Lily, dove l'hai trovato?» chiese prendendo il foglio che avevo trovato nella casa sull'albero.
«L'ho trovato sopra il pianoforte. Quando abbiamo litigato non sono andata a scuola e sono venuta qui» spiegai.
«Che cos'è?» chiesi dopo qualche secondo.
«Da giorni stavo preparando una cosa per te, ma te la mostrerò tra qualche giorno» rispose.
«Va bene, ma sappi che la frase mi è piaciuta tanto» dissi sorridendo.
Lui sorrise e mi abbracciò.
«Grazie Lily per aver preparato tutto questo. Sei tanto importante per me e non avrei mai voluto perderti» disse ed io arrossii.
«Anche tu sei tanto importante per me» risposi.
Quando si staccò, si sdraiò sulla coperta ed io feci lo stesso.
«Mi parli delle stelle?» chiese poggiando la testa sulla sua spalla.
«Mi era mancato sentirtelo dire» rispose ridendo.
Poi mi strinse a sé e iniziò.
«Vedi quella costellazione a forma di M? È Cassiopea ed è facilmente riconoscibile. Questa costellazione raffigura la leggendaria regina di Etiopia Cassiopea e, rispetto al Polo Nord celeste, si trova opposta al Grande Carro.
Nell'emisfero boreale, quando Cassiopea è alta in cielo, il Grande Carro è basso sull'orizzonte. Inoltre, è attraversata per tutta la sua lunghezza dal piano della Via Lattea, apparendo molto ricca di stelle».
«Mi sono mancati i tuoi racconti sulle stelle. A volte venivo qui per osservarle ma non era la stessa cosa senza di te» dissi continuando ad osservare il cielo.
«Sono venuto anche io qui ma non è la stessa cosa senza poter parlare con qualcuno delle stelle» rispose.
Sorrisi.
Mi ricordai di Alice, così dissi ad Alex «è anche grazie ad Alice se il mio piano ha funzionato. Le ho detto io di inventarsi qualcosa per posizionare il biglietto davanti la porta di casa tua».
«Adesso capisco perché si comportava in modo strano» rispose e si mise a ridere.
Presi il telefono e le scrissi.
Ha funzionato!!”
Rispose subito.
“Siiii!!! Siete insieme?”
«Facciamo una foto» dissi ad Alex.
Lui si avvicinò e sorrise ed io la scattai.
Poi si allontanò e la mandai ad Alice.
“Siete stupendi! Adesso torna da lui, ci vediamo domani♡”
“A domani♡”
Posai il  telefono e poggiai di nuovo la testa sulla spalla di Alex.
Restammo tutta la sera così e fu come se non ci fossimo mai separati.
Avevo ritrovato Alex e, questa volta, non l'avrei lasciato andare.




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