Ricordati di respirare

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tw: riferimenti a violenza sessuale 


Dicembre


"Ciao Manuel! Allora come stai oggi? Sei pronto per le vacanze di Natale?"

"Eh dottore' è stata na settimana impegnativa, però so felice perchè la vigilia la passo co Simo a casa sua, me vuole fa conosce su padre e su nonna. E poi ha detto che me porta pure da Jacopo."

"Bene, è una cosa bella! Come va con Simone?"

"Co lui tutto bene, ogni tanto se litiga, ma è normale penso, lui è così ordinato e pignolo e io so un terremoto...però stamo bene, pe il compleanno mio s'è fatto in quattro pe organizzamme una festa a sorpresa co l'altri amici nostri, è stato bellissimo e me sento amato, pure se ogni tanto penso de non meritarmelo...però Simone è n'angelo che me sopporta sempre..."

"Come ti senti quando ti vengono in mente questi pensieri, del non meritare il suo amore?"

"Me sento triste, spaesato, lo so che è tutto solo nella testa mia, che so cose di cui mi so autoconvinto e che non so vere..."

"Esatto Manuel, ci stiamo lavorando su questo aspetto, vedrai che piano piano andrà sempre meglio e capirai di meritarti anche tu le cose belle"

"Lo spero dottore'"

"Sei qui anche per questo, no?"

"Certamente, ma va meglio eh, cioè riesco a gestì mejo la situazione quanno me vengono gli attacchi d'ansia, me sento meno sbajato, che me merito pure io de esse felice, è solo che..."

"E solo che?"

"Che certe volte è tutto troppo e c'ho bisogno de stacca', sto cercando de non isolamme troppo in quei momenti, cioè de ave comunque n'equilibrio, come me ha consigliato lei...però non sempre ce riesco, a volte me sento strano...me se riattivano tutte le cose mie di cui le ho accennato la volta scorsa..."

"Certo Manuel, mi ricordo." Eleonora lo guardò dritto negli occhi, cercando di infondergli sicurezza. Non era stato facile per il ragazzo iniziare quel percorso mesi prima, né tanto meno tirar fuori alcune faccende, sensazioni, paure e traumi.

Non ce l'aveva fatta a raccontar della questione più spinosa in quel tempo passato, fino alla settimana precedente, in cui finalmente aveva trovato il coraggio e la forza. Non era stato estremamente esplicito in quella narrazione, un po' per timore, un po' per vergogna, un po' per voglia di dimenticare. E la psicologa aveva ovviamente rispettato la sua volontà e i suoi tempi, grazie alla grande professionalità ed empatia che la contraddistingueva. 

"Hai voglia oggi di riprendere quell'argomento?"

"Ci posso provare" rispose lui, con voce piccola. 

"Va bene, facciamo così dimmi un po' come è andata l'ultima settimana dal punto di vista dei momenti di riattivazione, di cui mi parlavi la volta scorsa, ricordi, no?

"Si, va bene. Diciamo che è stata una settimana impegnativa, non solo pe l'università e il lavoro, ma anche per questo. Me so reso conto che avevo meno voglia de fa le cose, che so più stanco, perchè la mia testa non mi molla mai...volevo solo sta pe i fatti mia, annullare ogni cosa e pure me stesso, me ritorna spesso in mente l'immagine de me come una nuvola che non ha corpo, non ha nulla, fluttua e basta."

"Parli spesso della volontà di non avere un corpo. Mi sai dire come mai e perchè ti senti così?"

"A volte me piacerebbe non avello, perchè me sento sporco se ripenso a quello che ho vissuto, me sento impotente, me sento come se c'avessi na cosa dentro che però fa parte de me e non la posso leva', è come se quello che me è accaduto, avesse segnato talmente tanto, dottore', che non c'è via de fuga, non c'è modo de dimentica' e allora me vorrei strappa' la pelle, vorrei urla', me vorrei incendia' tutto pe darme na forma nuova, un corpo nuovo co cui ripartire da zero, pe sta meglio, pe esse felice. Perchè non riesco a esse felice co me stesso dottore'? Cioè io ho accettato quello che è successo, nel senso che lo so che esiste questa cosa, vorrei solo arriva' al giorno in cui nun me fa così male, tutto qua, chiedo tanto?"

DECADANCE - SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora