capitolo 7 - conversazioni azzardate

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Mi sistemo bene sulla sedia e guardo Marvin in attesa che parli per primo lui ,ma sembra impegnato a rimorchiare melanie (che sta seduta nel banco accanto al nostro) con lo sguardo per accorgersi di me.

Fingo un colpetto di tosse e lui mi guarda.

"Senti marvin...non so perché tu ti sia seduto vicino a me però dobbiamo lavorare ok?! quindi fatti dare il numero di melanie e cominciamo a fare il tema" Dico.

Sono stata troppo dura?

"Hai ragione" dice.
La sua voce flebile giunge alle mie orecchie come una melodia.

"Facciamo che io ti faccio una domanda su di te e poi tu me ne fai una su di me..." gli chiedo io cercando di sembrare meno tirannica possibile.

"Va bene,comincio io...uhm...come ti sei fatta la cicatrice?"
Dice come se non avesse avuto nemmeno bisogno di pensarci.

Merda,tra tutte le cose che poteva chiedere proprio la cicatrice.

Non gli rispondo.
"Senti...ehm..." Mi chiede lui.
"Nyx " Dico senza guardarlo.
"Senti Nyx...scusami ...posso cambiare domanda se vuoi" dice con tono gentile.

"No"

Ne va del mio onore.
Risponderò alla sua domanda.
Per quanto possa essere sfrontata.

"Ecco...all'età di sette anni ho avuto un incidente e ...mi è rimasta la cicatrice a ricordarmi ogni giorno quanto fosse stato doloroso." dico cercando di sostenere il suo sguardo.

E mi guarda.
Mi guarda con compassione.
E io odio quando lo fanno.

"Senti se hai intenzione di continuare a fissarmi fai pure , basta solo che poi non ti dia fastidio se ti acceco con degli stuzzicadenti." Dico seria.

Lui ridacchia e mi dice "ora è il tuo turno mercoledì addams".

"Come mai ti sei trasferito?" Gli Dico riversandogli la sua sfrontatezza in faccia come se fosse un secchiello pieno d'acqua.

Lui mi guarda sbalordito.
"Perché mia mamma è morta" dice in un soffio.

" oh...ehm...Sai...mio papà è in coma da undici anni...quindi di capisco com'è perdere una persona importante" Dico comprensiva.

Per un momento ci siamo solo io e lui.
Ma quel momento finisce.

Sono la prima a parlare "cominciamo con le domande serie ,va bene?" dico sperando che capisca che non voglio che lui scriva niente sulla cicatrice.

L'esercizio procede senza domande illecite e le lezioni del giorno finiscono.
Ancora sotto shock dal nuovo arrivato esco dalla scuola e vado all'ospedale.
Nel fine settimana non ci sono andata quindi gli racconto tutto ciò che è successo.

E finisce come sempre.
Le voci tornano.
Sempre.
Non mi abbandonano mai.

"Dovresti esserci te in quel letto"
"Qui non servi a nulla"
"Potevi morire"

E non mi piace.
Non mi piace per niente.

Esco dall'ospedale e vado a casa.

Abyss-my emo girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora