Abyss-my emo girl

capitolo 8 - di nuovo al neon club

Il rumore dello scatto della serratura fa sobbalzare theo che sta seduto sul divano del salotto.

"Ciao theo,studi?"chiedo.
"No....sto cercando un lavoro...la mamma ha dovuto aumentare i turni al ristorante e io volevo...fare qualcosa per stare meno stretti in questa casa e per comprarti dei vestiti decenti" dice cercando di sorridere.

Sbianco. sono sicura di essere diventata un cadavere.

Merda.
E ancora più merda.
Questa è proprio una bella merdona.

"oh cazzo! Ci mancava solo questo! Tra tutti i casini in cui siamo?no... io non ce la faccio theo! Io non ti posso permettere di...no! Non te lo permetto!" Mi perdo in delle urla senza senso mentre mi accascio per terra con le mani tra i capelli.

"No...no no...no..."comincio a dire come un mantra.
No.
No.
No.
No.

Theo si avvicina a me e mi abbraccia.

"Lo so Nyx, questo è tutto un gran casino e noi ... noi siamo troppo piccoli " la voce di Theo mi culla.

Mi calmo,lui mi fa stare meglio ogni santissima volta che mi succede.

"Theo io...devo tornare al neon club...non c'è altra scelta." Dico in un soffio.

Io devo farlo per Theo, per me e per la mamma.
Anche se farà male, molto male.

"Nyx. No. Io stavo cercando un lavoro solo per non farti fare quello...non c'è bisogno." dice.

"Si theo,c'è, io non ho altra scelta... tanto io ora sono più forte e più furba. Non mi calpesteranno come quando avevi quindici anni." Dico sicura.

Theo non ribatte e mi guarda con delusione.

" non ti preoccupare per me ok?" Dico sorridendo nel modo più convincente possibile.

Mi alzo a fatica e faccio per riuscire di casa che lui mi blocca.
"Nyx...stai attenta" dice , si volta per andare in camera sua e sbatte la porta.

Io esco di casa dinuovo e mi chiedo perché debba capitare tutto a me.

Ma sorrido quando vedo che Vale mi ha mandato un messaggio su whatsapp: è un video di un gattino travestito da pirata che balla le macarena.

Che cogliona.

Mi dirigo nel locale in cui sono diretta il: Neon club.

Da lontano noto l'insegna del nightclub fosforescente e riesco già a sentire il dolore che proverò di lì a poco.

Entro e la musica tecno mi rimbomba nelle oreccchie mentre noto alcune spogliarelliste parlare sedute su un divanetto rosso in attesa della loro entrata.

Ma la cosa che attira la mia attenzione più di tutte è il ring che sta in mezzo alla sala, con accanto alcuni palchi rotondi per le spogliarelliste.

Le luce che lampeggiano non aiutano ed io non riesco a vedere altro che un via vai di camerieri che si preparano per la serata.

Il locale non è ancora aperto.
O forse...mi aspettavano.

Mi avvicino al bancone rosso come i divanetti.

"Mark!" Urlo cercando di sovrastare la musica.
"Eccomi cosa desid-" non finisce la frase quando mi riconosce.
"Si Mark sono tornata... ho problemi economici e non riesco a tenere un vassoio in mano senza farlo cadere quindi... questa è l'unica scelta." Dico io prevedendolo.

"Ma Nyx... tu devi smettere di lavorare qui...non dovevi tornare..." Mi dice deciso.

Quando lavoravo qui Mark mi aiutava sempre.
Anche se è un uomo sulla cinquantina tiene a me come un padre.
Ogni volta mi medicava le ferite e convinceva l'arbitro a interrompere il combattimento quando stavo per svenire.
E poi sono sparita.

Si avvicina a me scendendo dal bancone e mi abbraccia.
"Sono contento che tu sia tornata" dice accarezzandomi la schiena.

"Anch'io...cioè veramente solo per averti rivisto" ridacchio sciogliendo l'abbraccio.

"Vado a chiamare tigger" dice Mark.
"Va bene, aspetto qui" Dico sedendomi al bancone.

Tigger.
L'uomo che mi ha distrutto e che mi ha salvata.
Lui è qui.
Lo vedo arrivare.

Potrebbe sembrare un boss della mafia a prima vista.
Indossa un completo elegante e una catena dorata gli pende dal collo ,noto anche un orologio e deli anelli del medesimo colore.
È più alto di me,e se volesse potrebbe stendermi con un pugno.

"Nyx Anderson..." mormora con voce roca quando si avvicina a me.
"Sapevo che saresti tornata...ti ho aspettato sai?" Dice sorridendo mentre si accende una sigaretta.

Mark dietro di lui ritorna al bancone in silenzio e comincia a lavare dei bicchieri da cocktail.

"Tigger." Dico con meno disgusto possibile.