Non abito più qui

CAPITOLO 2

Avevamo una terrazza nella casa vecchia e mia mamma aveva un bikini, giallo oro e luccicante, e avevamo un vicino, Rudi Melchior, e quel bikini addosso alla mamma sulla nostra terrazza produceva un effetto molto particolare su questo Melichior. Lo faceva partire. Come un razzo. Con una puntualità che ti ci potevi regolare l'orologio.

Non appena si metteva lì bella spaparanzata nel suo splendore di bikini dorato, lui era già al suo fianco. Accanto alla sua sdraio. Parlando in tono mellifluo. Non aveva mica sete, per caso? Perché di là da lui aveva da bere, non doveva fare complimenti, e aveva la piscina, così nuova, e se non si poteva forse... e lei lo rendeva taaaanto felice.
"Dai, Silvia, angelo mio!"
Imbarazzante! Ma non per lei. Lei lo seguiva. Aveva sete, aveva caldo, voleva fare il bagno e la sua meravigliosa piscina in giardino era un argomento forte. Melchior era terribile donnaiolo. Ogni fine settimana rimorchiava una donna, una di quelle bellezze cittadine le cui gambe svettano fino al seno e ancor più su. Immancabilmente i miei genitori si affacciavano alla finestra dela cucina, sbirciavano verso casa sua e scuotevano la testa, e papà diceva che Melchior era proprio un dongiovanni, veramente, e mamma doveva fare attenzione,davvero, perché nel suo bikini giallo era una bomba, ma sul serio, e che Melchior le staca dietro, a lei e alle sue curve, se ne sarebbe accorto persino un cieco. La mamma rideva un po' lusingata.
"Sei fuori!"diceva
"Sei veramente matto! Ti metti in testa certe cose...Ma se ho sempre i bambini appresso!"
"Ah sì? " diceva lui
"È così? È così, Susanne? Tu stai sempre ben attenta alla mamma? Non la perdi mai di vista, vero?"
"No, lei non l'ho persa mai di vista. Certo che no. Certo che ho fatto attenzione alla mamma. Per via delle curve. Per via di Melchior. Perché papà voleva così. Perché ero scema. La persona sbagliata. Infatti è stato papà a prendere una sbandata. E che sbandata!