CAPITOLO 23

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"C'è qui Carlo" disse la mamma, si avvicinò al letto e mi accarezzò la fronte. Mi ero presa l'influenza, proprio adesso che si era messo a fare caldo. E dato che Carlo abitava solo a tre isolati da me, passava regolarmente a portarmi i compiti e le verifiche che venivano restituite.

"Allora" fece dopo che la mamma fu uscita dalla stanza avvicinando una sedia al mio letto.

"Allora?" ribatte.

Sorrise.

"Credo che tu ti stia rimettendo".

"Da cosa te ne accorgi?"

Alzò le spalle sorridendo.

"Intuizione maschile. E' quella che mi dice anche che avresti bisogno di farti una doccia". Arricciò un po' il naso e io gli lanciai il cuscino. Più tardi mi raccontò di quel che era successo a scuola e di quello che Sulzer aveva di nuovo combinato di nuovo e che Berger aveva intenzione di fargli un bel discorsetto. Ridemmo e io mi sentivo bene. Carlo andò alla finestra e l'apri facendo entrare l'aria calda e io mi abbandonami sui miei cuscini, chiusi gli occhi e respirai profondamente.

A quel punto udii la sua voce:

"Stai dormendo, Susanne?" e volevo aprire gli occhi, ma poi... avvertii la sua vicinanza, sentii che mi guardava, e la sua voce era così delicata, come i fiori di melo che stavano sbocciando ovunque, e io pensai: Sì, sto dormendo, lasciami dormire un poco, mio amato Carlo.

Quando sentii la porta chiudersi piano, aprii gli occhi e mi resi conto che il mio cuore batteva all'impazzata.

Il mio Carlo, avevo pensato, il mio Carlo. Lo sussurrai ancora una volta, come per fare una prova, e faceva un bell'effetto, ma sobbalzai. Vidi i suoi occhi davanti a me e sapevo che su una scala di cento colori avrei indovinato quello giusto, se sentii sulla punta delle dita la freschezza della sua pelle.

Ma poi mi vennero in mente i miei genitori e la nostra triste situazione e pensai: Stupida gallina. Stupida gallina che non sei altro! Sarai perdente! Non ti risparmierai in nulla! O tutto o niente! O la vita o la morte!

Bumm, pensai, come sono tragica! Le mie gesta eroiche o roba del genere! E sapevo che sarebbe andata come doveva andare.


Non abito più quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora