CAPITOLO 19

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"Stronzetta" sibilò Yvonne e con un unico movimento della mano spazzò dal banco tutte le mie cose. Aveva messo gli occhi su Carlo, ma aveva anche dovuto prender atto che lui li aveva messi su di me. Quindi era scoppiata la guerra. Guerra aperta. Lei aveva gettato il mio cellulare nel gabinetto.

Una volta che ci eravamo incrociate in bagno, si stava ritoccando l'ombretto e mi disse che non dovevo fissarla in quel modo, perché lei non poteva farci niente se avevo la sfortuna di essere brutta.

Era tutto così assurdo.

"Sei andata completamente fuori di testa!"

Posai il cellulare sulla mensola per lavarmi le mani. Lei continuava a spennellarsi i suoi stupidi occhi e osservò che con il grasso dei miei fianchi si sarebbe potuto sfamare mezza Africa.

Rimasi attontita. Per poco. Poi:

"Sì può sapere cosa t'ho fatto? Non ci posso fare mica niente se..."

M'interruppe gelida:

"Delle perdenti come te non sono in grado di farmi niente!"

A quel punto il mio cellulare si mise a squillare. Sfortunatamente. Riuscii ancora a vedere sul display che era mio padre a chiamare, stavo per afferrarlo, ma lei fu più veloce. L'aveva già preso in punta di dita con un sorrisino sadico:

"Guarda, guarda! Il papino! Controllerà se fai la brava e sei vai a scuola! Devo raccontargli che ieri hai marinato? E che vai in giro con i peggiori buoni a nulla della scuola? Dai, Vanessa, acchiappalo!"

Vanessa, che era comparsa sulla soglia, acchiappò con prontezza di riflessi il mio cellulare che nel frattempo mi aveva sorvolato la testa e che continuò imperterrito a squillare finché mio padre desistette.

Maledetta stronza, pensai, poi glielo urlai in faccia. So che nel frattempo mi sarei avventata su Yvonne se non fossero state in due, le avrei persino mollato una sberla.

"Vieni a prendertelo" mi esortò.

"Vieni a prendertelo, in modo che papino non si arrabbi!"

C'ero quasi riuscita, ma poi lei fece i passi decisivi per entrare in uno dei bagni, tenne con due dita il cellulare sopra la tazza del gabinetto...e...mollò la presa.

Il mio urlo di rabbia ormai fu inutile.

"Te la sei voluta" disse.

"Sei stata semplicemente troppo lenta... Avevi una possibilità leale".

Vanessa e Yvonne si guardarono ridacchiando e poi uscirono pienamente coscienti della loro vittoria, mentre io rimasi inginocchiata davanti alla tazza a ripescare il mio cellulare.


Non abito più quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora