Ci trasferimmo quindi nel nostro vecchio quartiere. Tutto era stato predisposto alla perfezione, ognuno di noi ricevette una camera per sé e poté sistemarla a suo piacere. Inoltre avevamo un bagno tutto per noi ragazzi e una volta alla settimana sarebbe venuta una donna delle pulizie a eliminare il nostro sporco. Il lusso più sfrenato, insomma.
E nonostante ciò non è tutto questo fosse così semplice, la nonna piagnucolò e non si capiva bene se fosse triste perché ce ne andavamo di nuovo o sollevata che ce ne andassimo di nuovo. Prima aveva ripetuto per giorni frasi del tipo: "Non è che acceleri un po' troppo le cose, Silvia?" e "Non è che scombussoli troppo i bambini?" e "Non credi di fare ora tutto ciò soltanto perché Babsi..."
Ma questa frase non la finiva, perché mamma si meritava e a strabuzzare gli occhi e quindi era meglio che la nonna se ne stesse zitta, perché non c'era comunque niente da fare.
Anch'io dubitavo molto che in una situazione così complicata il nostro trasferimento potesse andare a finire bene, ma l'idea di avere più spazio e l'idea di poter vedere dalla finestra il mio olmo fecero sì che me ne rallegrassi un po' e così tutto sommato fu un buon inizio.
La mamma camminò per la casa e per il giardino con incidere principesco, regale. Leggera. Come una piuma.
"Siamo di nuovo qui" disse e le faceva un po' impressione sentirselo dire.
"Mio Dio, siamo di nuovo qui per davvero".
Restammo alla finestra a guardare la nostra vecchia casa di fronte, oltre la siepe. Lentamente il buio avanzò avvolgendo il mio albero che poco prima si ergeva nel cielo rosso, fiero ma solitario.
Sentii che qui saremmo stati molto tempo alla finestra a guardare di fronte e a tornare indietro col pensiero e con le emozioni e non certa che ci avrebbe fatto bene. Credo che la mamma pensasse la stessa cosa in quel momento, perché mi mise un braccio intorno alle spalle e poi in qualche modo tornò tutto apposto.
Più tardi nel pomeriggio incontrammo gli Spinger. Per caso. Lui ci guardò come fossimo degli spettri e lei non riusciva a far altro che scuotere la testa.
"Ma guarda un po'! Che sorpresa!"
Nel pomeriggio vennero Hanna
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Non abito più qui
RandomI genitori della quindicenne Susanne si separano, perchè il papà si è innamorato della segretaria.Così la loro bella casa con il grande olmo, che la protagonista guardava tutti i giorni della sua camera, viene messa in vendita e lei, la mamma e i du...