CAPITOLO 10

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Tra Dani e me ci fu una rottura totale.

Aveva fatto amicizia con Conny della mia vecchia classe. Per un bel po' non me n'ero accorta, ma poi di colpo non aveva avuto più del tempo per me. E sempre delle stupide scuse: che doveva studiare, che l'indomani aveva da fare una relazione in biologia. Purtroppo. Forse la prossima volta. Se non ci fosse stato nient'altro di mezzo. I suoi genitori eranotalmente imprevedibili.

"Lo capisci, no, Susanne?"

Ma io non lo capivo. Perché poi la vidi al centro commerciale. Con Conny. Ridevano, si divertivano. Io no. Perché io ero da sola. Non c'era niente da ridere. Mi diressi verso di loro. Mi batteva forte il cuore. Me lo sentivo pulsare in gola.

"Aha!" dissi.

"Allora è questa la tua relazione di biologia. Quale sarebbe il tema? Dani e Conny al centro commerciale? Due stupide oche che fanno shopping?"

Mi guardò e impallidì.

"Susanne!" balbettò.

"Susanne, io... Susanne, tu..."

"Sì?" feci io.

"Cosa? Susanne, io!!! Susanne, tu!!!"

Avrei tanto voluto tirarle uno schiaffo. Annaspò e sbiancò alternativamente.

"Ma io in fondo ora non devo renderti contro nulla o mi sbaglio?" chiese quella che un tempo era stata la mia migliore amica. Così va la vita. Così va sempre a finire.

Tornai verso casa, me ne stavo seduta sul bus, testa tra le spalle, cuffiette nelle orecchie, sentivo le lacrime agli occhi, il naso colarmi. Non volevo vedere, né sentire nessuno. Fu a quel punto che Carlo salì sul bus. Merda, pensai. Cattivo tempismo, pessimo tempismo! Oddio, se adesso mi vede così! Con gli occhi distrutti dal pianto e il naso colante! Mi voltai e feci finta di guardare fuori dal finestrino e mi strofinai gli occhi cercando di non farmi notare, ma naturalmente lui mi scoprì.

"Ciao!" disse. "Vai anche tu a casa?"

Continuai a fissare fuori dal finestrino, ma lui non demordeva.

"Sei ammutolita o cosa?"

Allora ne ebbi abbastanza. Non si poteva essere lasciati in pace con il proprio malumore? Non si poteva essere lasciati in pace a sfogare tutto il proprio dolore?

"Tela! Mi fai venire i nervi!"

Fischiò piano tra i denti.

"Uh, la signora ha la luna storta. Devo aver paura?"

Allora mi scostai un po' da lui.

"Va a quel paese! Non ho voglia di chiacchierare con te. Chiacchiera da solo!".

Merda! pensai. Merda! Adesso si alzerà e se ne andrà. Se anche avessi avuto una chance, ora me l'ero definitivamente giocata.

"Perché così strana?" domandò. "Ti ho fatto qualcosa?"

"No!" risposi. "Ci mancherebbe ancora!"

Lui si alzò. "Sei proprio fuori!" fece. Poi si diresse verso l'uscita. Lo seguii con lo sguardo e sentii le labbra tremare. Perfetto, pensai, adesso sono proprio riuscita a far scappare tutti quanti da me.

Non abito più quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora