Ero andata a far compere con la mamma. Avevo bisogno di un paio di jeans nuovi e di scarpe nuove. Non so perché, ma tutto mi stava diventando troppo corto e troppo stretto. Allora provai tutto il provabile, e giù a infilare pantaloni e sfilare pantaloni e la mamma stava al gioco e mi porta in continuazione roba da provare, quasi sempre diversa. Era bello, mi piaceva trascorrere del tempo da sola insieme a lei, lo faceva cosi di rado.
Mi pigiai all'ennesimo paio di pantaloni, ma era troppo stretto e cominciai a sudare.
"Mamma" chiamai, "mamma", ma lei non reagì.
Spostai un poco la tenda della cabina e sbirciai fuori. Lei era a due metri da me e stava chiaccherando con qualcuno. Aveva un sorriso falso stampato in faccia. Quando si accorse che la stavo fissando, mi fece un cenno e la donna con cui stava parlando si voltò. La riconobbi immediatamente e ciò mi diede una fitta al cuore.
Delicata, bionda. una soffice tortina appena sfornata: la Spinger. Quella che si era impossessata della nostra a casa.
Mi si avvicinò e io pensai: Merda, adesso sono qui intrappolata... nei calzoni, nella cabina e di fronte a lei.
"Ciao Susanne!" fece, e la sua voce sembrava zucchero filato, fin troppo dolce.
"Che simpatica concidenza incontrarci qui. Tua mamma mi ha appena raccontato che state facendo il vostro shopping di primavera".
Come se questa fosse stata la parola d'ordine, Sophie arrivò di corsa. Si appiccicò a sua madre e mi fissò con i grandi occhi celesti e in quel momento mi fu chiaro che il mio albero delle fragole ormai era perduto per sempre.
Guardai la mamma e pensai: Aiuto! Merda! E adesso? E mamma mi guardò e allora capii che avrebbe...
"Sì, signora Spinger, allora... Abbiamo un po' di fretta, sa, dobbiamo andare a prendere i ragazzi. Vieni. Susanne? Io intanto vado già alla cassa".
E questo fu quanto.
In macchina per un po' non parlammo poi la mamma mi posò la mano sul ginocchio e io stavo pensando al colore rosa che aveva invaso la mia cameretta di un tempo e al fatto che ora potevo proprio immaginare che sparisse di nuovo.
Di notte sognai la nostra casa e gli Spinger. Lui mi veniva incontro battibeccando e batteva e beccava con baccano e poi fluttuando arrivò lei - la tortina tutta panna, farcita di squisita crema - e disse che sì, ce l'avrebbero fatta, avrebbero custodito la mia casa e non avrei dovuto preoccuparmi di nulla. Ma io non ne ero convinta e dicevo che lo Spinger non mi piaceva, che era un mostro, un battibeccante beccamorto.
Nel mio sogno la Spinger mi guardava con un'espressione triste e dalla sua montagna di panna montata fuoriuscivano delle parole, una frase:
"Ma devi pur avere un pochino di fiducia, un pochino" cinguettò e poi fluttuò via e la sua crema squisita si sciolse lasciando dietro di lei scivolose.
Un sogno, pensai il mattino dopo prima di uscire all'aperto sotto il sole. Beh ma forse loro riusciranno a restarci veramente,pensai, forse loro sono di quelle persone a cui riesce la prodezza di scampare al tritarifiuti, di fare in modo che esso non divori e riduca tutto a pezzettini facendo tabula rasa.
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Non abito più qui
RandomI genitori della quindicenne Susanne si separano, perchè il papà si è innamorato della segretaria.Così la loro bella casa con il grande olmo, che la protagonista guardava tutti i giorni della sua camera, viene messa in vendita e lei, la mamma e i du...