🌻~ 8 La stanza dei giochi ~🌻

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My Immortal - Evanescence

Airplanes - Adam Ulanicki

Hopeless Heart - Keanu Silva, Toby Romeo, SACHA

My Feelings - Serhat Durmus, Georgia Ku

Minefields - Faouzia, John Legend

Wherever you will go - The Calling

How do you Sleep - Sam Smith

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Ti devo parlare.

Che cosa voleva dirmi?

Adam aveva già visto la cartella clinica?

Non volevo pensarci, odiavo ricevere le brutte notizie col buio. Lo avrei chiamato domani.

Soprattutto perché dovevo fare un bagno.

E sperai che la vasca di Amos fosse anche solo la metà di quella del mio appartamento al piano di sotto, perché volevo togliermi quella tuta che sapeva di inganni e tradimenti, perciò andai alla ricerca del luogo paradisiaco in cui mi sarei rinchiusa per almeno un paio d'ore. Quando uscii dalla stanza, vidi sopra di me porzioni di un soffitto in vetro alternarsi a pendenti lanterne nere, in netto contrasto con il bianco che di quell'ambiente mi riempiva gli occhi. Mi sarei immaginata di vedere di più quel nero che Amos amava tanto indossare e lo ritrovai solo nell'illuminazione, nelle porte in legno e in due giare longilinee della mia stessa altezza, poste all'ingresso.

Se mi fossi persa così tanto nell'osservare ogni singola stanza, il mattino sarebbe arrivato troppo in fretta perciò iniziai a dare un rapido sguardo alla ricerca del bagno, cominciando con la stanza accanto alla mia, sulla destra. Aprii la porta socchiusa con una leggera pressione della mano, riempiendomi gli occhi di un ambiente caldo e accogliente dal soffitto che ricordava una baita di montagna. Una lunga tavola in legno scortecciato era circondata da sedie in tessuto bianco e quando mi sporsi di più, vidi alla mia sinistra un camino elettrico spento che prendeva tutta la parete, raggiungendo la lunghezza del tavolo, oltre cui si poteva accedere alla piscina.

Okay, non è il bagno.

La porta dietro di me mi condusse in un altro ambiente: un soggiorno dal soffitto a baita e dal tappeto più grande che avessi mai visto, riempito agli angoli, da piante in vaso simili a degli ulivi e dominato al centro da una combinazione di divani posti a "U", che si chiudeva attorno ad un enorme tavolino da tè circolare.  Immaginai Amos mentre sedeva al centro del divano più grande, dando le spalle ad una parete incassata nel muro, abbagliato dallo scoppiettio riflesso delle fiaccole nel patio esterno.

Tornai all'ingresso per dirigermi a destra, verso un corridoio chiuso da una porta a doppia anta.

Amos, tu e le tue porte chiuse.

Prima di raggiungerla, notai sul lato della stanza dei mille divani, reticoli arabi neri riempire la parete a intervalli regolari, come preludio della trama della porta che avrei aperto a breve. E quando la spalancai, un nuovo appartamento si aprì ai miei occhi.

Ero dentro una mastrioska?

Un corridoio a croce, di cui io ero alla base, mi aprì lo sguardo come se improvvisamente ne avessero aumentato la luminosità. Ovunque guardassi, strisce di LED e candele definivano i contorni di quelle pareti bianche, come fosse un disegno che risulterebbe altrimenti incompleto. Un controsoffitto in cartongesso seguiva il corpo di quell'ambiente, come la navata centrale di una chiesa, anch'esso delimitato internamente ed esternamente da quella scia di luci così potenti.  Quasi rinunciai a lavarmi che mi buttai sulla prima porta a sinistra di quella croce.

꘡ᥨ کഠᥨ୧ ꘡ῃ۷ỉيỉⰓỉᥨ୧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora