🌻~ 17 Diamante ~🌻

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Stop and Stare - OneRepublic

Before you Go - Lewis Capaldi

Girls Like Us - Zoe Wees

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«Signorina, allora? La vuole noleggiare o no questa? Di questo periodo le sto dando via tutte.»

Guardai la Mini Cooper blu elettrico davanti a me con le mani nelle tasche del cappotto teddy color cappuccino, mentre i miei ricordi sfrecciavano come quella macchina.

Ero innamorata della Mini dai tempi del film "The Italian Job". Lo vedevo sempre con papà, perché ero appassionata alle auto sin da bambina. Ne studiavo le targhe e in base alla numerazione riuscivo a comprenderne l'ordine progressivo con cui potevano essere state immatricolate. La prima volta che salii su quell'auto fu ad una fiera automobilistica e quasi svenni dall'emozione. Ricordo ancora la morbidezza del volante sotto le mie mani.

Papà voleva regalarmela come portafortuna, assieme alla mia nuova casa. Quel pomeriggio infatti, lo stesso in cui mi disse di volare a New York, mi aveva detto di aver venduto la nostra vecchia casa in Vermont 'per potermene dare una nuova', per dare inizio al mio sogno. Ma io di quel regalo non volevo saperne niente, perché per me cantare e avere una casa a New York era già la realizzazione di un sogno fin troppo grande, soprattutto per quelle come me.

'Facciamo così, papà' gli dissi, 'un sogno a testa. A me New York, a te la Camaro.'

'Ci sto.'

Ma quell'auto non arrivò mai.

L'avrebbe comprata gialla e nera, come Bumble Bee, del film "Transformers".

Ma la vita aveva deciso che per lui il tempo dei sogni era terminato, così come quello della vita.

«Signorina?» Il venditore, sembrava uscito da una baita di montagna, con tanto di camicia a scacchi rossa e una tazza di caffè americano tra le mani.

«La prendo» dissi guardando l'orologio.

Forse faccio ancora in tempo.

L'uomo sorrise all'accordo appena stipulato, inumidendo i baffi rossi nel calore della sua bevanda, passandomi le chiavi.

Entrai in auto osservando la plancia col tachimetro dal quadrante tondo e gigante, caratteristico di quella macchina che mi ricordò che il tempo scorreva veloce, quasi mi sussurrasse: corri Rajah, corri più che puoi.

E l'avrei fatto.

Chiavi inserite.

Prima marcia inserita.

Frizione rilasciata.

Sapevo dove andare.

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E' tardissimo.

Era quello il pensiero che mi accompagnava nelle vie di aceri innevati. Ero immersa nelle strade di montagna, mentre poco a poco mi perdevo nella tundra degli alberi che inghiottivano la luce solare. Le conoscevo quelle curve, e mi ci cullai carezzandole, come se non le avessi mai abbandonate. La Rajah bambina che le guardava rapita, adesso le strideva con rabbia, beandosi di quelle sterzate. Finché dietro di me non notai una presenza ostile a quel viaggio che fino ad ora mi beavo di trascorrere da sola.

꘡ᥨ کഠᥨ୧ ꘡ῃ۷ỉيỉⰓỉᥨ୧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora