🌻~3 Giallo e fondente ~ 1º parte ~🌻

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🌻Spazio autrice🌻

Ciao Girasoli🌻
Oggi il post-it dei miei pensieri lo affiggo qui, prima di lasciarvi alla lettura di questo capitolo: l'ultimo prima della partenza per l'Egitto (state tranquilli le valigie sono tutte pronte).
Innanzitutto Grazie, come sempre.
Voi direte: "ma grazie di cosa, ci stai ammorbando con due capitoli di nulla."
Ed è per questo che vi ringrazio.
Perché le trapunte più calde e colorate sono quelle che richiedono più tempo per essere cucite.
Perché dopo avervi sorriso dietro quel bouquet di girasoli, avete continuato a leggermi, nonostante il dolore che prova Rajah (e che provo io).
Detto questo (smorzo i toni altrimenti mi mandate a quel paese 😂) ho tre domande per voi:🌻
1. Mi piacerebbe inserire una playlist di canzoni che poco a poco vi accompagneranno nella lettura dei capitoli. Vi piace come idea?☺️
2. Qual è il vostro colore preferito?
3. Cioccolato al latte o fondente?
Io devo chiederlo a Rajah, perché non sembra avere le idee chiare al momento.
Vi lascio e mi raccomando, se il capitolo dovesse piacervi, accendete la stellina come fosse il puntale di questo albero🌲

                                         

Giallo.
Amavo quel colore, una volta.

Quando i grandi mi chiedevano: 'Qual è il tuo colore preferito?', sapevo la risposta. Perché giallo era l'unica verità di bambina che conoscevo. Perché era parte di me e non qualcosa che dovevo andare a cercare. Perché la mappa di quel sole l'avevo disegnata io.

Dire "giallo" era come svelare in un sussurro la ricetta segreta che si nascondeva dietro quell'animo così spontaneo, protetto da una manina, per paura che la sua luce si spegnesse come la candela di un desiderio inespresso.

Il segreto in punta di piedi che avrei rivelato a chiunque volesse vivere in uno stato di eterna gioia.

E allora avrei detto a quel chiunque: 'Vieni con me, disegniamo il sole in un prato di girasoli', mostrandogli la matita con cui stavo colorando i contorni di quella mappa lucente, finché una tempesta improvvisa, non ha reso quel prato di girasoli, un foglio sbavato dove il verde ha divorato lo splendore di quel sole, ritrovandomi a vivere senza quel colore, spezzandomi assieme al colore di quella matita con lo stesso crac di una barretta al cioccolato, che avrebbe inevitabilmente deciso di rompersi oltre quelle linee segnate e tracciate dalla macchina che l'aveva prodotta.

Ero cambiata, mutilata, deviata da quegli usi e tradizioni che segnano le fasi della nostra vita, come fossero un gusto danzante sulle papille gustative di una persona che non ero io.

Ed è così che cambiano i gusti. Perché quando mi hanno spento quel sole, sono andata alla ricerca di sapori che fossero tutt'altro che decisi e fondenti, a beneficio del sapore dolce e gentile del cioccolato al latte, che riusciva a donarmi quel senso di pace e leggerezza che mi mancava ogni volta che pensavo ai suoi occhi.

Ero cresciuta. E del giallo potei osservarne soltanto i riflessi in un sole capovolto sotto quel cielo torrenziale di petrolio, che mi affogava senza lasciarmi prendere fiato nel mare di dolore che provavo, scorgendo i tratti di una nuova mappa che prese il colore di quel fondale di prato.

Petrolio.

Il mio nuovo colore preferito.

Non verde, non blu. Ma l'insieme di qualcosa di indefinito. Proprio come me.

Perché era il colore di chi viveva di quel dolore pigmentato di buio, attacchi di panico, pianti e preghiere.

Aveva vinto, urlandomi con violenza quella nuova verità.

꘡ᥨ کഠᥨ୧ ꘡ῃ۷ỉيỉⰓỉᥨ୧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora