Due filamenti di DNA, due trame dello stesso destino, intrecciate nella storia fino ad arrivare ai giorni nostri.
O più precisamente, all'anno in cui Seth, il dio del deserto e del caos mi trovò.
Questa è la mia maledizione.
E quella di mio padre.
S...
E le sue venature mi attirarono come radici di un albero.
Forti.
Decise.
Avrei dovuto assecondare quel richiamo, perché non avevo intenzione di dare spettacolo sotto quei riflettori che non avevo acceso io. E allora presi la mano di quel David, cercando di stare alla larga dal suo profumo di incenso che mi ricordava il cielo stellato che avrei osservato a breve.
«Ti voglio vicina. Mai dietro di me.»
Sembravo una bambina che aveva dimenticato i passi dello spettacolo di cui era la protagonista.
Ci incamminammo verso quel corridoio di archi moreschi e teste chine. E io alzai la mia, osservando il rame delle lanterne riflettere disegni di mandala su soffitti e pareti oscurate dall'ombra. E quando i vestiboli cedevano il posto al cielo, attorno a noi le pareti si allargavano in colorati giardini di alberi di arance, limoni, ulivi e di giare nascoste sotto portici paralleli.
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Sentivo il profumo agrumato riempirmi le narici come fosse un giardino addobbato a festa. Era un gioco di luci e di prospettive tra archi dai toni desertici, lanterne e un cielo dalle sfumature aranciate, finché non varcammo un arco a sesto acuto, più grande di quelli dei porticati che ci eravamo lasciati alle spalle.
Gli stessi che davanti a noi costeggiavano un'immensa piscina rettangolare profonda pochi centimetri, ma protagonista assoluta di quell'ultimo cortile, illuminata in tutto il suo perimetro da lanterne nere poste a terra, che richiamavano i minareti di una moschea.
La attraversammo con disinvoltura, come fossimo i protagonisti di una parata reale.
E forse Amos lo era davvero.
Spalancò con i palmi aperti, le due ante in legno di noce del portone d'ingresso alto il doppio di noi, che ricordavano quelle arcuate di un castello.
E quando vidi Callie e Malachi camminare lontani, dietro di noi, mi staccai dalla presa della sua mano sbattendo il portone, alle nostre spalle.
