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Non appena entrati nell'ufficio Yoongi velocemente andò al telefono posto sulla propria scrivania ad avvisare la segretaria della signora Kim che erano sani e salvi -ella gli disse poi di tenere la tessera in caso fosse servita di nuovo in futuro-.

Dopodiché allungò un plico di documenti al rosso invitando con un sorriso tirato e palesemente falso a leggerli in tempo per la riunione.

Con un sospiro pesante e alzando gli occhi al cielo Taehyung si lasciò cadere sulla propria poltrona e dopo aver lanciato un'ultima occhiataccia scontenta a Yoongi iniziò a sfogliare distrattamente quelle carte.

Il corvino tirò un silenzioso sospiro di sollievo e si sedette finalmente sulla propria sedia fissando il portapenne senza però effettivamente vederlo.

Il suo sguardo era in realtà perso nel vuoto, quasi affranto da quel pessimo inizio di giornata cui era certo ne sarebbero seguiti tanti altri.

Come aveva fatto ad accumulare tanto karma negativo? Non se lo spiegava proprio.

Diede un'occhiata alla piccola agenda lì accanto al proprio telefono con tutti i numeri utili e si soffermò su quello della caffetteria del dodicesimo piano.

Non si era fidato a fermarsi lì direttamente, non quando c'era la possibilità che Taehyung, anziché andare nel suo studio a lavorare, potesse decidere di tornarsene a casa o fare chissà che cosa.

Ormai lo aveva capito: non doveva staccargli gli occhi di dosso nemmeno un istante.

"Cosa desidera per colazione?"

"Se vai dall'altro lato della strada c'è uno stand di toast. Uno classico col cavolo, le carote e le uova, ma senza senape. E un caffè americano."

Yoongi non capì il motivo di quella richiesta di andar via: nonostante fosse solo il suo secondo giorno aveva notato che la caffetteria era molto apprezzata da tutti i dipendenti di ogni livello.

Non a caso era un piano dove l'ascensore si fermava sempre pieno di persone che pregustavano un pasto o che sorridevano soddisfatte dopo aver mangiato.

"Signorino Kim, non posso uscire dall'azienda senza una valida motivazione. Vedo se hanno i toast anche nel menù della caffetteria."

Digitò il numero, ma il telefono squillò solo per una manciata di secondi, poi la linea cadde.

Puntò quindi gli occhi sul fisso e immediatamente si irrigidì: era Taehyung ad aver interrotto la chiamata con l'indice ed ora era lì, ad osservarlo dall'alto verso il basso.

"Senti, è già una giornata di merda, potresti per una volta dire di sì come un qualsiasi normalissimo dipendente?!"

Yoongi lo squadrò da capo a piedi rapidamente, passando dai capelli ancora scompigliati alla camicia mal infilata nei pantaloni.

Si alzò poi in piedi abbandonando la cornetta e con due passi girò l'angolo della scrivania mettendosi esattamente di fronte all'altro in modo da essere faccia a faccia.

"Signorino Kim, io non posso per contratto abbandonare il suo fianco ed uscire dall'edificio per un sandwich. Non ho alcuna intenzione di rischiare il licenziamento per una cosa del genere, quindi cerchiamo un compromesso, ok? Non conosce magari un altro posto dove facciano anche d'asporto?"

Schioccando la lingua infastidito Taehyung sussurrò a denti stretti un'imprecazione e Yoongi rimase lì, le dita unite davanti al ventre in attesa di una risposta.

Ma Taehyung spostò il proprio baricentro poggiandosi con una mano alla scrivania e alzò l'altra andando a stringere fra due dita l'attaccatura del proprio naso con gli occhi strizzati.

Forza Signorino Kim! [TAEGI]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora