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"Buongiorno."

Yoongi salutò con un inchino Lee Junseo, l'impiegato in avanti con l'età che il giorno prima gli aveva aperto la porta dell'ufficio di Taehyung, e si mise al suo fianco nell'ascensore estremamente pieno.

Dopotutto la giornata di lavoro stava iniziando proprio in quell'istante e ognuno era intento a raggiungere la propria postazione.

Ma c'era anche un altro dettaglio che tutti avevano in comune: gli occhi fissi su di lui.

Era semplice intuire che avessero notato la sua presenza in quanto nuovo arrivato e Yoongi cercò di ignorare il peso di quegli sguardi, alcuni curiosi, alcuni quasi dispiaciuti per lui e la sua mansione.

"Com'è andata ieri? In programma c'era il pranzo col signor Anderson."

Yoongi ci mise un secondo per capire che Junseo stesse parlando proprio con lui, ma non appena se ne rese conto rispose in fretta, cercando però di mantenere una parlata calma e professionale davanti a tutti.

"Purtroppo l'accordo non è andato a buon fine, ma sono sicuro sia stata un'ottima esperienza formativa per il signorino Kim."

Non lo pensava affatto anzi, Taehyung aveva dimostrato egregiamente quanto fosse testardo e poco propenso all'imparare il proprio lavoro, ma era meglio tenere per sé certi commenti, per quanto tutti lì dentro paressero essere al corrente della disastrosa situazione.

"Capisco. Spero che oggi vada meglio."

"Ne sono certo."

Yoongi sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi ottimisti fasulli perché, ad essere completamente onesti, in realtà non si sentiva del tutto pronto a quella seconda giornata.

La notte era stata alquanto spiacevole: aveva dormito poco e niente, troppo pieno di pensieri per riuscire a rilassarsi a sufficienza.

Fortunatamente il suo solito tè nero stava pian piano entrando in circolo, ma dubitava sarebbe stato sufficiente considerando che aveva a che fare con Taehyung.

Fu il solo a salire fino al quarantottesimo piano e passare dalla confusione dell'ascensore al silenzio tombale del corridoio fu quasi surreale, soprattutto con quei muri candidi e le luci fredde quasi asettiche.

Bussò alla porta dello studio, ma non ricevendo alcuna risposta abbassò lentamente la maniglia trovandola ancora chiusa.

Tirò un sospiro di sollievo: stavolta il rosso non c'era ancora, aveva ancora qualche attimo di tranquillità prima di incontrarlo.

Prese il proprio tesserino dal laccio che teneva al collo e sbloccò la serratura.

Poggiò poi la borsa sulla propria scrivania e decise di approfittare di quei pochi minuti di solitudine per dare uno sguardo oltre la vetrata.

Si avvicinò ad essa con passo tranquillo e dovette socchiude leggermente gli occhi nell'incontrare i raggi di un sole già bello che sorto e i suoi mille riflessi sulle acque del fiume Han.

I palazzi più alti erano abbastanza distanti da non intralciare troppo la visuale e i prati verdi lungo le sponde risaltavano come smeraldi incastonati in una collana d'argento mentre il cielo terso di nuvole pareva un enorme zaffiro.

Una vista innegabilmente mozzafiato.

Lo sguardo gli cadde poi sulla strada al di sotto dell'edificio dove c'era ancora parecchia gente sui marciapiedi che si muovevano chi velocemente, chi con maggior calma.

Era troppo in alto per distinguere i singoli individui, vederne le espressioni e sentirne le voci, ma nonostante ciò era estremamente piacevole osservare tutte quelle persone da lassù, come se fosse davanti ad un formicaio.

Forza Signorino Kim! [TAEGI]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora