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“Scusami ancora per ieri, ma non me la sentivo di lasciare il signorino Kim da solo.”

“Non preoccuparti. So cos'è successo.”

Junseo sorrise cercando di rassicurare il corvino: dopo aver saltato il pranzo assieme il giorno prima, stavolta si erano riusciti ad incontrare in mensa giacché Taehyung aveva un pranzo di lavoro al quale Yoongi non aveva accesso.

Abbassò lo sguardo per afferrare un pezzo di tteokbokki, poi tornò a guardare l'uomo davanti a sé.

“Comunque stamattina quando vi ho incrociati in ascensore non mi è sembrato stesse così male.”

Yoongi annuì appena, anche se nel profondo sapeva di star omettendo un dettaglio importante.

Perché infatti, una volta in ufficio, l'umore di Taehyung era peggiorato drasticamente e la maschera di quiete che aveva tenuto davanti a lui la sera precedente si era rotta.

La pila di documenti pieni di errori che aveva trovato sulla propria scrivania non aveva certo aiutato il rosso a tenere basso il livello di stress, men che meno quell'appuntamento per pranzo.

“Però non è merito mio.”

Confessò Yoongi, ma Junseo davanti a sé non gli diede nemmeno il tempo di spiegarsi e sorridendo appena lo punto con le bacchette.

“Secondo me invece c'è anche il tuo zampino. Magari inconsapevole, ma se una cosa simile fosse accaduta prima del tuo arrivo le cose sarebbero andate molto diversamente.”

Il corvino sentì le proprie guance scaldarsi un po’ a causa dell’imbarazzo: non era sicuro che le parole di Junseo corrispondessero al vero, ma comunque ciò lo faceva sentire un po’ a disagio.

Perché sicuro non sarebbe stato certo merito della sua professionalità, ma del rapporto emotivo che si era venuto a creare fra lui e Taehyung.

Ma non poteva certo raccontare a voce alta come loro due stessero superando i limiti consoni fra due colleghi, di come l'aria nel loro ufficio stesse diventando sempre più carica di elettricità quasi stesse per arrivare un fulmine, di come ormai i loro sguardi si stavano facendo più intensi e di come stesse diventando più difficile interrompere il contatto fisico una volta stabilito.

Per un attimo rimasero in silenzio concentrati sui rispettivi pranzi e Yoongi ne approfittò per riflettere.

Junseo conosceva bene il rosso, dimostrazione ne era anche quanto aveva appena dichiarato, e a quanto pare credeva che Yoongi stesso potesse riuscire ad influenzare la sua vita lavorativa in positivo.

Non è che magari aveva qualche consiglio concreto da dargli?

Forse chiederlo apertamente sarebbe risultato troppo da disperati incapaci di individuare la strada giusta ad un bivio, ma Yoongi non era più un ragazzino che si vergognava all'idea di domandare aiuto.

Soprattutto se ciò voleva dire poter migliorare il modo in cui stava al fianco di Taehyung e dargli un supporto maggiore.

Glielo doveva dopo ciò che l'altro aveva fatto per lui la sera precedente: era chiaro che il desiderio di sostenerlo che sentiva in quel momento andava oltre gli obblighi contrattuali messi nero su bianco.

Aveva fallito per quanto riguardava il viaggio negli USA e la cosa aveva inevitabile intaccato la sua autostima, ma non poteva fermarsi a piagnucolare, non quanto mancava un mese soltanto al gala e nel mentre aveva altre mille cose di cui occuparsi.

Sospirò appena, poi rialzò lo sguardo dal proprio piatto e lo puntò dritto negli occhi di Junseo.

“Ora però cos'altro posso fare? L'idea del viaggio è stata fallimentare, riunioni con quegli orari sono impossibili da organizzare e certo non posso infettare il signorino Kim col virus intestinale a piacimento per tenerlo a casa.”

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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Forza Signorino Kim! [TAEGI]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora