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Quando Yoongi sentì la maniglia riaprirsi qualche minuto più tardi istintivamente il suo sguardo si diresse verso di essa e immediatamente balzò in piedi: sulla guancia di Taehyung c'era una grossa chiazza rossa.

Velocemente gli andò davanti mentre l'altro, sbattutasi la porta alle spalle, si stava già accendendo una sigaretta con evidente stizza.

"Tutto ok?"

"La prossima volta non andare da mia madre, ok? Dimmelo e ci andrò io."

Fu semplice allora capire che non era affatto andato in bagno ma che anzi, era salito all'ultimo piano dalla signora Kim, e Yoongi sgranò ulteriormente gli occhi nel comprendere che cosa fosse quel rossore sullo zigomo.

Non solo non si aspettava che Taehyung facesse una cosa simile, quasi lo volesse difendere, ma per quanto fosse visibilmente stizzito non gli stava urlando anzi, gli parlava quasi con preoccupazione.

Non riuscì a rimanere fermo e rapidamente lo superò andando verso la porta.

Il rosso gli strinse il polso, fermandolo.

"Vai da lei?"

"No."

"Mh."

Era palese dal suo sguardo che non fosse completamente convinto, ma nonostante ciò, per la sorpresa di Yoongi, egli lo lasciò andare lo stesso senza tentare di imporgli di rimanere.

Ma non aveva tempo per domandarsi il perché di quella concessione. 

Camminò rapido e quando tornò in ufficio trovò Taehyung poggiato col bacino al bordo della propria scrivania, lo sguardo basso sulla Switch, la sigaretta fra le labbra e le sopracciglia corrucciate, forse per il gioco, forse per la frustrazione, forse per il dolore alla guancia.

Non si girò verso di lui -forse nemmeno lo aveva sentito-, e Yoongi gli si avvicinò con passo leggero.

"Tenga."

Gli porse un bicchiere di plastica colmo di cubetti di ghiaccio e quando Taehyung puntò lo sguardo su di esso si lasciò scappare uno sbuffo divertito mentre metteva da parte la console.

"Lo sai che abbiamo kit di pronto soccorso un po' ovunque, vero?"

Yoongi non rispose, ma arrossì appena nel ricordarsi che effettivamente Taehyung aveva ragione: non se n'era proprio ricordato… e dire che uno era proprio sul muro dall'altro lato del corridoio, accanto allo sgabuzzino, ma era andato talmente di fretta che non l’aveva nemmeno notato!

Perso nei propri pensieri, sussultò quando all'improvviso sentì un peso sul proprio sterno e subito riabbassò gli occhi in allerta cercando di capire cosa stesse succedendo: Taehyung si era appoggiato a lui con la fronte.

Non si mosse, trattenne pure il respiro per un istante.

Perché stava facendo una cosa del genere?!

Solo una settimana prima l’altro aveva cercato di pagarlo per andarsene e adesso era lì appoggiato a lui come un marito appena rincasato dalla moglie dopo una lunga giornata di lavoro.

Sì, il rosso non aveva mai nascosto il desiderio di un contatto fisico più intimo, ma era sempre stata una voglia di carattere sessuale, non affettiva!

Si sarebbe aspettato di tutto dopo quanto appena successo: urla, scatti rabbiosi contro gli oggetti della stanza, passi veloci diretti verso l'uscita dell'azienda, qualsiasi cosa fuorché ciò che stava facendo.

Taehyung sospirò pesantemente.

“Dammi un minuto.”

Lo disse come una richiesta quasi disperata e Yoongi non riuscì a negarla, non quando era talmente in tilt da non riuscire nemmeno a formulare un pensiero di senso compiuto.

Forza Signorino Kim! [TAEGI]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora