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Clizia si chiese più volte come mai Zaccaria fosse cambiato così tanto. A inizio anno trovava ogni pretesto per prenderla in giro e invece ora la difendeva persino. Quale fosse il suo scopo ancora non l'aveva capito, ma ben presto si rese conto di non averlo ancora ringraziato per quello che aveva fatto per lei e rimediò proprio quel pomeriggio, quando all'uscita di scuola Stefano aveva telefonato dicendole che non sarebbe riuscito a passare e lui si era offerto di darle uno strappo a casa.

«Grazie per il passaggio e per tutto il resto.» Gli urlò all'orecchio, mentre erano in motorino. Zaccaria non aveva in programma di portarsi un passeggero, per questo aveva un solo casco, che aveva ceduto a lei senza pensarci due volte.

«A buon rendere.» Le fece l'occhiolino attraverso lo specchietto. «Quindi non vai subito in casa famiglia?»

«No, mi accompagna Stefano stasera dopo cena. A quanto pare è riuscito già ad ottenere un pre affido. Dovrò passare solo le notti lì, il resto della giornata e i fine settimana starò con Nives e Stefano.» Esordì entusiasta e Zaccaria sorrise nel sentirla così felice.

Anche se non conosceva la storia di Clizia, sapeva che non era facile crescere senza genitori. Se non avesse avuto Sveva, avrebbe fatto la sua stessa fine. Tra l'altro, conosceva bene Stefano e Nives ed era sicuro che con loro sarebbe stata felice.

«Domani sera c'è una festa, ti va di venire?»

«Nardi, cosa non ti è chiaro del "le sere devo rientrare in casa famiglia" di preciso? E poi tu che mi inviti ad una festa? Cosa ti sta succedendo?»

«Venerdì però sei scappata.» Constatò lui «Ti vengo a prendere quando tutti vanno a dormire.»

«Ma mercoledì c'è scuola.»

«Dai, non fare la solita secchiona. Non si farà tardi, ti riaccompagno io. Viene anche Viola.»

«Viola? Come l'avete convinta?»

«È bastato chiedere a Marco di invitarla e lei ha accettato.»

«Che sottona!» Scosse la testa ironica «Senti, poiché si tratta di una nuova struttura devo sondare il terreno, restiamo che ti faccio sapere.» Gli disse togliendosi il casco dalla testa.

Erano appena arrivati a casa di Nives e Stefano. Zaccaria scese per primo, togliendole il casco mano e aiutandola a scendere. Poi l'accompagnò fino alla porta, tenendola per un fianco. Clizia ancora non riusciva poggiare il piede per terra, accettò ben volentieri la sua assistenza. Fu Nives ad aprire e quando li vide in quel modo sbiancò dalla paura.

«Che è successo?»

«Niente, sta' tranquilla. Sono caduta stamattina durante l'ora di educazione fisica, si tratta di una semplice slogatura.»

«Hai messo del ghiaccio? Vuoi che andiamo al pronto soccorso?» Le chiese, lasciandoli entrare e aiutando Zaccaria a metterla sul divano.

«No, Niv, tranquilla. Già va molto meglio, ti ringrazio.»

«Se non c'è l'hai prendile il Lasonil o qualsiasi altra pomata con sale di lisina, è ottimo per contusioni e slogature. Niente sforzi, un po' di riposo e già domani potrà camminare di nuovo. Puoi anche farle impacchi col ghiaccio a distanza di quindici minuti per sgonfiare la caviglia. Stamattina ho provveduto io, ma ora devo andare che ho gli allenamenti.» Consigliò Zaccaria, sorridendo a Nives in modo confortante.

«Grazie, Zack, sei un angelo!» Esclamò lei, lasciandogli una carezza materna sul viso. Clizia osservò quella scena trattenendo le risate, dovette nascondersi dietro ad un cuscino per non esplodere e lui la guardò irritato, diventando rosso per la vergogna. «Ti aspetto alle 17:00 per la ripetizione.»

La teoria dei numeri dispariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora