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«Dai strega, diciott'anni si compiono una sola volta nella vita, vuoi dirmi cosa ti piacerebbe fare per il tuo compleanno?»

«Nardi non lo so ancora, okay? E poi il mio compleanno è tra due settimane, mi lasci lavorare adesso?» Sospirò esausta mentre ricaricava il frigo del locale in cui aveva appena ripreso servizio.

«Due settimane sono anche troppo poche se vuoi organizzare una festa, mi sono messo a disposizione ma almeno devi dirmi che hai intenzione di fare, devo organizzarmi.» Insistette lui prendendo posto su uno sgabello davanti al bancone.

Il Red Cocktail Bar era un punto di ritrovo per i giovani nel quartiere di San Lorenzo. Clizia ci aveva lavorato per un paio d'anni, rinunciandovi quando era finita in casa famiglia, ma adesso che aveva una stabilità familiare più solida, Nives e Stefano le avevano permesso di ritornare. Gaia, la proprietaria del locare, era stata contenta del ritorno della sua dipendete modello, le era persino andata incontro sull'orario per far stare più tranquilli i genitori affidatari. Avrebbe finito a mezzanotte e non più alle due del mattino. Zaccaria si era proposto di andarla a prenderla tutte le sere in cui avrebbe dovuto lavorare, almeno fino a quando non si fosse patentata e avrebbe avuto un mezzo tutto suo, ma quel giorno l'aveva sorpresa presentandosi lì senza alcun preavviso.

«Zack perché sei qui? Sono le cinque del pomeriggio, il mio turno inizia tra poco e tu saresti dovuto venire a prendermi a mezzanotte. Sei in anticipo di otto ore.» Zaccaria si mise a fare il conto con le mani e Clizia lo guardò sconvolta «È un calcolo elementare!» Lo rimproverò.

«Lascia perdere, lo so che devo venirti a prendere a mezzanotte ma ti prego, dimmi che ha una minima idea.» La implorò unendo le mani in segno di preghiera.

«Non lo so Zack, te lo detto... E poi non voglio pesare troppo su Nives e Stefano, in questo momento non ho i soldi per pensare di organizzare una festa.»

«No, no, no, non pensare ai soldi adesso. Vuoi una festa? Avrai una festa, non devi preoccuparti di nulla. Vedrai che io e Viola faremo un ottimo lavoro.» Esultò vittorioso e lei si abbandonò ad un sospiro prolungato. Non poteva fare nulla di fronte a tutta quell'insistenza, Zaccaria era fatto così e quando si metteva in testa qualcosa nessuno era in grado di fargli cambiare idea.

«Okay ma adesso te ne vai? Il locale è ancora chiuso e io non voglio essere licenziata il primo giorno di lavoro.»

«Sì vado, ti passo a prendere più tardi. Grazie... Ah e comunque sei proprio carina con la divisa.» Le fece un'occhiolino prima di sghignazzare e andare via correndo.

Clizia rimase allibita guardandosi dalle spalle in giù: indossava dei semplici jeans e una camicetta bianca al di sotto del grembiule, ma poi intuì che quel commento fosse per i capelli legati in una treccia scombinata e il berretto con il logo del bar. Dopotutto lui era abituato a vederla sempre con la chioma sciolta. Decise di mandargli un messaggio prima dell'inizio del turno, giusto per mettere le cose in chiaro. Lei non aveva dimenticato il commento estremamente possessivo di qualche pomeriggio prima: "lei è roba mia".

Da Clizia:

Ti ricordo che ho un ragazzo 🤬

Zaccaria storse il naso dinanzi a quel whatsapp ma non le rispose. Era già diretto al baretto della scuola dove aveva appuntamento con Viola e Marco per organizzare la festa di compleanno della loro compagna di classe. Ci misero un pomeriggio intero a decidere il luogo, la torta, gli invitati, se chiamare un DJ esterno o occuparsi loro della musica. Alla fine si divisero i compiti riuscendo ad arrivare ad una soluzione soddisfacente per tutti. Erano entusiasti e quella sarebbe stata la festa più belle di tutte, Clizia avrebbe di sicuro apprezzato.

La teoria dei numeri dispariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora