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«Com'è andata a scuola oggi?» chiese Nives a Clizia non appena si sedettero a tavola per cenare.

Era venerdì sera e Clizia non sarebbe dovuta tornare in casa famiglia come stabilito dal giudice per il pre affido. Quella era la prima cena che trascorrevano in quattro, proprio come una vera famiglia. Stefano era rincasato presto da lavoro e si era intrattenuto con Gioia mentre Nives aveva preparato delle prelibatezze squisite per l'occasione: riso al forno, parmigiana di melanzane e una caprese come dolce. Clizia era colma di contentezza, credeva di aver già visto il meglio di loro, ma ogni giorno riuscivano a farla ricredere. Lei non aveva mai avuto una vera famiglia e tutto quell'amore le pareva surreale, anche se era semplicemente la normalità.

«Molto bene, abbiamo ricevuto i risultati del compito di matematica di martedì. È andato alla grande, ho preso il massimo, ma tenetevi forti perché la vera notizia arriva adesso: Zaccaria ha preso otto.» Nives e Stefano spalancano la bocca contemporaneamente, prima di guardarsi e scoppiare in una risata di gioia. «Esatto, questa è stata la nostra reazione appena il professore ce l'ha detto.» ridacchiò annuendo.

«È una notizia fantastica! Spero lo abbia detto alla sorella, sarà svenuta dallo shock.» Commentò Nives, recuperando il cellulare in cerca di qualche traccia di Sveva.

«Sì, l'ha chiamata a ricreazione per dirle di controllare il registro elettronico. Le urla sono state così forti che l'ho sentita anche io che ero a due banchi di distanza.»

«Infatti, guarda qui.» Nives mostrò lo schermo del telefono a Clizia e Stefano con una foto di Sveva in lacrime e in descrizione un messaggio di ringraziamento che citava: "Il primo 8 di Zack in matematica. Tu e Clizia avete fatto un miracolo, vi sono debitrice a vita😭🙏🏼❤️"

«Si somigliano un sacco.» notò Clizia stupita.

«Ah perché tu ancora non la conosci Sveva?» domandò Stefano e lei scosse la testa «Domani siamo ospiti a cena a casa loro, se ti va puoi venire con noi. Non so se ci sia anche Zack però... magari ti annoi con quattro adulti e tre bambini dai dieci ai due anni.»

«Ma no, amore, domani è la notte di Halloween, sicuramente Clizia avrà in programma di fare qualcosa con i suoi amici, no? Ti sei organizzata con... come si chiama quella ragazza? Viola?» chiese Nives.

«Viola, esatto e sì, a dire il vero ci siamo organizzate per andare ad una festa dopo cena, magari potrei venire con voi prima. A proposito, non vi ho chiesto del coprifuoco. Per che ora devo rientrare?»

Nives e Stefano si guardarono disorientati. Erano diventati genitori da poco più di un anno e mezzo e l'unica cosa di cui si erano dovuti preoccupare fino a quel momento erano pappine, giochini e pannolini. Non avevano idea di dover stabilire così presto un coprifuoco per una figlia già adolescente.

«L'una...» disse Stefano, ma Nives storse le labbra in segno di disapprovazione «È troppo presto l'una, facciamo le due.» annuì convinto.

«Le quattro!» lo corresse Nives e lui per poco non si strozzò con l'acqua.

«Le tre!» si impuntò, guardando severo la sua compagna.

«Tre e mezza?» domandò lei, facendogli gli occhioni dolci.

«E va bene, ma non un minuto di più.» si arrese Stefano infine, tirando un sospiro di sollievo. Nives gioì per la vittoria ed entrambi si voltarono verso Clizia, che li guardava in un misto tra divertimento e commozione.

«Sarò qui prima delle tre e mezza.» sorrise grata, pulendosi le labbra e schiarendosi la voce «C'è una cosa che vorrei chiedervi... Voi mi avete concesso una paghetta settimanale e io ve ne sono immensamente grata, però vorrei riprendere il lavoretto che avevo prima di entrare in casa famiglia.»

La teoria dei numeri dispariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora