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All'uscita di scuola Clizia si intrattenne con Viola per aggiornarla di tutte le ultime novità. Quando le capitava qualcosa che aveva un forte impatto sulla sua vita ci metteva sempre un po' ad aprirsi con la sua migliore amica. Doveva prima capire bene cosa stesse accadendo dentro di sé e una volta sicura tirava tutto fuori. Omise solo l'episodio con Zaccaria di quella mattina. Quella era una faccenda personale e doveva risolvere da sola. Voleva farlo al più presto per questo seguì Viola al baretto sopra scuola, perché era sicura di trovarlo lì. Solitamente si tratteneva un'oretta con Marco e qualche altro compagno di scuola, ma quando arrivò lo vide seduto ad un tavolino mentre rideva e scherzava con i ragazzi della sezione A tra cui Stella, che gli stava in braccio e con la quale si scambiava effusioni per niente caste. Perse totalmente la voglia di parlarci, avrebbero chiarito un'altra volta, di certo quello non era il momento adatto.

«Lila io vado, non ho molta voglia di restare.» Comunicò Clizia alla sua migliore amica.

«Va bene Cli, ci vediamo oggi pomeriggio?»

«No Lila scusami, ho una cosa da fare... Però ci sentiamo, ti chiamo stasera.» Le baciò una guancia e Viola reagì sorpresa «Cosa c'è?»

«Cli mi hai salutato con un bacio, tu sei l'emblema dell'anaffettività. Cosa ti ha fatto Mattia?» Le fece notare e Clizia alzò le spalle prima di sorriderle e andare via. Ringraziava ogni giorni di avere un'amica come lei, che le faceva tornare il sorriso con così poco.

Clizia non tornò subito a casa, aveva avvisato Nives che avrebbe tardato. Necessitava di schiarirsi un po' le idee e l'unica soluzione era passeggiare per le stradine di Villa Borghese. Quel posto la rilassava ma soprattutto la metteva di buon umore. Rincasò nel primo pomeriggio, la casa era silenziosa, solitamente Gioia faceva il pisolino a quell'ora e anche Nives ne approfittava per riposarsi. Infatti la trovò accucciata sul divano ma non dormiva, era in compagnia di un buon libro mentre dedicava dei teneri grattini tra i capelli di Stefano, che era rientrato prima da lavoro.

«Ciao pulcina, com'è andata a scuola?» Le chiese dolcemente Nives, attirando l'attenzione del suo compagno che alzò la testa dal suo grembo per accogliere la ragazza con un sorriso.

Di fronte a quella scena Clizia sentì il suo cuore sciogliersi. Ancora non riusciva a credere a quanto fosse stata fortunata nel trovare una famiglia così. Il suo stato d'animo altalenante le fece venire voglia di gettarsi tra le loro braccia e lasciare fuori tutti i pensieri negativi, nonostante lei fosse il tipo di persona che odiava il contatto fisico. Ma di loro si fidava ciecamente, avrebbe messo la sua stessa vita nelle loro mani, quindi, perché non parlargli di ciò che la torturava? Quel flusso di coscienza durò giusto il tempo necessario per fare allarmare i suoi genitori affidatari, che si erano subito messi sull'attenti. Clizia era rimasta in silenzio a fissarli con un'espressione preoccupante.

«P-Posso?» Domandò con voce sottile indicando il piccolo spazio tra loro.

Nives richiuse velocemente il libro posandolo sul tavolino e invitandola a raggiungerli allargando le braccia. Clizia si fiondò senza pensarci due volte e solo una volta al sicuro tra le loro braccia si abbandonò ad un sospiro pensieroso. La biondo la cullò dolcemente accarezzandole i lunghi capelli e guardando Stefano preoccupata. Nessuno dei due osava dire una sola parola, non volevano turbare lo stato già fin troppo delicato della ragazza. Aspettarono pazientemente che fosse lei a rivelargli il motivo di quell'improvviso malumore e un paio di minuti dopo quelle dolci coccole finalmente parlò:

«Credo di aver fatto qualcosa di sbagliato nei confronti di Zaccaria... Ma non ho la più pallida idea del perché ce l'abbia con me.»

Nives rivolse lo sguardo in alto tirando un sospiro di sollievo senza farsi sentire da lei, temeva che fosse successo qualcosa di più grave e invece si trattava di una semplice crisi adolescenziale. Anche Stefano esultò in silenzio rivolgendo un cenno gioioso alla compagna, prima di chiedere: «Cos'ha fatto quel testone? Ti prendi ancora in giro?»

La teoria dei numeri dispariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora