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«Che c'è? Hai perso la lingua, strega?» Alzò un sopracciglio Zaccaria dinnanzi all'improvviso mutismo della sua compagna di classe.

Clizia si era imbambolata a fissarlo per dei secondi indefiniti senza proferire parola. L'aveva visto un attimo prima battibeccare con Stella ed ora invece era lì fuori con lei. Non fu tanto questo a sconvolgerla quanto il fatto che, nonostante fosse arrivato da poco, aveva un travestimento particolare: indossava una divisa da boxe con il suo cognome stampato sulla canotta e il trucco che ricordava uno zombie. La caratteristica che più l'aveva stupita era la sbavatura del rossetto viola ai lati della bocca, la stessa tinta che indossava lei, ma anche quello di Stella era dello stesso colore.

«Stella ti ha lasciato il segno.» Lo informò in un mormorio avvicinandosi a lui per ripulirlo con la manica della sua camicetta.

Quel gesto fu così inaspettato per entrambi che finirono col guardarsi negli occhi per una manciata di secondi in assoluto silenzio. Per un attimo Clizia si chiese se si fosse sbagliata sul ragazzo misterioso. Possibile che quello fosse il suo rossetto e non quello di Stella? No, sicuramente era una sua stupida congettura, Zaccaria era arrivato in ritardo e lei era già in compagnia dello sconosciuto nello scantinato. Era impossibile che si trattasse di lui.

«Che è successo alla festa?» Le chiese di punto in bianco, bloccandole il polso all'altezza del viso.

«Cosa?» Mormorò disorientata prima di ribattere: «Niente, cosa vuoi che sia successo?» Si divincolò dalla presa per afferrare il casco e infilarselo sulla testa «Cazzo! Ho perso il cappello che mi ha dato tua sorella.»

Zaccaria la scrutò attentamente non riuscendo a nascondere un furbo sorrisetto compiaciuto «Ti sei vestita da strega.»

«Certo, dopotutto sono una strega, no? Andiamo adesso? Ho il coprifuoco tra un quarto d'ora.» Sbuffò ignorando qualsiasi altra frecciatina da parte del suo compleanno di classe.

«Non preoccuparti per il cappello comunque.» La rassicurò Zaccaria mentre erano già in viaggio verso casa. Quella sera aveva portato un casco in più, era andato alla festa solo per Clizia e aveva dato per scontato che sarebbe ritornata con lui.

Clizia ci mise un po' a capire di cosa stesse parlando visto che erano stati in silenzio fino a quel momento. Stava pensando ancora a quello che era successo nello scantinato e non poteva fare a meno di sorridere. «Non dirglielo per favore, le comprerò un alto cappello. È stata una mia distrazione e voglio rimediare.»

«Mi dici adesso perché sei così felice? Cos'è successo?» Indagò curioso lui guardandola dallo specchietto di tanto in tanto.

«Io felice? Ma che stai dicendo? Pensa a guidare piuttosto e non impicciarti. Io non ti faccio il quarto grado su Stella.»

«Ah allora c'entra un ragazzo? Chi è?»

«Ah allora c'è davvero qualcosa tra te e Stella?»

«Strega! È davvero difficile fare una conversazione con te, sai?»

«E chi ti dice che io voglia fare conversazione? Ho accettato volentieri il tuo gentile invito ad accompagnarmi a casa, non ti ho detto che saremmo diventati così amici da raccontarci tutti i segreti.»

«Ehi strega, tu hai paura di qualcosa?» Le chiese cambiando argomento e Clizia si accigliò non intuendo dove volesse andare a parare.

«No, perché?»

«Non ti credo. Facciamo una scommessa: se riesco a farti spaventare mi dici a chi pensi quando sorridi così.»

«E io che ci guadagno?»

La teoria dei numeri dispariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora