12.

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La prima cosa che Clizia fece non appena messo piede in casa famiglia fu cercare Mattia. Aveva provato la mattina a scuola ma per uno strano segno del destino non era riuscita a beccarlo per una frazione di secondo. Setacciò l'intera struttura ma di lui non c'era neanche l'ombra. Lo trovò infine in cima alle scale antincendio, se ne stava di spalle e con le cuffie nelle orecchie in totale solitudine.

Clizia non voleva spaventarlo per cui gli adagiò delicatamente le mani sulle spalle, Mattia alzò la testa di scatto e quando si rese conto che si trattava di lei le sorrise dolcemente togliendosi una cuffia.

«Ciao streghetta, sei tornata.» Le fece posto e lei non esitò a sedersi accanto a lui.

«Sì, ciao anche a te. Che ascolti di bello?» Gli chiese sorridendogli di rimando e afferrando il filo che lui le stava porgendo.

«Un podcast crime, ti piacciono?»

«Stai scherzando? Li adoro!» Esclamò entusiasta prima di ascoltare il racconto di Lucy Letby, l'infermiera pediatrica serial killer di neonati più brutale della storia britannica moderna. «Oddio, questa storia non la conoscevo. È terrificante.»

«Quanti bambini ha ucciso? Sette?» Domandò lui scioccato dopo aver finito di ascoltare quaranta minuti di podcast.

«Sì e ha tentato di ammazzarne altri sei.» Rabbrividì disgustata «Ora non sono più dell'umore di chiederti una cosa.» Sbuffò imbronciandosi e posando il mento sulle sue ginocchia.

Mattia ridacchiò alzando una mano per toglierle i capelli dal viso, li accarezzò teneramente prima di bloccarsi e chiederle: «Posso toccarti, vero?»

Clizia voltò la testa, aveva bisogno di guardarlo negli occhi per capire se quella domanda fosse collegata a quello che lei aveva detto due sere prima al ragazzo misterioso «Sì, tu sì, te l'ho detto.» Abbozzò un sorrisetto trattenendo il respiro quando lui si avvicinò.

La situazione era mutata in un attimo, entrambi si erano fatti seri e il tempo sembrava essersi fermato. Lei era così sicura di aver vissuto già quel momento, solo che adesso poteva vederlo. Era lui, non c'era alcun dubbio. Il sospetto che fosse Zaccaria sta stato solo un attimo di esitazione. Mattia le piaceva e anche parecchio. Era entrato nella sua vita in punta di piedi rispettando i suoi spazi e i suoi silenzi. Non era mai stato invadente e l'aveva sempre trattata con estrema dolcezza.

«Cosa vuoi chiedermi, Clizia?» Le mormorò ad un soffio dalle labbra continuando a dedicarle rilassanti grattini sulla testa.

«Continua così, sei ad un passo dal rispondermi.» sorrise lei con il il cuore a mille. Era davvero emozionata, non vedeva l'ora di provare tutte quelle belle sensazioni di un paio di sere prima ma ciò non accadde.

Mattia la baciò e lei immediatamente capì che non era il suo ragazzo misterioso. Niente farfalle allo stomaco, brividi lungo il corpo, batticuore. Niente di niente. Il bacio dello sconosciuto era stato qualcosa di indescrivibile, colmo di passione e dolcezza, mentre quello fu un po' goffo, sicuramente molto tenero ma totalmente imparagonabile. Aveva aspettative troppo alte e si era decisamente sbagliata ma ancora faticava ad ammetterlo a sé stessa. Per lei era Mattia, non si discuteva su questo. Si convinse che l'adrenalina di quel momento nello scantinato era frutto delle condizioni in cui si era trovata. L'essere bendata, il non sapere chi aveva davanti, il mistero, erano state tutte componenti fondamentali nel renderla eccitata.

«Sei sicura che ti vada bene?» Le chiese dopo essersi staccato, assicurandosi che stesse bene.

«Mhmh» annuì lei sorridendogli lievemente «Andiamo a scuola insieme domani? Adesso sono stanca, vorrei andare a dormire.»

La teoria dei numeri dispariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora