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«Smettila di affannarti, tanto domani occupiamo.»

Clizia si voltò lanciando uno sguardo sinistro in direzione di Zaccaria che era appena entrato in camera sua. Era giovedì pomeriggio e lei si era messa sui libri non appena uscita di scuola, voleva mettersi in pari con i compiti in vista del weekend di lavoro che l'aspettava.

«Guarda un po' proprio domani che hai l'interrogazione di recupero con la Sannino.» Sospirò prima di partire in quarta: «Come ti è venuto in mente di dirle che Leopardi era un depresso e che doveva suicidarsi al posto di scrivere poesie?» Tentò di restare seria ma l'espressione annoiata e allo stesso tempo divertita di Zaccaria la fece sorridere «Dico sul serio Zack, hai recuperato in matematica, in inglese te la cavi ma ci sono tante altre materie. Rischi di perdere nuovamente l'anno se non ti impegni. La tua carica di rappresentante non è vista di buon occhio dai professori, dovresti impegnarti di più. Perché adesso volete occupare?» Gli disse in tono più docile spostando lo zaino dal pouf accanto a sé per farlo sedere.

«Prendo molto sul serio il ruolo di rappresentante, so che molti prima di me ci hanno provato ma il sistema scolastico è un casino, necessitiamo di una riforma al più presto: i programmi sono vecchi e troppo corposi, i professori sono sempre più esigenti e non si rendono conto che siamo solo dei ragazzi. Un sacco di nostri compagni di scuola soffrono di attacchi d'ansia, lo sapevi? È vero che forse non sono l'esempio perfetto perché molto probabilmente i miei studi si fermeranno al diploma, ma voglio dare un aiuto concreto a quelli come te. Non potete stressarvi così prima del tempo, quando frequenterete l'università come andrà? Vi ammazzerete? I suicidi tra gli studenti aumentano sempre di più, è il momento di far capire ai piani alti che le cose devono cambiare e anche presto!» Esclamò deciso, con l'aria di chi crede davvero in ciò che dice.

Clizia lo osservò in silenzio e con un fiero sorrisetto a contornarle le labbra prima di dire: «Dovresti continuare a studiare Nardi, il sistema è più facile cambiarlo dall'interno e tu hai proprio lo spirito giusto.»

«Lo credi davvero?» Le chiese speranzoso non riuscendo a trattenere un sorriso sincero.

«Sai che non dico le bugie. Sei bravo e hai a cuore gli interessi delle altre persone, con il tuo ingegno potresti diventare chiunque tu voglia, ma devi studiare Leopardi sennò non vai da nessuna parte.» Scherzò scoppiando in una fragorosa risata che contagiò anche lui.

«Ma io lo odio Leopardi.»

«Lo so, anche io odio la filosofia eppure la studio lo stesso. Sono pragmatica, fatta di numeri, però so che niente meglio della filosofia possa darmi l'apertura mentale necessaria per affrontare quei problemi che all'apparenza sembrano irrisolvibili ma che in realtà sono i più semplici da sbrogliare.»

«Che filosofa!» La guardò con dolcezza perdendosi in quegli occhi color ghiaccio. L'aveva sottovalutata, Clizia aveva una profondità d'animo che difficilmente mostrava agli altri, ma lui era stato fortunato. Aveva insistito fino a quando non era riuscito ad intrufolarsi nella lista di quei pochi prediletti «Dovresti venire all'assemblea di domani, abbiamo bisogno di persone come te.»

«Verrei volentieri ma non posso. Non sarei venuta a prescindere a scuola, ho una cosa da fare.» Troncò prima di tornare agli esercizi di fisica.

«Con Stefano? È per questo che sei ancora qui e non sei rientrata in casa famiglia?»

Lei annuì «Sì, stasera non torno, devo anche lavorare.»

«Perfetto, così ti accompagno e poi vengo a riprenderti.»

«Non ti preoccupare Zack, prenderò un Uber al ritorno.» Disse distrattamente ma lui si avvicinò di più per spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

La teoria dei numeri dispariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora