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«Non è che tuo padre se l'è presa perché hai preferito tornartene con me piuttosto che con lui, Niv e Stefano?» Chiese Zaccaria a Clizia alzandosi dalla sedia per posarle la giacca del suo smoking sulle spalle. Si erano fermati nello spiazzale del McDonald's dopo il gala ed era calata un po' di umidità, lei indossava solo uno scialle sopra il vestito scollato.

«No, lui sa che non voglio sapere dove sta.» Tagliò corto lei prima di afferrare una crocchetta di pollo e intingerla nella salsa barbecue. «E poi stavo morendo di fame.»

«Si vede.» Ridacchiò lui tornando a sedersi di fronte a lei con le braccia appoggiate al tavolo.

Zaccaria non aveva preso nulla, era troppo tardi per mangiare a quell'ora. Erano le due del mattino e il suo stomaco rifiutava categoricamente quel cibo spazzatura. Clizia aveva ordinato come se dovesse sfamare una squadra di calcio, era comprensibile visto che non aveva messo nulla sotto i denti dalla colazione di quella mattina.

«Ehi non giudicarmi, so che lo stai facendo, il tuo sguardo dice molto.» Gli intimò riducendo gli occhi in due sottili fessure.

Zaccaria alzò le mani in difesa prima di afferrare la coppetta contenente il McFlurry agli Smarties e prenderne una cucchiaiata. «È freddissimo, cazzo!» Imprecò con la bocca piena per poi prendere un fazzoletto e pulirsi la bocca.

«È gelato, che ti aspettavi? E poi è il mio! Non sta bene che mangi con le mie posate.»

«Perché, sei germofobica?» Assottigliò lo sguardo piegando le labbra in un ghigno malizioso.

«No, non dei tuoi germi almeno ma con quella bocca fai chissà cosa con Stella.» Imitò un conato di vomito e lui non riuscì a trattenersi dalle risate.

«Qualcuno mi nomina?» Stella arrivò squittendo e facendo gli occhi dolci a Zaccaria. Non era sola, con lei c'era anche Edoardo. Quei due erano inseparabili, dove c'era uno trovavi anche l'altra.

Clizia alzò gli occhi al cielo e Zaccaria sbuffò sonoramente. Quell'arrivo non ci voleva proprio. Chissà come erano riusciti a ritrovarsi dopo una serie di incomprensioni, lui aveva sperato nell'essere soli almeno nel post serata. C'erano ancora tante altre cose che voleva dirle, gli piaceva parlare con lei e lo stesso valeva per Clizia. Dopo ciò che lui aveva fatto doveva riconoscerlo.

«Ciao streghetta, che bel discorso che hai fatto. Devo proprio farti i miei complimenti, peccato per quell'Airota eh? È così misterioso che nemmeno noi che siamo in classe con lui sapevamo che avrebbe partecipato alle Olimpiadi.» Edoardo prese posto accanto a Clizia cingendole un braccio attorno alle spalle, lei si irrigidì e Zaccaria strinse le mani in due pugni guardandolo in cagnesco.

«Sì, grazie.» Scandì lentamente Clizia scrollando le spalle «Ora se gentilmente potresti togliermi le mani di dosso te ne sarei grata.»

«Okay, okay, non ti scaldare bambolina. Allora? Deduco che tu sia single adesso, giusto?» Edoardo poggiò un gomito sul tavolo per guardarla con un'espressione maliziosa ma lei non gli diede corda, anzi, afferrò il cartone di gelato dalle mani di Zaccaria e si portò una cucchiaiata alle labbra prima di ridacchiare.

«E cosa ti fa pensare che tu possa avere anche solo una misera possibilità con me? Andiamo Edo, non ci avrai mica pensato sul serio?»

Stella si lasciò sfuggire una risatina nervosa, catturando così l'attenzione degli altri. «Dai Clizia, non essere così scorbutica. Edo voleva solo invitarti alla sua festa di compleanno.» Lo incoraggiò la bionda e lui prese dalla tasta della sua giacca l'invito un po' sgualcito, lo lisciò prima di consegnarlo intimidito a Clizia.

Lei si pulì le mani con un tovagliolo e lo aprì leggendo il contenuto «Il 12 novembre, è proprio il giorno del tuo compleanno?» Gli chiese più docile. Edoardo annuì e lei gli sorrise «Sei nato un giorno prima di me, io festeggio il 13. Zack, hai qualcosa da dire?» Gli fece un cenno sapendo che stava organizzando la festa per lei, ma Zaccaria lo stava guardando ancora con stizza.

La teoria dei numeri dispariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora