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Il Gala di beneficenza dell'Augusto Righi venne allestito allo Spazio Novecento, una location lussuosa situata nel cuore dell'EUR, quartiere romano a due passi dal centro. Quello fu il primo evento al quale Clizia prese parte, solitamente veniva organizzato per gli studenti maturandi - e lei quell'anno faceva parte di quelli - ma in passato l'avevano già invitata per i suoi traguardi alle Olimpiadi della matematica, solo che non aveva mai potuto parteciparvi. Nei giorni precedenti Nives l'aveva trascinata a fare shopping per l'occasione. Quella sera avrebbe ricevuto un importante riconoscimento dal sindaco della capitale e non poteva sfigurare. Scelsero un abito lungo in raso verde bottiglia, perfetto per i toni della sua carnagione chiara. Si fece persino convincere a raccogliere i lunghi capelli in un acconciatura alta, lasciando fuori giusto due ciocche ai lati della fronte. Sembrava un'altra persona, non si era mai vista così bella in tutta la sua vita. Quel momento era davvero importante, avrebbe segnato il passaggio nella sua carriera futura.

«Okay ricapitoliamo: hai ripassato il discorso? Hai preso le caramelle gommose in caso di svenimenti improvvisi? Il rossetto e la cipria per un ritocco veloce? Lo scialle se dovessi sentire freddo? Ste, amore, tu hai portato gli inviti? Hai preso le mie scarpe di ricambio? Sono pur sempre una donna al quinto mese di gravidanza, non so se riesco a sopportare i tacchi per un'intera serata. Dio... Ma perché vi costringono a questo tipo di eventi già da cosi giovani?»

Clizia, Stefano e Nives erano appena arrivati e quest'ultima stava dando di matto in preda ad una crisi di ansia. I gala l'agitavano più del dovuto e la causa era il ricordo del suo precedente matrimonio, in cui era stata costretta a prendere parte a molti di quei ricevimenti. Era sicuramente anche in tensione per sua figlia che stava raggiungendo un importante traguardo. Avrebbe dovuto incoraggiarla lei e non il contrario. Stefano aveva avvertito Clizia che sarebbe potuto succedere una cosa simile ed entrambi si erano preparati al meglio fronteggiare quella situazione.

«Neve, ascolta, qui ci siamo io e te. Tu stai per diventare mia moglie, porti in grembo la nostra bambina, a casa abbiamo un'altra splendida creatura e sei qui per supportare la nostra intelligentissima e bellissima ragazza verso il suo futuro. Va tutto bene piccola, abbiamo fatto e preso tutto ciò che ci occorre, adesso dobbiamo solo entrare e goderci la serata.» La incoraggiò Stefano accarezzandole le spalle. Nives socchiuse gli occhi per prendere un gran respiro e Clizia la prese per mano, tentando con quel gesto di infonderle tutto il coraggio di cui aveva bisogno.

«Pulcina, quanto sei bella... Non devi fare caso a me, avrai capito che sono un mamma molto ansiosa.» Ridacchiò in imbarazzo cercando di riprendersi da quello stato.

«Niv, tu sei perfetta...» le disse dal cuore prima di guardare anche Stefano «Voi siete perfetti e io non avrei desiderato di meglio per questo traguardo. Adesso andiamo, okay? Così potremmo tornare prima da Gio.»

Prima che entrassero però vennero richiamati da Sveva, Falco e Zaccaria. Erano appena arrivati anche loro, in realtà molta gente si stava accalcando e, mentre gli adulti fecero il loro ingresso distratti, Zaccaria afferrò Clizia per appartarsi indisturbati.

«Che vuoi?» Partì in quarta lei, ancora troppo irritata per l'episodio della sera precedente.

«Wow, s-sei bellissima.» Non riuscì a tenersi quel pensiero per sé. La trovava davvero spettacolare e anche se era arrivato con tutti i buoni propositi per chiarire con lei e rivelarle ciò che aveva scoperto, non poteva nascondere al suo cuore - che ora batteva forte - la verità.

«Basta, me ne vado!» Reagì lei in malo modo, togliendosi da dosso la sua mano che ancora la teneva ancorata a sé.

«Clizia aspetta, lasciami spiegare okay?» Provò a dirle lui ma venne interrotto dall'espressione turbata di lei, che ora teneva lo sguardo fisso dietro le sue spalle. Il suo umore era cambiato in un secondo, sembrava spaventata da qualcosa o da qualcuno, ma nei suoi occhi c'era anche molto altro: tenerezza mista a preoccupazione. Era difficile decifrarla in quel momento, ma in poco lui capì cosa stesse succedendo.

La teoria dei numeri dispariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora